Il bilancio di una mattinata di confronto tra enti, istituzioni, associazioni e giovani, riuniti alla Camera di Commercio intorno al tema del ritorno in città
MESSINA – È stata una mattinata proficua, quella vissuta ieri in occasione dell’evento “Le storie di Tempostretto”, organizzato dal nostro giornale in collaborazione con la Camera di Commercio, che ha messo a disposizione i propri spazi. In una Sala consulta piena, diversi protagonisti di alcune delle storie raccontate dal nostro quotidiano nel corso degli ultimi anni si sono alternati nel parlare delle proprie esperienze, tra chi è andato via per poi tornare, chi ancora vive lontano e chi, nato lontano, si è invece trasferito in Sicilia.
L’iniziativa è nata da un’idea del fondatore ed editore di Tempostretto Pippo Trimarchi, che ha voluto riunire le “storie” per un momento di confronto e networking. Con l’obiettivo comune di sviluppare idee e progetti per un futuro migliore per Messina, coinvolgendo proprio i protagonisti del forte cambiamento in atto negli ultimi anni. E le istituzioni, le associazioni e i giovani professionisti hanno risposto presente con entusiasmo, dando vita a un incontro sicuramente da replicare.
Un racconto diverso di Messina
Da una parte proprio l’editore di Tempostretto Pippo Trimarchi, al fianco dei rappresentanti delle istituzioni: il sindaco Federico Basile, l’assessora alle Politiche giovanili Liana Cannata, la rettrice Giovanna Spatari e il padrone di casa Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio (co-organizzatrice dell’evento). Dall’altra i veri protagonisti della mattinata: giovani che quotidianamente danno un contributo nella crescita economica, sociale e culturale di una Messina che vuole cambiare e vuole, soprattutto, essere raccontata in modo diverso. E il punto è stato proprio questo: trovare un obiettivo comune nel cambio di passo nel raccontare la città, che non vuole essere dipinta soltanto come un luogo da cui scappare.
Da Boston a Pezzolo con Mariagrazia La Fauci
Dopo i saluti istituzionali, il dibattito è entrato nel vivo con le storie. La prima a parlare è stata Mariagrazia La Fauci, giovane donna di sangue siculo, nata in America (a Boston) e trasferitasi definitivamente a Pezzolo, villaggio d’origine della sua famiglia. Nel suo racconto ha ripercorso le tappe della Trinacria Theatre Company, che ha portato artisti da ogni parte del mondo, già dal 2016, a soggiornare nel paese della zona sud di Messina. Da lì la nascita non soltanto di spettacoli ma di un vero e proprio festival e di un movimento di rivitalizzazione complessiva del villaggio, che ha coinvolto grandi e piccini. Non a caso con “Natale in Ghiazza”, proprio ieri Pezzolo ha vissuto una serata magica tra stand e spettacoli teatrali.
L’idea di ripopolare i borghi con case per studenti
Da lei e dal dialogo con il sindaco Federico Basile e con la rettrice Giovanna Spatari, durante l’evento, è nata anche un’idea riguardante la possibilità di combattere lo spopolamento delle aree periferiche con la realizzazione di case per studenti nei villaggi della zona sud o della zona nord. Un’iniziativa che, ovviamente, andrà studiata e approfondita, ma partita proprio durante l’incontro “Le storie di Tempostretto”, alla presenza anche di diverse associazioni che operano quotidianamente in queste aree (ad esempio Giampilieri 2.0).
Proprio la rettrice, poco prima, ha sottolineato i cambiamenti fatti negli ultimi anni dall’Università di Messina per “lasciare ai giovani messinesi la libertà di scegliere”, se partire o restare. La professoressa Spatari ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le istituzioni, soprattutto con il Comune, sempre più fitto negli ultimi anni. E ha evidenziato anche l’impatto dell’ateneo nel far arrivare in città un gran numero di studenti stranieri, sottolineando quanto sia bello sentire parlare diverse lingue in giro per la città. Che il ripopolamento dei borghi possa passare proprio da questi aspetti?
Formazione, competenze e imprese: il punto tra Milano e Messina
Poi è stato affrontato il tema della formazione imprenditoriale. Tra start-up, piccole e medie imprese, Messina è pronta a investire sui suoi giovani? A intervenire in videocollegamento è stato Ivan Zappardino, prima “storia” (qui il link) di questo filone inaugurato da Tempostretto nel 2021, manager del settore food & beverage messinese ma ormai da un decennio a Milano. Ha portato la sua esperienza dialogando con il presidente Blandina, l’assessora Cannata e con Roberto Triolo, co-fondatore della società Ransomtax. I loro percorsi, seppur molto diversi, hanno alimentato un dibattito passato dalla creazione di valore sul territorio, dalla necessità di figure strutturate e da percorsi di “managerizzazione” in grado di formare i giovani messinesi e dare a quei brand o a quelle imprese familiari qualcosa in più per crescere ulteriormente. In un periodo, per di più, non sempre facile per le aziende.
E anche in questo caso, il punto è stato il cambio di paradigma anche nel raccontare la città. Perché soltanto rendendo Messina più appetibile si possono attrarre piccole e grandi realtà, imprenditori da fuori e colossi in grado di far crescere ancora un tessuto produttivo come quello messinese, fatto di piccole e medie imprese. Al dibattito ha partecipato anche Benny Bonaffini in rappresentanza di Confesercenti, che ha lanciato il suo messaggio ai giovani sulle potenzialità del territorio. Sottolineando anche come si possa fare di più e che, negli ultimi anni, la “nuova” classe dirigente, tanto al Comune quanto all’Unime, abbia dato qualcosa in più.
Gli “expat” e chi resta: due facce della stessa medaglia?
E i “giovani”, come hanno risposto? Con le loro storie di iniziative quotidiane. A intervenire sono stati Antonino Mangano per Oltrestretto e Luca Famà per Crescendo. Il primo ha parlato degli obiettivi dell’associazione che riunisce gli “expat” e i fuori sede. Si tratta di messinesi che vivono ormai stabilmente fuori Messina, ma che mantengono un legame forte con il territorio e vogliono “restituire”, attraverso le proprie competenze acquisite nel resto d’Italia o all’estero, qualcosa alla città. Il secondo, invece, ha parlato di come il collettivo, incubatore di idee, stia lavorando ormai da quattro anni sul territorio attraverso eventi di ogni tipo, coinvolgendo sempre più ragazze e ragazzi. Con l’obiettivo di “riprendersi” gli spazi attraverso la socializzazione, lo sport, la musica, la cultura e molto altro.
Il successo del Silent Reading Club a Messina
A proposito di cultura, poi, spazio ad Alice Scimone. L’intervista sul suo Silent Reading Club è stata la storia più letta del 2025. La giovane psicologa messinese, anche lei tornata in città dopo un’esperienza fuori, ha parlato dell’impatto avuto dall’iniziativa, con la promessa di tornare nel 2026 e la richiesta di spazi adeguati ad ospitare i tanti giovani (e meno giovani) che hanno risposto presente.
Il Silent Reading Club è un’iniziativa che già all’estero si è diffusa negli ultimi anni e che Alice ha portato a Messina, coinvolgendo tanti partecipanti. Consiste nel riscoprire il piacere della lettura, nel silenzio e insieme, lontano dagli schermi degli smartphone o dei computer. Un momento di socializzazione e “pace” molto apprezzato, che ha riscosso successo anche tra i lettori.
Maria Pulejo e l’emozione di fare bene per la città
Poi Maria Pulejo, presentata dalla giornalista e videomaker di Tempostretto Silvia De Domenico. La più giovane tra le storie di ieri ha ripercorso la sua strada verso l’ingresso in Messina Servizi. La 22enne, infatti, quasi senza aspettarsi nulla ha partecipato a un concorso per lavorare nell’azienda, pur continuando a studiare per la laurea triennale (poi conseguita). Con emozione (e commuovendosi) ha raccontato di come fosse la più giovane e l’unica donna a occuparsi del verde pubblico. E ha parlato con grande amore del suo lavoro, ribadendo come senta di poter dare un contributo vero alla città.
Il messaggio forte di Consuelo Damico
Infine, Consuelo Damico. Da lei, nata a Milano e trasferitasi a San Piero Patti, è arrivato forse il messaggio più forte sul cambio di racconto che bisogna fare per dare qualcosa in più alla Sicilia. Dopo aver vissuto nel capoluogo lombardo fino al 2018, con la nascita del figlio ha deciso di trasferirsi in Sicilia e lo ha fatto in un piccolo borgo che, nonostante i luoghi comuni e i racconti di chi ancora oggi è convinto che bisogna scappare dal Sud, è in grado di dare tanto. Il messaggio di Consuelo è chiaro e passa dai dati oltre che dall’esperienza personale: da “giù” non si deve scappare per forza.
Per quanto non sia tutto rosa e fiori e restino molte cose da sistemare, il ricordo di un Nord in grado di dare “fortuna” agli emigrati appare sbiadito se non del tutto cancellato. Consuelo l’ha gridato a gran voce lanciando un messaggio forte: basta con un racconto stantio e non veritiero. Bisogna rimboccarsi le maniche e fare più possibile per questa terra, in grado di dare tanto. Ma solo a chi la apprezza davvero. E le storie di oggi, ma anche quelle di ieri e soprattutto quelle di “domani”, ne sono l’esempio.
