"A Taormina restare aperti non basta, servono ristori": il sindaco scrive ai deputati messinesi

“A Taormina restare aperti non basta, servono ristori”: il sindaco scrive ai deputati messinesi

Carmelo Caspanello

“A Taormina restare aperti non basta, servono ristori”: il sindaco scrive ai deputati messinesi

venerdì 15 Gennaio 2021 - 11:03

Accolto da Bolognari l'appello di 102 commercianti "senza incassi e senza ristori, tarati per un mercato di turisti e visitatori, per lo più stranieri"

TAORMINA – Non è caduto nel vuoto l’appello dei 102 commercianti taorminesi al sindaco Mario Bolognari, al quale hanno chiesto di intervenire presso i governi regionale e nazionale la situazione delicata che stanno vivendo: con zero incassi e nessun ristoro. “Così – hanno detto i negozianti, senza mezzi termini – andiamo dritti verso il tracollo”.

La segnalazione del grave disagio

Bolognari ha scritto ai parlamentari della provincia di Messina (Siracusano, Navarra, D’Uva, Villarosa, Lo Monte, Bucalo, D’Angelo e Floridia), per segnalare loro “la particolare condizione nella quale versano i commercianti delle località turistiche, come Taormina. I provvedimenti di contenimento dei contagi da Covid-19, che consentono ai negozi di rimanere aperti, mentre nelle normali realtà urbane italiane possono evitare il tracollo – spiega il sindaco – nelle località turistiche, dove i negozi sono strettamente collegati al funzionamento degli alberghi e della ristorazione, la semplice possibilità di rimanere aperti non costituisce alcun vantaggio. Anzi – sottolinea – essa si presenta come una penalizzazione a causa dei costi di mantenimento del personale dipendente e di ogni altro costo di esercizio. Tali esercizi commerciali sono tarati per un mercato costituito fondamentalmente da turisti e visitatori, per lo più stranieri; in assenza di movimenti turistici, essi sono privi di clientela”.

“Senza ristori rischiano di chiudere anche se aperti…”

Bolognari spiega, che “nel concreto, nonostante il permesso di mantenere aperti gli esercizi, i commercianti di località turistiche finiscono per chiudere, al fine di limitare le perdite. Pertanto, andrebbero equiparati ai bar e ai ristoranti che, invece, restano chiusi per decreto”. Il sindaco va quindi al nocciolo della questione: “Questa particolare condizione – chiosa – necessita di un intervento sul prossimo decreto ristori  al fine di sostenere economicamente gli imprenditori-commercianti delle località turistiche alla stregua dei bar e dei ristoranti chiusi per decreto”. In virtù di ciò, Bolognari “quale rappresentante di queste realtà prettamente turistiche”, chiede ai deputati “una particolare attenzione al contenuto del testo che sarà sottoposto al Parlamento, affinché la categoria dei commercianti delle località a prevalente economia turistica venga ricompresa tra quelle destinatarie di ristori”. Segue un suggerimento: “Per evitare un allargamento incontrollato della platea mi permetto di suggerire di adottare, come già fatto in altra occasione, un rapporto di incidenza tra popolazione residente e numero di presenze turistiche nell’anno 2019. In tal modo sarà evidente la dipendenza del sistema commerciale dalla presenza di potenziali acquirenti provenienti da altre località”.

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