Brillante esibizione per l’Orchestra di fiati “Afflatus”

Brillante esibizione per l’Orchestra di fiati “Afflatus”

Redazione

Brillante esibizione per l’Orchestra di fiati “Afflatus”

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lunedì 15 Dicembre 2014 - 11:33

La squadra orchestrale diretta dal Maestro Francesco Bruno raccoglie numerosi attestati di stima dopo lo splendido concerto del Palacultura. Giovedì nuovo appuntamento del programma allestito con l’Associazione “Bellini”: in scena al Vittorio Emanuele il coro di Voci banche e giovanili “Note colorate”.

I sedici musicisti che compongono l’Orchestra di fiati “Afflatus” si sono rivelati affiatati ed intensi il 13 dicembre pomeriggio, al Palacultura “Antonello da Messina”. Impeccabile il coordinamento del Maestro Francesco Bruno, nonché fondatore di questo bel gruppo che il direttore ama seguire con lo sguardo, durante tutte le proprie esecuzioni. A sostenere ancora una volta i giovani e bravi talenti sono l’Accademia Filarmonica di Messina e l’Associazione “V. Bellini” che si confermano perspicaci intenditrici nella valutazione della Stagione concertistica, a dispetto delle autorità competenti che tagliano sempre più iniziative culturali e penalizzano enti storici.

La squadra orchestrale è fatta da allievi ed ex allievi del Maestro Bruno che vanno dai 16 ai 33 e di cui 5 sono già docenti del settore. “Tutti i membri dell’Orchestra sono ragazzi molto capaci (dal più piccolo al più grande) e sensibili al repertorio classico ed appartenente alla musica leggera, come le colonne sonore cinematografiche. Straordinari anche nella riproduzione della Cavalleria rusticana”- spiega a fine concerto il direttore. In dettaglio sono: Tania Gullì – piccolo e I flauto, Angelita Curasi, Debora Palmeri, Eliana Russo, Francesco Bombaci, Claudio Garofalo, Alberto Romano, Pio Saglimbeni, Angelica Scolaro – flauti in do, Alberto Vocaturo – flauto in sol, Claudio Faranda – flauto basso, Barbara Visalli – cello, Sabrina e Simona Palazzolo – arpe, Mario La Spada, Marco Garofalo – percussioni.

L’Orchestra è assolutamente poliedrica e si abbandona alle proprie emozioni, ricercando sempre il messaggio trasmesso con gli occhi dal loro Maestro, oltre che dal movimento. Tanto è vero che Bruno dirige senza l’ausilio di leggio sul palcoscenico. Una curiosità ammirevole, in presenza di un insieme così consistente di strumentisti.

L’ideatore di “Afflatus” è quindi si definisce innanzitutto un musicista, rivestendo già i panni di primo flauto solista della Sinopoli Chamber Orchestra e suonando in tante combinazioni: duo, trio, quartetto, quintetto; una su tutte, quella più testata con il pianista Antonino Averna.

Lo spettacolo comincia con la “Danza Ungherese n. 5” di Brahms che emana, nella versione orchestrale, l’allegria dello spirito gitano con cui l’autore assimilava le culture e le usanze delle gente, incontrata suonando nel porto della propria città. L’ispirazione etnomusicale del compositore tedesco pervade tutte le 21 danze, scritte nell’arco di 17 anni e sono dense di virtuosismi che valorizzano la melodia prettamente folcloristica. In realtà, fino alla n. 10, si parla di “adattamenti brahmsiani di musiche zigane”. Solo dopo, lo stile si impreziosisce con temi personalizzati. Del resto, molti artisti traggono spunto dall’influenza nomade come Franz Liszt che ha creato “Rapsodie ungheresi”.

L’Afflatus sceglie la n. 5 che si rifà al “Ricordo di Barfai” di Kéler Béla ed esegue bene la partitura con scambi difficili tra i vari elementi. Divertente la performance del “Valzer dei Fiori” di Ciajkovskij (dal balletto "Lo Schiaccianoci”), interpretazione che circola anche sulla rete web. Ancora, il cavallo di battaglia dell’Orchestra che si identifica con l’Intermezzo di “Cavalleria Rusticana” di Mascagni e viene riproposto come bis di successo nel finale, dopo altri 2 brani acclamatissimi. A chiudere la prima parte, “Rondeau” del flautista Nicola Gullì, padre del primo flauto Tania e dedicato all'Orchestra “Afflatus". I musicisti rientrano in scena con un altro brano contemporaneo, il “Capriccio” (per 9 flauti) di Veit e poi alternano famose soundtrack di film al “Preludio”, tratto dalla “Traviata” di Verdi con estrema duttilità. Spetta all’opera lirica congiungere "The Entertainer" di Scott Joplin, meglio conosciuta come colonna sonora (adattata da Marvin Hamlisch) de “La stangata”, pellicola anni Settanta pluripremiata con 7 Oscar, in cui si annoverano Paul Newman e Robert Redford. L’Orchestra passa dall’utilizzo del ragtime, che contraddistingue la paradossale atmosfera giocosa del malaffare nella finzione, alla struggente soundtrack de “La vita è bella” (altro film vincitore di 3 Oscar) di Nicola Piovani, introdotta brevemente dal flauto in sol Vocaturo.

I brani scelti terminano con “Tico tico” di Z. d. Abreu ma il pubblico vuole il fuori programma. Così, il Maestro si unisce all’Orchestra come flauto solista per un “medley da film” di Henry Mancini (autore per esempio di “Moon River”): poi, il direttore riprende la sua postazione con “Il Volo del Calabrone” di Rimskij-Korsakov, che corrisponde all’interludio dell'opera “La favola dello zar Saltan” dove il protagonista si trasforma in insetto. L'esecuzione orchestrale è particolarmente centrata perché traduce l’andamento ondeggiante e costante dell’insetto, attraverso un’ampia scala di altezze con i vari fiati.

In vista dell’appassionante concerto degli Acappella Swingers (Dario Greco tenore, Federica Comis soprano, Teresa Raneri mezzosoprano, Alessandro Spagna basso) domenica 21 dicembre, ore 18, al PalAntonello, con il loro “Merry Christmas Show”, segnaliamo un altro “Giovedì musicale” il prossimo 18 dicembre, ore 19, alla Sala Sinopoli del Teatro “V. Emanuele, con il Coro di Voci bianche e giovanili “Note colorate”, diretto da Giovanni Mundo e con Piero Blanca pianoforte.

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