Dietro l'operazione il socio di minoranza ed ex presidente Sciotto
MESSINA – Come uso e costume degli ultimi anni in casa Acr Messina si aspetta l’ultimo giorno e non si dichiarano le proprie intenzioni. La domanda di iscrizione al prossimo campionato di Serie D però è stata inviata e contestualmente sono stati pagati gli arretrati, stipendi e contributi, senza cui non sarebbe stato possibile far partire la domanda. L’autorizzazione è arrivata dal tribunale che ricordiamo, in attesa della prossima udienza del 10 settembre, quando Aad Invest e Sciotto dovranno presentare un piano di rientro del debito, aveva la possibilità anche di fermare l’operazione.
Il prossimo campionato sportivo sarà comunque complicatissimo per il Messina che ha una penalizzazione da scontare di 14 punti e al momento una credibilità quasi nulla agli occhi della piazza e soprattutto nessuna idea sul futuro staff tecnico e gruppo squadra. Sorprende che a uscire i soldi sia stato il socio di minoranza Pietro Sciotto che sarebbe certamente quello che più perderebbe in caso di fallimento societario appesa alle sorti di quello che si deciderà in tribunale il 10 settembre prossimo, mentre Cissè è sparito dai radar e di Alaimo, che per sua stessa ammissione aveva detto che contava poco e doveva essere messo nelle condizioni di operare, resta solo l’annuncio di dimissioni.
La piazza di sta già scatenando perché la mossa di Pietro Sciotto risulta tardiva visto che mettendo mani al portafoglio prima avrebbe potuto evitare lo stillicidio di giocatori e tifosi che hanno navigato quasi inermi in un finale di campionato a ostacoli. I soldi adesso sono stati spesi, la squadra è in Serie D e inizierà con una penalizzazione che difficilmente la vedrà competere per una imminente risalita tra i professionisti.

Adesso è inutile,questo signore ha rovinato il calcio a Messina,quando lo poteva fare mesi fa e forse avrebbe evitato la retrocessione,ed i 14 punti di penalizzazione,non l’ha voluto fare,adesso non si capisce lo scopo di tutto questo,ho forse si,pensa di vendere e di recuperare qualcosa, veramente di una incoerenza mostruosa.