La Procura di Catania chiede il rinvio a giudizio di Raffaele Lombardo e del fratello Angelo

La Procura di Catania chiede il rinvio a giudizio di Raffaele Lombardo e del fratello Angelo

La Procura di Catania chiede il rinvio a giudizio di Raffaele Lombardo e del fratello Angelo

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giovedì 05 Aprile 2012 - 10:21

Dopo l’imputazione coatta, ecco la conseguenza: la richiesta di giudizio per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio del presidente della Regione e del deputato del Mpa

La Procura di Catania ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e di suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. L’atto è stato depositato ieri ma la notizia si è appresa oggi. La richiesta fa seguito alla decisione del Gip Luigi Barone di non accogliere l’archiviazione proposta dalla Procura per i fratelli Lombardo e di disporre l’imputazione coatta per i due esponenti politici. Secondo quanto si è appreso, il fascicolo non è stato ancora assegnato a un Gip, né è stata fissata la data dell’udienza preliminare. Quest’ultima slitterà certanebte di alcune settimane perché il Gip dovrà essere diverso dal giudice Barone, che sulla vicenda si è già espresso, e dovrà avere il tempo di studiare le migliaia di pagine degli atti confluiti nel fascicolo. L’inchiesta è uno stralcio dell’operazione Iblis, il nome del Diavolo in arabo, scattata il 3 novembre del 2010 con decine di arresti tra esponenti di spicco della mafia di Catania, imprenditori e uomini politici. E’ una Cosa nostra moderna quella svelata dalle indagini di carabinieri del Ros, che si insinua negli appalti e si fa imprenditrice. E per questo avrebbe cercato di avvicinare, anche tramite un “colletto bianco” come il geometra Michele Barbagallo, i vertici del Mpa: Raffaele e Angelo Lombardo.

«PER 10 ANNI COSA NOSTRA HA INVESTITO SUL MPA»
Indagati per concorso esterno la loro posizione crea una diversificazione di vedute nella Procura tra chi chiede il rinvio a giudizio dei fratelli Lombardo e chi, invece, lo stralcio del fascicolo. E’ questa linea che passa, forte della sentenza della Cassazione su Calogero Mannino. Il capo d’imputazione è derubricato in reato elettorale e comincia un processo davanti al Tribunale monocratico. Allo stesso tempo la Procura chiede l’archiviazione del fascicolo per concorso esterno, ma il Gip Barone fissa un’udienza camerale e dispone l’imputazione coatta, spiegando in 60 pagine di motivazioni che ci sono elementi di valutazione da affidare a un Gip per la richiesta di rinvio a giudizio. In particolare, il Gip ritiene sia da escludere che per 10 anni Cosa nostra abbia investito su un partito, il Mpa, sul suo leader e su suo fratello, accettando, dopo ogni competizione, di ricevere nulla in cambio e continuando a stipulare ancora accordi nelle successive elezioni. «Gli elementi sin qui esaminati e le relative considerazioni svolte – conclude il Gip Luigi Barone – offrono, dunque, a questo decidente, un ulteriore elemento indiziario, che indubbiamente dovrà essere approfondito nel corso dell’istruttoria dibattimentale, ma che presenta, allo stato, una pregnanza tale da non consentire, ‘ex se’, l’archiviazione del procedimento». (fonte Ansa)

LA REPLICA DEL GEOMETRA BARBAGALLO

Al Direttore di “TEMPOSTRETTO”

Ho appreso che il mio nominativo e relativa professione è inserito nell’articolo “”La Procura di Catania chiede il rinvio a giudizio di Raffaele Lombardo e del fratello Angelo” pubblicato dal Vostro quotidiano online il 05/04/2012 ed è tuttora on-line all’indirizzo: http://www.tempostretto.it/news/affondo-procura-catania-chiede-rinvio-giudizio-raffaele-lombardo-fratello-angelo.html

Questo il testo da voi pubblicato: “…E’ una Cosa nostra moderna quella svelata dalle indagini dei Carabinieri del ROS. che si insinua negli appalti e si fa imprenditrice. E per questo avrebbe cercato di avvicinare anche tramite un “colletto bianco” come il geometra Michele Barbagallo, i vertici del Mpa: Raffaele e Angelo Lombardo…”

Orbene, premesso che dalla corretta lettura degli atti dell’’inchiesta “Iblis” risulta che il soggetto coinvolto nelle indagini è il geologo Giovanni Barbagallo residente in Acicastello (con il quale non vi è alcun vincolo sia pur di lontana parentela) e che il sottoscritto geometra Michele Barbagallo, residente in Acireale, esercita la libera professione ed è iscritto dal 1980 all’’Albo del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della provincia di Catania e che allo stesso Albo non risultano iscritti miei omonimi, premesso ciò, ai sensi della L.47/1948 art.8 e successive modificazioni, Vorrete pubblicare con le modalità previste dalla legge sulla stampa e dunque in testa di pagina e con i medesimi caratteri, la rettifica della notizia che avete dato, procedendo in tal senso on-line sul Vs. sito internet e su ogni altro sito collegato che ha riportato il su richiamato articolo diffamatorio.

Tanto dovevo

Michele Barbagallo

Un commento

  1. puzza di bruciato 5 Aprile 2012 11:10

    Sbaglio o aveva detto (il Presidente) che se veniva rinviato in giudizio si sarebbe dimesso!!!!!! immediatamente……. (fossi!!).

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