Alì. "Vi racconto il mio secolo di vita: Dalla guerra sulle Alpi ai valori che non esistono più"

Alì. “Vi racconto il mio secolo di vita: Dalla guerra sulle Alpi ai valori che non esistono più”

Carmelo Caspanello

Alì. “Vi racconto il mio secolo di vita: Dalla guerra sulle Alpi ai valori che non esistono più”

domenica 19 Gennaio 2020 - 07:30

Carmelo Triolo ha voluto per la festa dei 100 anni i familiari, i sindaci di Alì ed Alì Terme, dove è nato e vissuto ed il parroco delle due comunità che hanno mostrato tanto affetto

ALI’ – Una grande torta a forma di 100, il medaglione sul petto di S. Agata appena donato, due comunità in festa e tanto calore. Carmelo Triolo ha festeggiato il secolo di vita con familiari, amici e istituzioni. Ha voluto che all’evento fossero presenti i sindaci di Alì (centro in cui è nato), Natale Rao e Alì Terme (dove si è trasferito da 60 anni), Carlo Giaquinta. Parte integrata dei festeggiamenti la S. Messa, celebrata dal parroco delle due cittadine, don Vincenzo D’Arrigo. C’erano anche il vice parroco Gianfranco Pistorino e il diacono Pippo Giannetto. Padre Vincenzo ha posto l’accento sulla “laboriosità delle persone di un tempo, che con sacrificio e modestia hanno portato avanti le famiglie, costituendo il cuore pulsante delle comunità di appartenenza”.

Nonno Carmelo ha spento la candelina, tagliato la torta e stappato lo spumante. E’ il nonnino più longevo di entrambe le comunità aliesi. Una vita di sacrifici dedicata al lavoro e alla famiglia, quella che ci descrive.

“Sono fiero di di aver affrontato le avversità con coraggio e dedizione – ci dice – ed ho nostalgia del tempo che fu. Ma soprattutto di quei valori, che sono spariti e per me sono preziosissimi”. Un uomo d’altri tempi, insomma, che non si abbatte, che non cerca attenuanti, ma che si rimbocca le maniche e lotta per costruirsi un avvenire.

La vita lo ha portato a rimanere presto orfano. “Avevo 3 anni, quando ho perso entrambi i genitori. Ero solo, con mia sorella. E invece guardate adesso: a 100 anni, mi ritrovo attorniato dall’affetto delle figlie Agata, Anna e Pina e dei loro mariti (Francesco Lombardo, Lorenzo Culicerta e Giovanni Gugliotta). Guardate quanto amore ricevo dagli 8 nipoti (Giovanna, Antonella, Carmelo, Francesca, Sebastiano, Mariella, Giuseppe e Antonio) e quanta allegria mi trasmettoni i miei 12 pronipoti (Marilena, Giacomo, Giuseppe, Emma, Lorenzo, Greta, Marta, Lorenzo, Giovanni, Francesco, Maurizio e Marco)”.

La chiamata alle armi

Aveva compiuto da poco vent’anni quando Carmelo viene chiamato alle armi. “Mi hanno destinato a Bolzano – ricorda – e da lì, era il 1940, ben presto mi mandarono nella Val di Susa e al Piccolo S. Bernardo, per le vicende belliche che contrapposero l’Italia alla Francia. Ero in artiglieria e ricordo perfettamente le battaglie, le sofferenze, la prigionia. Ma allo stesso tempo mi tornano in mente le immagini della maestosità delle Alpi, la neve, il freddo e i rapporti d’amicizia con i commilitoni”.

Dopo la guerra torna al paese dove riprende il suo lavoro in agricoltura e si sposa con Antonia Schirò. Avrà tre figlie. Ad Alì continuerà a svolgere una vita semplice, ma intessuta da profondi rapporti di amicizia e di stima con i compaesani.

A 40 anni si trasferisce ad Alì Terme. Carmelo si porta dietro un bagaglio di ricordi. Ricco di aneddoti e contenuti. E l’amore viscerale per S. Agata (patrona di Alì) e la Madonna del Bosco. Ma, soprattutto, si porta dietro un carico di valori che oggi sembra una rarità. “Quei valori sono un bene – ripete -. Un bene prezioso”.

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