Padre Nino Basile della Caritas e l'ex garante dei minori Costantino lasciano l'aula dopo le parole di Trischitta: cos'è successo
MESSINA – Prostituzione e gioco d’azzardo, crack e sostanze stupefacenti già dagli 8 o dai 9 anni, un disagio giovanile crescente e allarmante, così come il punto sulla dispersione scolastica e sui servizi messi in campo dal Comune. Sono stati questi i temi affrontati dalla quarta commissione consiliare presieduta da Sara Di Ciuccio, con diversi ospiti e addetti ai lavori. A chiedere il confronto è stato Alessandro Russo del Pd. Ma nessuno poteva immaginare che si arrivasse allo scontro, con tanto di abbandono dell’aula da parte di padre Nino Basile, direttore della Caritas, e di Angelo Fabio Costantino, ex garante dell’infanzia.
Le attività del Comune aprono la commissione
Ma andiamo con ordine. L’assessora alle Politiche sociali Alessandra Calafiore e l’assessora alle Politiche giovanili Liana Cannata, insieme alla dottoressa Rosaria Tornesi in qualità di responsabile del servizio sociale, hanno rappresentato l’amministrazione spiegando tutte le attività messe in campo dal Comune in città. Tra i vari esempi, quello degli asili in aumento, tra quelli già aperti e quelli in via di creazione, oppure il servizio scuolabus, le mense e le “attività che facciamo a favore dei minori con disabilità attraverso interventi e piani personalizzati. Parliamo di 900 bambini gestiti attraverso questi servizi”. Nel suo intervento, è stata poi la dottoressa Tornesi a spiegare di come, grazie alle iniziative ma anche al decreto Caivano, i dati sulla dispersione scolastica siano migliorati: “Dallo stesso periodo dello scorso anno a oggi parliamo sicuramente di un calo”.
Il garante: “Non bisogna restare indifferenti”
Poco prima era stato padre Giovanni Amante, attuale garante dell’infanzia, a intervenire. Lo stesso ai microfoni di Tempostretto prima della commissione ha spiegato: “Siamo tutti concentrati e preoccupati. La commissione è sicuramente un’occasione di confronto e per proporre soluzioni. Bisogna condividere le analisi fatte negli ultimi mesi, perché non bisogna rimanere indifferenti. Non è un fulmine a ciel sereno quello che stiamo vivendo. Non sono affatto sorpreso. Ci sono episodi che si ripetono in maniera ciclica. Bisogna puntare molto sulla prevenzione ed è questa la nostra attività”.
Costantino: “Forse vivo in un’altra città”
Diverso il pensiero di Angelo Fabio Costantino, ex garante, che ha parlato dopo gli interventi delle assessore e della dottoressa Tornesi, senza risparmiare critiche: “Senza nessuna polemica, ho la sensazione di vivere in un’altra città. Ho capito oggi di non essere residente a Messina, probabilmente non vivo il disagio giovanile e non lo intercetto nei miei uffici, quindi mi scuso se i miei dati non sono aggiornati”. Poi ha attaccato sulla dispersione scolastica, piaga “ben lungi dall’essere debellata”. Costantino ha letto diversi documenti e poi ha aggiunto: “O siamo tutti nella stessa città o parliamo di fatti che non conosciamo. I numeri: nel 2012 c’erano 187 procedimenti civili aperti. Quest’anno chiuderemo con 2.200 fascicoli civili. I dati ci sono e sono agli atti del ministero della Giustizia. I fascicoli penali sono uno su cinque. Ci sono 320 fascicoli penali che restano stabili. L’aggravamento del quadro di quelli civili è del mille per cento. Parliamo di abusi, maltrattamenti, violenza privata, abbandono scolastico. Potremmo continuare all’infinita. Il disagio sociale e giovanile esiste in Italia e a Messina. Abbiamo un aumento di quasi il 30 per cento riguardante l’autolesionismo, di quasi il 25 per cento per i tentati suicidi. I posti letto per le neuropsichiatrie infantili sono appena 10 o 15 a Messina, 400 in tutto in Italia”.
Costantino: “Dietro ogni numero c’è tanta sofferenza”
Poi alcolismo, gioco d’azzardo, prostituzione: “Molti nostri minori, soprattutto ragazze, sono ricoverati ad Acireale, nel centro d’eccellenza siciliano per i disturbi alimentari”. Costantino ha citato segnalazioni per uso di sostanze stupefacenti, spiegando che “ci sono stati minori che hanno utilizzato crack a 9 anni, figli di genitori tossicodipendenti”. Ci sono stati “anche 4 tentati omicidi operati da minori, uno passato in giudicato. A quello stesso minore è stato contestato il reato di associazione mafiosa. Possiamo raccontarci che le cose vanno bene ma io sono enormemente preoccupato di ciò che vedo negli uffici e nella mia attività professionale. Non riusciamo più a rispondere a questi ragazzi. E va aperto un capitolo a parte su gioco d’azzardo e prostituzione”. Infine ha concluso: “Dietro ogni numero c’è tanta sofferenza”.
Padre Nino: “Dobbiamo capire e arginare le cause”
Ancora più duro è stato padre Nino Basile, direttore della Caritas diocesana. Prima ha affermato: “Nella logica della commissione, voi che senso date a questo tipo di appuntamenti? Parlo da responsabile di un organismo, la Caritas, ma anche da cittadino. Lo chiedo per capire il senso di questi nostri incontri. Perché io ci sono diverse volte, l’ultima a marzo. Mi sarebbe piaciuto avere un riscontro degli esiti di quella commissione. La mia preoccupazione è che si cerchi particolarmente la visibilità, mettendo sul tavolo le cose che si fanno senza preoccuparsi di capire se queste cose rispondano alle esigenze o a capire le cause di questi bisogni. Potrei darvi diversi dati, ma qual è la causa che porta a queste situazioni? A questi disagi?”.
E ancora: “Bisogna intervenire su queste cause. Dobbiamo trovare insieme soluzioni o interventi possibili per arginare la causa. È bello sentire le cose che si fanno, interessante anche ascoltare i dati. Ma le azioni in atto che compiamo? Il garante ha fatto appello al fare squadra. Io vi porto la mia esperienza. Il 4 e il 5 di dicembre, tra qualche giorno, alla scuola Catalfamo la Caritas ha organizzato un convegno, volutamente in periferia, per la sigla di un patto educativo per Messina. Dentro questa rete c’è anche il Comune di Messina. Si tratta di un documento importante con cui si vuole fare rete per arginare le situazioni che si riscontrano. Ci sono il garante, il tribunale dei minori, le scuole, il prefetto, l’Asp. Insieme vogliamo trovare soluzioni per arginare le cause”.
Anche padre Nino ha fatto riferimento alla carenza di comunità per i minori, chiedendo all’amministrazione di “tenere conto di questa esigenza”. Infine il direttore della Caritas si è soffermato sui dati relativi ai minorenni giocatori d’azzardo: “Ma dove vanno a prendere i soldi per giocare? Qui ci spieghiamo perché aumenta la prostituzione. Più maschile che femminile visto che la maggior parte dei giocatori è tra i maschi. Succede anche nelle sale bingo della città, lo continuiamo a dire. Bisogna approfondire e trovare insieme soluzioni”.
Trischitta difende Calafiore
Le parole di padre Nino sono state intese come un’attacco nei confronti dell’amministrazione dal consigliere Pippo Trischitta, che ha quindi difeso l’operato dell’assessora Calafiore, parlando “di una delle migliori assessore che ci sono stati in questi 20 anni”. Ha chiesto anche un rinvio della discussione a causa dell’assenza di Alessandra Calafiore, andata via dopo il suo intervento per previsti incontri istituzionali (una riunione online con il ministero).
L’attacco: “La Chiesa venda i suoi beni e li usi per i giovani”
Trischitta ha poi affondato il colpo rivolgendosi agli ospiti: “Mi sembra che mai come in questi anni abbiate avuto risposte rispetto agli anni precedenti. Non penso che tutti i progetti che sono stati posti in essere in questi anni siano mai stati messi in gioco, attuati, da altre amministrazioni. Io poi ho la mia idea. Sono cattolico praticante, ho fatto dare fondi alle mense dei poveri, ma ho anche una posizione obiettiva. Tante cose si potrebbero fare con i beni della chiesa. Con tutti gli immobili che ha l’arcivescovato. Anche voi dovete fare la vostra parte e non solo con i soldi della Caritas che arrivano dai contribuenti italiani. Anche vendendo dei beni, che non servono a niente, per destinarli a progetti utili per i giovani. Lo dico come credente, come un cattolico che ha frequentato le parrocchie e per anni è andato a messa ogni giorno. Non è possibile che si parli ‘voi non fate, voi non fate’, quando voi potreste vendere decine di immobili e destinare quei soldi a progetti. La Chiesa deve avere il minimo indispensabile per andare avanti non di più. Avere il superfluo è contro la volontà di Dio. Voi dovreste iniziare a fare progetti vendendo quello che avete e che non serve a niente, invece di affittarli e prendere i ricavi per destinarli alle vostre cose”.
Margherita Milazzo, che ha presieduto la commissione dopo che la presidente Di Ciuccio si è allontanata per motivi personali, ha quindi interrotto il collega di partito dicendo che “è fuori luogo ciò che dice”. Ciò nonostante, tanto padre Nino Basile quanto Angelo Costantino hanno lasciato l’aula in segno di protesta. Con loro anche diversi consiglieri, che sono poi rientrati. Il dibattito si è acceso, nonostante i pochi rimasti in aula, tra cui l’assessora Cannata e il garante Amante. Da più parti politiche è stato poi chiesto di riconvocare la commissione con gli stessi ospiti e di scusarsi formalmente con chi è andato via.
Russo: “Dati preoccupanti”
E dopo la commissione è stato Alessandro Russo del Pd a rincarare la dose. Lo stesso consigliere aveva chiesto la convocazione dei vari ospiti e ha spiegato in una nota che il quadro è “preoccupante”. Russo ha aggiunto: “I dati che emergono, relativamente alla diffusione sempre più elevata di casi di violenza minorile, di tossicodipendenza e di spaccio, di aumento delle dipendenze – tra le quali quelle relative al gioco d’azzardo, che cresce esponenzialmente in un numero sempre più ampio di minorenni, come l’importate studio di Caritas Messina ha di recente messo in evidenza – che si legano a fattispecie ancora più preoccupanti, quale la prostituzione minorile non devono essere nascosti, né ridimensionati, né sottovalutati”.
E ancora: “Prescindendo dalla valutazione delle progettualità che il Comune mette in atto nel campo delle politiche sociali e di contrasto alla devianza, restano irrisolti alcuni importantissimi aspetti. Innanzitutto: quanto addentro riesce ad andare il Comune nell’indagine tesa a far emergere i casi di devianza, di degrado, di sofferenza dei minori? La risposta che viene dalla Relazione annuale sulla Giustizia da parte del Procuratore della Repubblica di Messina è laconica, con un aumento costante dei fascicoli civili che testimoniano una diffusione sempre più ampia e tra tutti i ceti sociali del disagio minorile. In secondo luogo: la progettualità comunale attualmente posta in essere risponde alle cause reali, profonde, radicate nella società del disagio minorile? O si limitano a porre in essere misure di trattamento successive che non riescono a dare soluzione strutturale alle vere origini del disagio? Ancora, perché di tutti i dati così preoccupanti che emergono, nel dibattito pubblico ancora non si è preso responsabilmente atto, profondendo ogni sforzo per evidenziare come esistano tantissimi progetti finanziati dalle varie istituzioni ma trascurando nel contempo l’impressionante diffusione di tali forme di disagio così ampio?”
“Non sono le progettualità – ha concluso -, per quanto necessarie e utili, a risolvere uno stato così ampio di disagio minorile: molteplici le cause, che richiedono paziente lavoro di scoperta e di studio, caso per caso. Altrimenti si corre il serio rischio di confondere il grado di finanziamento raggiunto dalle progettualità messe in essere come vero obiettivo delle politiche sociali. Il che, come è ovvio, non può in alcun modo essere. Infine: al di fuori dalle progettualità, il Comune ha le possibilità e le capacità, coi suoi Servizi Sociali, di studiare il territorio, di scoprire i casi di disagio non censiti, le tantissime forme di marginalizzazione di migliaia di minori che sono esclusi da progetti promossi dal Comune? Perché i numeri dei giovani coinvolti dal Comune nei suoi progetti, per quanto significativo, cozza coi dati altamente più numerosi delle vicende giudiziarie registrate: il che farebbe pensare che non riusciamo a coprire il reale fabbisogno”.

L’inadeguatezza fatta persona che si busca il gettone di presenza.
..Tante cose si potrebbero fare con i beni della chiesa. Con tutti gli immobili che ha l’arcivescovato. Anche voi dovete fare la vostra parte e non solo con i soldi della Caritas che arrivano dai contribuenti italiani. Anche vendendo dei beni, che non servono a niente, per destinarli a progetti utili per i giovani…
Ogni tanto qualcuno dice le cose come dovrebbero essere.
De luca, Basile e tutti gli altri vendano i loro rimarchevoli beni e diano un contributo a una gioventù condannata a vivere in un posto che loro hanno contribuito a essere invivibile
Ho ascoltato al TG l’intervento di Trischitta.
Senza parole, sembrava di sentire quei discorsi da bar…ma che si fanno solo dopo 5 – 6 birre.
Un parroco che evidenzia un problema così drammatico e cerca aiuto nel luogo più alto della comunità cittadina, come deve sentirsi dopo una replica come quella di Trischitta?
La chiesa ha molte anomalie, come anche la politica. Ma come il politico che sta vicino alla gente non è paragonabile ai vertici di partito ed ai loro vizi, un prete che cerca confronto e supporto dall’amministrazione comunale non può essere paragonato ai porporati ed ai loro eccessi.
Trischitta, chiedi scusa!