15 rinvii a giudizio e tre proscioglimenti per il disastro di Giampilieri e Scaletta

15 rinvii a giudizio e tre proscioglimenti per il disastro di Giampilieri e Scaletta

Redazione

15 rinvii a giudizio e tre proscioglimenti per il disastro di Giampilieri e Scaletta

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lunedì 18 Marzo 2013 - 16:39

Il gup Salvatore Mastroeni ha disposto 15 rinvii a giudizio e tre prosciogliemnti nell'udienza preliminare per il disastro di Giampilieri e Scaletta Zanclea. A giudizio anche l'ex sindaco Buzzanca ed il sindaco di Scaletta, Mario Briguglio. Il processo inizierà il 27 maggio prossimo. Prosciolti tre progettisti.

Quella notte morirono 37 persone, travolte dal fango e dalle frane, sepolte sotto le macerie delle loro case. Una tragedia che non potrà mai essere cancellata, che resterà per sempre scolpita nella mente di tutti. Quei corpi mutilati, quei bambini pietrificati nel fango e nella melma sono il simbolo di qualcosa che ha segnato le coscienze per sempre le coscienze dei messinesi. Oggi per quella vicenda il gup Salvatore Mastroeni ha rinviato a giudizio 15 persone e ne ha prosciolte tre. Davanti al giudice monocratico il prossimo 27 maggio dovranno comparire anche nomi illustri come l’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, il sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, Salvatore Cocina ex dirigente della Protezione Civile Regionale e Gaspare Sinatra, ex commissario straordinario del Comune di Messina. A giudizio sono andati anche Antonino Savoca, autore di uno studio geologico tecnico; Alberto Pistorio, Giuseppe Rago e Francesco Grasso, redattori del piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico relativo all’area territoriale tra il bacino del torrente Fiumedinisi e Capo Peloro; i dirigenti della Regione siciliana Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi; i progettisti Francesco Triolo , Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi, Salvatore Cotone geologo e Giovanni Randazzo, autore della “nota geologica a supporto dei lavori di ripristino della funzionalità idraulica dei torrenti Racinazzi, Divieto e Saponarà. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Sono stati invece prosciolti i progettisti Carmelo Antonino Melato, Agatino Giuseppe Manganaro e Stefano Bello. Nel processo compariranno come parti civili 168 persone offese, compresi il comitato regionale di Legambiente e il Wwf Italia. Si preannuncia, dunque, un processo da seguire con interesse. Oltre a cercare di far emergere le responsabilità per quanto accaduto quella notte si parlerà finalmente in un’aula di Tribunale del grave dissesto idrogeologico che ha colpito il nostro territorio e che non sembra fermarsi come dimostrato dalla gravissima frana che due giorni fa ha investito il comune di Capo d’Orlando. L’inchiesta fu condotta dai sostituti Adriana Sciglio e Stefano Ammendola grazie alle perizie che vennero consegnate dai tecnici sulla scorta dei primi rilievi effettuati dai Carabinieri nelle zone disastrate la sera del primo ottobre 2009 e nei giorni seguenti.

3 commenti

  1. E’ un primo accenno di giustizia per quelle povere persone. Spero che il processo non duri 15 o 20 anni e che i responsabili vengano perseguiti duramente.

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  2. La colpa di quei bambini innocenti e’ quella di non essere stati tutelati come doveva essere fatto. Quando si assumono responsabilita’ Amministrative, bisogna essere consapevoli delle proprie azione. La catastrofe di Giampilieri non e’ stata una pigina di storia tanto per scriverla, e’ una pagina dolorosissima e che deve rispondere a tutto questo che sia dato seguito e poca tolleranza! Qualcuno ha responsabilita’ gravi, tra Provincia e Comune, ha amministrato per 20 anni Messina……quindi le responsabilita’ sono raddoppiate!

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  3. Ritengo importante ricordare come la rappresentante locale del WWF immediatamente dopo la tragedia con dichiarazioni ed interviste alla stampa ed alle televisioni nazionali ha indicato quale causa del disastro l’abusivismo edilizio.
    In tal modo la tragedia di Giampilieri nell’immaginario nazionale è diventata “il disastro degli abusivi”, una calamità di “serie B”.
    Questa tesi oggi è seccamente smentita dal dispositivo emesso dal magistrato nel quale si legge “non emerge incidenza di costruzioni abusive da causare l’evento”.
    Questi ambientalisti di fama internazionale farebbero bene a pensare prima di parlare oppure dovrebbero parlare solo delle cose che conoscono.
    Invece hanno la strana abitudine di fare denunce solo in certe occasioni mentre in altre chiudono anche tre occhi.
    Per quanto mi riguarda la loro attendibilità risulta essere estremamente modesta.
    Pensassero a scusarsi con le famiglie delle vittime invece di costituirsi parte civile.

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