Altri migranti al Palloncino, "Sozzi" rabbiosa: pronti ad allenarci davanti al Comune

Altri migranti al Palloncino, “Sozzi” rabbiosa: pronti ad allenarci davanti al Comune

Redazione

Altri migranti al Palloncino, “Sozzi” rabbiosa: pronti ad allenarci davanti al Comune

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martedì 26 Ottobre 2021 - 16:59

«Dal sindaco arroganza e zero rispetto per noi. Invece di dirci perché i profughi non possano essere ospitati nelle scuole vuote, la politica s'è irritata»

REGGIO CALABRIA – La rabbia montava, dopo il paradossale episodio di sabato 23 ottobre, con 56 migranti entrati al “Palloncino” nel vivo di una partita di volley.
Adesso però, con i nuovi 50 migranti a fare ingresso al “Palloncino” per la prima accoglienza, la rabbia ha tracimato: di qui un nuovo comunicato diramato alla stampa dalla società “Elio Sozzi”.

«Non c’è uno senza due. Sabato, la palestra “Campagna-Palloncino” era stata riservata all’accoglienza dei migranti. Oggi, nuovamente, nel caso specifico, l’amministrazione Falcomatà si sta dimostrando ancora una volta incapace – scrive l’indignata dirigenza della “Elio Sozzi” – di trovare soluzioni che coniughino l’attività sportiva dei giovani con l’altrettanto giusto aiuto ai disperati del mare. E, in generale, si sta rivelando inadeguata nel pensare e realizzare politiche di lungo respiro per lo sport reggino e di ascoltare le esigenze dello stesso», è la severa accusa mossa dalla società alla Giunta comunale.

«Dai vertici del Comune arroganza e nessun rispetto verso di noi»

Uno “scatto” dell’arrivo dei migranti
al “Palloncino” sabato scorso

Ma soprattutto, i vertici del Comune starebbero «dando prova di arroganza. Infatti, come Polisportiva “Elio Sozzi”, stiamo dialogando con la parte burocratica e solo marginalmente con quella politica, che si è irritata davanti al nostro sacrosanto disappunto. Perché irritarsi – si chiede la società – anziché rispondere positivamente o negativamente alle nostre proposte concrete come quelle dell’utilizzo per i migranti di strutture come quelle scolastiche inutilizzate o di edifici pubblici anch’essi vuoti come gli alloggi di Ortì? Perché irritarsi senza avere capacità di mettersi nei panni di una società che non ha un campo nel quale possa allenarsi e giocare match ufficiali; che non può pianificare a livello societario compromettendo così l’aspetto tecnico e quello economico; che si trova davanti ingenti spese, come le tasse gara, che stanno sempre più mettendo a repentaglio l’esistenza della stessa nonostante pesanti sacrifici.

Prima degli elementi tecnici, tattici ed atletici – rilevano ancora quelli della “Elio Sozzi” -, alle nostre atlete insegniamo una cosa: il rispetto. Nel nostro spogliatoio e sul nostro campo che, ahinoi, non abbiamo più, questa parola viene praticata ogni giorno, sia all’interno del nostro gruppo che fuori. Invece, a Palazzo San Giorgio, verso lo sport e gli sportivi reggini, evidentemente no».

In campo la Fipav nazionale

Giuseppe Manfredi, presidente nazionale Fipav

Una situazione – quantomeno, una situazione percepita – di tale gravità difficilmente poteva restare priva di conseguenze.
«Non sentendoci tutelati dall’Amministrazione Falcomatà, ci siamo rivolti al presidente nazionale Fipav (la Federazione italiana pallavolo, ndr) Giuseppe Manfredi. Lo stesso si è subito messo a disposizione, promettendo imminenti azioni utili a poter arrivare ad una conclusione il più positiva possibile per noi e per tutte le altre società che usufruiscono della struttura – fa sapere la Polisportiva -. Lanciamo ancora una volta un disperato sos alle Istituzioni cittadine e chiediamo che la “Campagna-Palloncino” torni a disposizione non solo della “Elio Sozzi”, ma di tutti gli sportivi reggini».

Dietro l’angolo, c’è una protesta-show: allenamento in piazza Italia

Naturalmente, però, dopo il “primo step” di sabato scorso, questa nuova ferita ha fatto pure pensare a come muoversi in caso le cose rimanessero ulteriormente ex quo ante.
«Qualora questo nuovo grido dovesse restare inascoltato, il passo successivo sarebbe quello di una protesta eclatante, come quella di allenarci davanti a Comune, Città Metropolitana e Prefettura. Forse, considerato che non ci ascoltano, vedendoci all’opera in piazza Italia e non nella nostra consueta palestra, capiranno il nostro dramma sportivo ed umano che stiamo vivendo.

Altrimenti, valuteremo azioni ancora più forti come la consegna del titolo sportivo – paventa la società -. Tale eventualità sarebbe non solo un fatto gravissimo alla luce della storia della “Elio Sozzi” e della sua funzione sociale prima ancora che sportiva, ma anche una vera e propria beffa, perché ciò che non ha fatto il Covid lo farebbero le Istituzioni».

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