Incredibile -balletto- di dati e considerazioni meteorologiche sul tragico evento del 1° ottobre ...
Un’agenzia dell’Ansa emessa alle 18:16 di oggi, martedì 27 ottobre, titola che a Messina il giorno dell’Alluvione -la pioggia non era di 300 millimetri-. E infatti esordisce così: -Le precipitazioni avvenute il primo ottobre a Giampilieri e Scaletta Zanclea non possono aver raggiunto i 300 mm d’acqua-. E continua: -Dalle rilevazioni alla stazione meteorologica di Messina si arrivava a 100 mm al massimo, 70 mm fino a mezzanotte. Quindi i dati non potevano essere di molto superiori-.
Leggo e inorridisco.
La stazione meteorologica di Messina cui fa riferimento l’Ansa è installata nel cuore della Città Peloritana, sulla circonvallazione (esattamente sul Viale Regina Margherita, in zona Boccetta, nell’area centro/nord di Messina Città!) e quel tragico 1° ottobre ha registrato appunto proprio 70mm di pioggia.
Pensare che a Scaletta Zanclea e Giampilieri -i dati non potevano essere di molto superiori- è assolutamente fuorviante, come balzerà subito all’occhio di chi conosce i fondamenti basilari ed elementari della meteorologia.
L’area alluvionata si trova ad oltre 15 chilometri a sud rispetto a questo punto di osservazione, e a tale distanza gli scarti pluviometrici possono essere di grandissimo rilievo, com’è capitato il primo ottobre.
A dare il dato i -circa 300mm– siamo stati proprio -noi- di MeteoWeb (un’Associazione Onlus di Meteorologia nata nello Stretto, tra Reggio e Messina, che mi onoro di presiedere e gestire) sulla base di un rilevamento amatoriale effettuato da un nostro redattore e socio fondatore, Giovanni Micalizzi, residente a Santa Margherita in contrada Runci, ad appena un paio di chilometri a nord di Giampilieri.
Inoltre un altro nostro redattore e socio, Daniele Ingemi, residente a Contesse, ha rilevato quel giorno un accumulo di 100mm: abbiamo raccolto e diffuso questi dati sin da quella sera con una mappa eloquente in cui abbiamo evidenziato l’area colpita da fenomeni estremi (in giallo) e quella colpita da piogge eccezionali (in rosso), tali da provocare gli eventi alluvionali tristemente noti (immagine a corredo dell’articolo).
Sin dalla nascita della nostra Associazione, abbiamo intrapreso un percorso di monitoraggio del territorio (del tutto amatoriale!) molto dettagliato, riempiendo lo Stretto di pluviometri, anemometri e stazioni meteorologiche installate a perfetta norma WMO (World Meteorological Organization) presso le residenze dei nostri redattori, soci e collaboratori.
Dopotutto siamo ben consapevoli del livello amatoriale dei nostri dati: li consideriamo tali senza alcuna pretesa anche se la società che vorremmo e che sognamo è una società che anzichè smentirli e demolirli, va invece a esaltare un gruppo di giovani che hanno scelto nel terzo millennio di dedicarsi a una passione come quella della meteorologia, insolita e socialmente utile.
Non ci aspettavamo certo un -grazie! Possiamo sapere quanto ha piovuto davvero a Sceletta e Giampilieri solo per merito dei vostri pluviometri amatoriali!- ma non ci saremmo certo neanche aspettati di leggere un’Ansa che intitola -la pioggia non era di 300 millimetri-.
Come ho già scritto, siamo ben consapevoli del fatto che i nostri dati siano amatoriali. E allora mettiamoli in un cassetto. Pur essendo a conoscenza di questi numeri eloquenti, facciamo finta che non esistano.
Abbiamo a disposizione altri dati, altre stazioni meteorologiche che grazie a Dio esistono sul nostro territorio perchè è chiaro che l’Osservatorio di Messina non può rappresentare a pieno il clima di tutta la Provincia (e neanche di una parte di essa! Rappresenta solo il clima di una piccola parte della Città!).
Luigi Pasotti è responsabile dell’Unità Operativa 14 dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura e alle Foreste, l’Unità Operativa che si occupa del SIAS, il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano, per l’area orientale della regione.
Pasotti il 16 ottobre è intervenuto tramite il Climate Monitor con un articolo in cui spiega quali sono e come funzionano le Reti di Monitoraggio Meteorologico della Regione Sicilia, e racconta l’evento del 1° ottobre visto da queste stazioni di monitoraggio, tra cui fortunatamente un paio sono installate nei pressi dell’area alluvionata.
Una si trova a Fiumedinisi, -distante da 5 a 11km dall’area colpita dall’alluvione- come spiega Luigi Pasotti stesso nel suo articolo.
La stazione è della rete SIAS e quel pomeriggio ha accumulato ben 159,2mm di pioggia.
Un’altra stazione, situata ancor più vicino all’area colpita dall’alluvione, si trova a Santo Stefano di Briga ed appartiene all’Osservatorio delle Acque. Qui, in quella tragica serata, sono caduti ben 220mm di pioggia.
E questi non sono dati amatoriali, di un gruppetto di ragazzini invaghiti dai fenomeni meteorologici tanto da fare un’Associazione Onlus e approfondire studi e ricerche sul clima dello Stretto.
Questi sono invece dati ufficiali, archiviati ufficialmente negli annali di meteorologia e dimostrano che l’area colpita dall’alluvione è stata interessata da fenomeni meteorologici assolutamente eccezionali e che tra Scaletta e Giampilieri è caduto almeno il triplo della pioggia caduto a Messina Città, dove è installato il pluviometro cui fa riferimento quell’agenzia Ansa da cui siamo partiti.
Proprio dal riepilogo Sias, infatti, ci accorgiamo che la Città di Messina è al di fuori dall’area maggiormente interessata dalle precipitazioni più intense, come possiamo notare dalle mappe fornite dallo stesso Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano.
La differenza tra Santo Stefano di Briga (220mm) e Santa Margherita (circa 300mm) può essere determinata dalla posizione geografica di Santa Margherita, villaggio posizionato proprio sulla linea costiera dove il temporale ha colpito con maggior intensità trattantosi di un fenomeni marittimo rispetto al posizionamento interno e collinare sulla dorsale Peloritana di Santo Stefano di Briga.
Ma non è finita qui: nell’agenzia continuiamo a leggere che -anche se l’evento meteorologico è stato importante, non lo si può definire -eccezionale- visto che nel 2007, quando c’e stata la prima alluvione che aveva provocato danni ingenti, la precipitazione era stata di gran lunga superiore-.
Ma come? Sappiamo bene che è caduta in un paio d’ore tutta la pioggia che solitamente cade in sei mesi, e -non lo si può definire un evento eccezionale-?
Non è assolutamente vero che il 25 ottobre 2007 la precipitazione era stata di gran lunga superiore: quel giorno il pluviometro SIAS installato a Fiumedinisi aveva accumulato appena 134mm di pioggia (contro i 159mm caduti il 1° ottobre 2009), e il solito pluviometro amatoriale del nostro povero Giovanni Micalizzi s’era fermato a 175mm a fronte dei 300mm circa misurati quest’anno.
Addirittura in quel 25 ottobre 2007 a Messina piovve pochissimo, con appena 5mm accumulati all’Osservatorio dell’Aeronautica, come riportavamo proprio in quei giorni nell’articolo con mappa di riepilogo.
L’agenzia Ansa si completa così: -L’Osservatorio – spiega il responsabile, Giovanni Cavaliere – è alla dipendenze del centro nazionale di meteorologia e climatologia aeronautica (Cnmca) diretto dal colonnelo Simone De Costante. Il Cnmca è l’unico centro in Italia preposto a ricevere, elaborare e diffondere a carattere nazionale e internazionale dati, informazioni e previsioni in primo luogo per l’aeronautica militare, l’aviazione civile e gli enti che lo richiedono. Tra i mezzi a disposizione del Cnmca – prosegue Cavaliere – per poter effettuare delle previsioni sempre più precise, oltre ai dati inviati dai satelliti meteo, c’è un super computer, un sistema di elaborazione dati sofisticatissimo in grado di operare in frazioni di secondo. Inoltre per una buona previsione occorrono informazioni continue e adeguate che vengono fornite dal nostro osservatorio e da altri cento distribuiti su tutto il territorio nazionale-.
Questa seconda parte dell’Agenzia è assolutamente veritiera e ineccepibile, a parte il fatto che il colonnello che dirige il centro nazionale di Meteorologia e Climatologia aeronautica non si chiama Simone De Costante ma Costante De Simone.
