Geovulcanologi impegnati a -decifrare- i messaggi della natura
Altre due scosse sismiche, dopo quelle di ieri nell’area Nebroideo-Peloritana del versante Tirrenco della Provincia, sono state registrate la notte scorsa sui monti Peloritani, al confine nord-est con l’Etna, nella linea di confine tra le province di Catania e Messina. La prima, un minuto primo dell’una, è stata di magnitudo 2.6. Una replica è seguita alle 4:51 di energia minore, di magnitudo 2.4.
Le due scosse non sono state avvertite dalla popolazione, un pò perchè molto deboli e forse anche per l’orario di notte fonda.
L’epicentro di entrambi gli eventi è stato localizzato dagli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania a sei chilometri a nord-est di Linguaglossa, a una profondità di circa 10 chilometri. Secondo gli accertamenti compiuti dalla sala operativa del dipartimento della Protezione civile nazionale non ci sono stati danni nè a cose nè, ovviamente, a persone.
I comuni più vicini alle scosse sono stati Castelmola, Francavilla di Sicilia, Gaggi, Giardini Naxoso, Graniti, Mongiuffi Melia, Roccafiorita e Taormina, in provincia di Messina, e Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Linguaglossa e Piedimonte Etneo in provincia di Catania.
Intanto un altro segnale sismico, associabile a un evento franoso di piccola entità, è stato segnalato sullo Stromboli. Il fenomeno, dopo una tregua durata diversi giorni, è stato localizzato nell’area di Labronzo.
L’ampiezza del tremore si mantiene comunque su valori medio-bassi.
