L'emendamento contro l'aranciata d'arancia è passato al Senato ma alla Camera dovrebbe essere ridiscusso e abrogato
Di recente il Senato aveva approvato una Direttiva Comunitaria che prevedeva la commercializzazione di bibite consentendo di abbassare il contenuto della frutta – l’art. 21 – sotto il 12%. Difatti, volevano farci bere acqua con il colore e l’aroma dell’arancia cioè una -aranciata senza arancia- che prevedeva la possibilità di commercializzare bibite con colore e aroma d’arancia pur essendo prive del vero succo d’agrume; come detto il limite minimo era stato fissato al 12%.
Pertanto, se al Bar prendo una cioccolata, poteva essere stata prodotta, nel pieno rispetto delle normative vigenti, con grassi diversi dal burro di cacao con un quasi certo danno per la nostra salute. Per l’Adoc una decisione -gravissima, danneggiati consumatori e made in Italy-. Approvare il commercio di aranciate finte, prive di vero succo d’arancia, -è gravissimo – dichiarava Carlo Pileri, presidente dell’Adoc subito dopo la prima approvazione della direttiva – i consumatori, soprattutto i più giovani, subiranno un gravissimo danno, sia economico che nutrizionale, si mette a rischio la salute e la qualità dell’alimentazione dei cittadini. Non solo, permettendo la messa in vendita di tali bibite, si crea un danno di centinaia di milioni di euro ai produttori di arance e al made in Italy. Lamentiamo, ancora una volta, l’assenza di una legge quadro sull’etichettatura e la tracciabilità, estesa a tutti i prodotti-.
La Coldiretti ha lanciato lo stesso allarme: -è una tendenza che inganna i consumatori, danneggia i produttori e mette a rischio la salute di tutti. Ad essere particolarmente colpiti sono – sottolineava ancora la Coldiretti – i prodotti base della dieta mediterranea come il vino per il quale l’approvazione della riforma di mercato comunitaria ha sancito inganni vecchi e nuovi: dal consenso all’aggiunta di zucchero nei vini prodotti nel nord Europa al rosè ottenuto miscelando vini bianco e rosso. Per dirne solo qualcuno. L’Unione Europea ha poi imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao, ma c’è anche la possibilità inquietante – sottolinea Coldiretti – di utilizzare caseina e caseinati invece del latte per ottenere formaggi a pasta filata venduti come analoghi alla mozzarella. Un inganno favorito – continia l’associazione – dalla mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti.
Le associazione hanno avuto tutti un parere unanime tantochè la loro protesta, che sapeva più di allarme, è stata accolta. Infatti, gli uffici del ministero delle Politiche agricole nella persona del ministro alle Politiche agricole Zaia, hanno già fatto pervenire alla presidenza del Consiglio la richiesta di abrogazione dell’emendamento 16.0.1 proposto dal Senatore Casoli e approvato dal Senato della Repubblica a fine marzo, che di fatto permetterebbe di produrre aranciata senza arance. Ciò in modo che nel passaggio alla Camera dei deputati il Governo intervenga in merito proponendo l’abrogazione dell’emendamento 21.
Il ripensamento del Ministero ora deve essere accolto nella discussione dell’emendamento nell’ala -giovane- del Parlamento ma, dopo le reiterate proteste, tutti sembra la pensino allo stesso modo. Al Senato solo un errore materiale che verrà riparato alla Camera: -l’aranciata è solo quella con le arance-.
