La bufala di Roma distrutta dal terremoto l’11 maggio, le profezie di Raffale Bendandi e la psicosi via web

La bufala di Roma distrutta dal terremoto l’11 maggio, le profezie di Raffale Bendandi e la psicosi via web

La bufala di Roma distrutta dal terremoto l’11 maggio, le profezie di Raffale Bendandi e la psicosi via web

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venerdì 06 Maggio 2011 - 14:27

Lo studioso romagnolo non ha mai previsto ciò che i romani temono: ma la bufala è ormai inarrestabile e mercoledì prossimo, in tanti, scapperanno dalla Capitale senza motivo

Internet, croce e delizia del terzo millennio: lo strumento telematico ha senza ombra di dubbio dato un grande impulso alla cultura, alla democrazia, alla ricerca e alla conoscenza della verità, ha emancipato intere classi sociali oltre a velocizzare e migliorare, come strumento, molti aspetti della vita sociale, politica e burocratica di ogni Paese. Ma anche internet ha il suo risvolto della medaglia e i suoi aspetti negativi; tra questi, la scarsa qualità dei contenuti medi e l’incredibile e incontrollabile velocità con cui si diffondono notizie false su cui si creano vere e proprie leggende destinate ad essere smentite dai fatti e dal naturale percorso della storia.

Tra queste bufale, la più recente è senza ombra di dubbio quella sul fantomatico terremoto di Roma, previsto per l’11 maggio 2011. Ma previsto da chi? E su quali basi scientifiche?

Tutti sappiamo bene che i terremoti, ancora oggi, non si possono prevedere. Che che ne dica Giancarlo Giuliani. Gli studi sul radon e sulle previsioni sismiche sono sperimentali e probabilmente, tra lunghi decenni o addirittura secoli, l’umanità potrà prevedere i terremoti come oggi facciamo con il meteo. Ma al momento, ancora, non siamo in grado di farlo.

E allora perchè i Romani sono impauriti per quello che dovrebbe succedere mercoledì prossimo, l’11 maggio?

La leggenda-bufala si appella a Raffaele Bendandi (nella foto), studioso di terremoti romagnolo, nato nel 1893 a Faenza dov’è morto nel 1979. Bendandi è stato un grande luminare perchè elaborando un particolare sistema basato su studi astrofisici è riuscito a prevedere tempo, luogo e talvolta intensità di diversi sismi. Da giovane e da autodidatta, infatti, si era appassionato all’astrofisica. Studiando sequenze e caratteristiche di terremoti antichi, si era convinto del fatto che sia possibile prevederli conoscendo a priori la posizione di alcuni astri. La sua teoria ’sismogenica’ richiama quella delle maree: come gli oceani si sollevano grazie all’attrazione della luna, così la terra trema e si sconquassa per la forza gravitazione del sole o di stelle e pianeti disposti in particolari condizioni lineari.

Nell’ottobre 1914 sul suo taccuino scribacchia quasi per caso una data, ’13 gennaio 1915’, e un luogo, ’Italia’. Puntuale, quel giorno un terremoto di magnitudo 7.0 devasta la conca del Fucino. Si sarebbe ricordato dell’appunto solo dopo aver appreso delle trentamila le vittime in Abruzzo. Da allora Bendandi diventò quasi una celebrità.

Lo hanno ribattezzato -l’uomo che prevede i terremoti- e Mussolini gli vietava di pubblicare le previsioni per non far fuggire i turisti dall’Italia. Bendandi, però, per anni continua a compilare pagine e pagine zeppe di calcoli e appunti, non solo sulla Penisola. Dal 1914 al 1977 il suo catalogo conta 143 eventi nel Mediterraneo e 167 nel resto del mondo, molti dei quali previsti con successo, anche se con difficoltà nell’individuare con precisione le località. Alla sua morte vengono trovati nuovi appunti che riguardano gli anni tra il 1996 e il 2013 (nessuna nota sul terremoto dell’Aquila dell’aprile 2009): si tratta di -una serie di 70-80 date per anno, senza indicazioni di luoghi, per cui riteniamo che si riferiscano solo a degli studi sul sole-, ha spiegato Paola Lagorio, presidente dell’istituzione culturale ‘La Bendandiana’, che a Faenza gestisce l’osservatorio geofisico comunale ‘Raffale Bendandi’: -tra le date del 2011 non c’è assolutamente quella dell’11 maggio, c’è però l’11 marzo, quando il terremoto ha devastato il Giappone, ma pensiamo che non fosse una previsione, quanto un appunto sulle macchie solari-. Che poi le tempeste magnetiche sul Sole avrebbero avuto un riflesso sulla Terra, era quello che Bendandi aveva sempre sostenuto.

-Quella del terremoto a Roma è una notizia assurda – ha aggiunto Paola Lagorio – Bendandi non ha mai scritto la data dell’11 maggio 2011: abbiamo fatto l’impossibile per capire come e da chi questa bufala metropolitana sia partita, ma non ci siamo riusciti. Non so più come smentire la notizia. Quel giorno mi piacerebbe andare nella capitale a raccontare la vera storia. Forse l’unico aspetto positivo è che in questo modo si ricorda l’opera e la credibilità di Bendandi-.

Ma su internet, l’ennesima balla ha convinto mgliaia di persone infatti anche l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e la Protezione civile hanno inserito in primo piano sui propri siti una serie di risposte a domande frequenti sull’argomento. L’Ingv ha messo a punto anche un video su You Tube e un contributo su Freerumble. -Dagli appunti di Bendandi non emerge nessuna previsione di un eventuale sisma a Roma per l’11 maggio di quest’anno-, avvertono gli esperti dell’Ingv, spiegando che le teorie di Bendandi non sono comunque attendibili per la previsione di un terremoto, ma solo affascinanti e sperimentali come base di studio su cui lavorare perchè -le forze causate dai corpi celesti sulla Terra sono piccole rispetto alle forze interne, quelle determinate dallo spostamento delle placche. Inoltre gli allineamenti di pianeti si sono verificati spesso in passato senza che fosse mai trovata una corrispondenza con i grandi terremoti in Italia o nel mondo-.

Per l’11 maggio a Roma nulla da temere quindi, almeno secondo le teorie di Bendandi, che nei suoi appunti ha lasciato altre date interessanti, come quelle degli anni 2521 e 2761 nelle quali si verificherà un allineamento planetario uguale a quello che ci fu quando si ritiene sia scomparsa la mitica civiltà di Atlantide.

Sicuramente ci sarà chi si allarmerà ancora. Ma, almeno in quei giorni, noi non ci saremo.

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