La differenza tra -uragano- e -tornado-

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Redazione

La differenza tra -uragano- e -tornado-

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sabato 12 Gennaio 2008 - 13:55

Un uragano è una tempesta molto violenta che si forma sopra sugli oceani ed è caratterizzato da venti che soffiano intorno a un’area centrale di calma chiamata -occhio del ciclone-. Convenzionalmente si definisce uragano: una tempesta in cui la velocità del vento raggiunge almeno i 64 nodi (~120 Km/h essendo 1 nodo = 1,852 Km/h).

Quando un Uragano si sta formando, ancora non raggiunge i 64 nodi di velocità del vento, allora possiamo parlare di -Depressione Tropicale- o di -Tempesta tropicale- : le depressioni tropicali si hanno quando la velocità del vento è inferiore ai 31 nodi, mentre le tempeste quando è superiore ai 31 nodi ma inferiore ai 64 nodi; un Uragano prima di diventare molto violento sempre è una depressione tropicale, e poi una tempesta tropicale, ed anche dopo che ha raggiunto la sua massima intensità e pian piano va perdendola perchè arriva in una zona di terraferma dove non trova l’energia che gli forniva il mare, diventa di nuovo prima una tempesta e poi una depressione tropicale; non sono comunque stadi da sottovalutare, se si pensa che le depressioni che abbiamo in Italia, le perturbazioni che colpiscono il nostro paese, solo qualche volta raggiungono i 33 nodi di vento che ruota intorno ad un centro di bassa pressione, quindi anche una depressione tropicale è un qualcosa di intenso e significativo.

E’ bene inoltre parlare della netta differenza che c’è tra TORNADO ed URAGANO che sono due cose distinte e separate tra loro; il Tornado è un fenomeno che può colpire in qualsiasi parte del mondo, è quel classico -cono- che dalla nube si porta verso terra e solitamente si forma nelle zone di terraferma con un clima continentale dove, quando al suolo c’è molto caldo ed in quota arrivano correnti fredde, si scatenano forti contrasti termici; ed è proprio all’interno dei TORNADO che si scatenano i venti più forti prodotti dalla natura nel nostro pianeta, fino ed oltre 500km/h!

I tornado però sono limitati ad aree piuttosto piccole, aventi un diametro di solito inferiore a un chilometro e mezzo e durate che si misurano in minuti, mentre gli Uragani sono delle vere e proprie depressioni, perturbazioni, che colpiscono solo alcune zone del mondo (Oceano Pacifico quindi Cina e Giappone – dove sono chiamati tifoni – Oceano Indiano quindi India ed Australia – dove sono chiamati rispettivamente cicloni e willy-willy – e nell’Oceano Atlantico, quindi negli Stati Uniti, in Messico, a Cuba ed in altri paesi dell’America centrale, dove sono chiamati appunto Uragani)ed anche se i venti più forti non superano normalmente i 250 Km/h, possono comunque coprire aree con diametri di molte decine di Km e durare diversi giorni. I danni provocati da un solo uragano possono essere tragicamente elevati perfino in confronto agli effetti di un tornado.

L’origine del termine Uragano, usato convenzionalmente per definire questi fenomeni, ha origine dall’inglese HURRICANE che pare derivi dal -Dio Hurican- – il Dio Caraibico del Male.

Ogni volta che parliamo di Uragani ne parliamo con un nome proprio; infatti da anni ormai si assegna un nome a tutti gli Uragani sin da quando sono delle tempeste tropicali, facilitandone le comunicazioni e gli avvisi al pubblico da parte dei servizi addetti alla previsione, alla sorveglianza e all’emergenza; dal 1979 gli Uragani hanno anche nomi maschili mentre precedentemente avevano solo e soltanto nomi femminili.

Il luogo di nascita delle depressioni tropicali si trova negli oceani, circa tra i 5 e i 15 gradi di latitudine Nord e Sud. Come in molti vortici atmosferici, la principale fonte di energia che avvia e sostiene il vortice ciclonico è il calore latente liberato dalla condensazione del vapore acqueo.

La maggioranza degli uragani si forma in alcune regioni oceaniche e in alcune stagioni dell’anno: in condizioni cioè in cui la temperatura superficiale del mare è abbastanza alta, tra +25 e +28°C. Le regioni oceaniche in cui si formano gli uragani coincidono con le zone delle calme equatoriali, dove convergono gli alisei dai due diversi emisferi: sono zone caratterizzate da assenza di venti e da forti riscaldamenti della superficie marina a causa della costante azione della radiazione solare.

Il forte riscaldamento degli strati inferiori dell’atmosfera tende a renderli instabili e quindi a favorire i moti convettivi, ossia il movimento verticale verso l’alto dell’aria caldo-umida che si trova subito sopra la superficie del mare; il raffreddamento di tali masse d’aria produce la condensazione e quindi la liberazione di grandi quantità di calore latente.

Un po quello che avviene nei pomeriggi Estivi nell’Appennino e nelle Alpi in Italia, quando si formano temporali, a volte molto intensi, causati dai moti convettivi che incanalano masse d’aria caldo-umide dal suolo verso l’alto.

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