Disastro provincia: il CdM approva stato d’emergenza

Disastro provincia: il CdM approva stato d’emergenza

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venerdì 19 Febbraio 2010 - 14:50

A comunicarlo Palazzo Chigi con una nota che riguarda anche la regione Calabria. Ricevuto: «lavorare da subito per la prevenzione»

Il Consiglio dei Ministri ha approvato due stati d’emergenza per i gravi dissesti idrogeologici che hanno interessato la provincia di Messina e la Calabria nei giorni scorsi. A renderlo noto un comunicato diffuso da Palazzo Chigi. «Al fine di completare gli interventi di contrasto ai danni da inquinamento di suoli ed acque in Sicilia – si legge -, nonche’ per le avverse condizioni del gennaio 2009 in Calabria, il Consiglio ha prorogato gli stati d’emergenza gia’ dichiarati a tal fine».

Intanto il governo nazionale ha espresso parere favorevole anche sull’ordine del giorno presentato dai deputati messinesi del PdL Garofalo e Germanà. I due, a seguito delle tragedie di Messina, di Giampilieri e quella più recente, che ha interessato il comune di San Fratello e tutta l’area dei Nebrodi sul versante tirrenico della provincia di Messina, hanno chiesto l’impegno dell’Esecutivo per rafforzare la propria azione in ottica della prevenzione del rischio idrogeologico, attraverso l’adozione di misure, anche di carattere finanziario, che diano la possibilità, mediante il cofinanziamento agli enti locali singoli o associati i cui territori presentano condizioni di pericolosità idrogeologica e sismica.

Emergenza ma anche prevenzione dunque. Così come tracciato dal presidente della Provincia Nanni Ricevuto: «Quanto accaduto è sotto gli occhi di tutti – ha affermato stamattina davanti palazzo Dei Leoni -. Non ci resta che dare fondo a tutte le risorse attendendo l’intervento della Protezione Civile». Ma per superare definitivamente questa fase, per l’ex senatore bisogna guardare oltre: «Quello della provincia di Messina è un territorio molto complesso, non facile da gestire per la sua conformazione. Vogliamo provare una volta per tutte a provare a metterlo in sicurezza con l’obiettivo di limitare, quantomeno, gli eventi calamitosi? Se sì, servono progetti e ordini di priorità. In questa direzione ci stiamo muovendo». L’intenzione sarebbe quella di contare sull’apporto professionale dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), organismo che dovrebbe indicare l’ordine di precedenza di un intervento rispetto ad un altro. A seguito di questa selezione, si potrebbe anche predisporre un piano da inserire nei “classici” strumenti amministrativi come il triennale delle opere pubbliche. Ciò per trovarsi nelle condizioni di ottenere i finanziamenti necessari, in primis dal Ministero dell’Ambiente. (foto Sturiale)

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