Reportage fotografico
Non è domenica, nè un giorno festivo: semplicemente carnevale. Un martedì feriale di fine febbraio, ma con tanta neve al suolo in Aspromonte, ancora sin dalle colline.
Ma le strade (almeno alcune) sono pulite e spalate: così da Gallico si arriva a Gambarie senza catene, e c’è chi sale anche con i motorini!
Impraticabili le altre principali arterie viarie, da Terreti a Melia, da Sant’Eufemia a Delianuova, ma da Gallico ci si impiega poco più di 30 minuti e la strada è pulita, scorrevole e veloce.
Le piste della stazione sciistica più antica dell’Appennino sono letteralmente presi d’assalto.
Centinaia di giovani si stanno riversando, giorno dopo giorno, a Gambarie per godersi il mezzo metro abbondante di neve presente al suolo, e nelle prossime ore (soprattutto nel pomeriggio di mercoledì 25) potranno godersi una sorprendente, nuova, discreta nevicata.
Le piste sono funzionanti a pieno regime, e sono in tanti gli sciatori che ne usufruiscono con gioia e allegria.
Sì, Gambarie è la prima stazione sciistica nata nell’Appennino.
Fondata nel lontano 1953, quando ancora non esistevano altre stazioni per il turismo invernale in tutto l’Appennino Italiano, Gambarie è sempre stata un punto di riferimento per tutti gli appassionati degli sport invernali del sud Italia.
Rese uniche e impareggiabili dal panorama, le piste sciistiche spesso sono frequentate anche da appassionati provenienti dall’estero, attirati dall’eco di una località così magica e fiabesca in cui è possibile sciare guardando il mare, le isole Eolie, lo Stretto di Messina e l’Etna, il vulcano più grande e alto d’Europa.
Non raramente, in passato, le piste sono rimaste aperte fino al mese di aprile grazie all’abbondante innevamento: una situazione che potrebbe ripetersi quest’anno, considerando l’attuale accumulo superiore ai due metri in cima alla pista azzurra (1.743 metri di Monte Nardello) e le previsioni di nuove nevicate, e gelate, per i prossimi giorni.
Dopotutto non è una novità: al contrario di quanto è popolarmente diffuso, il nome -Aspromonte- non significa che questo massiccio montuoso sia un -monte aspro-, anzi …
L’etimologia del termine ci porta indietro nel tempo fino agli antichi Greci, che, stanziandosi sui dorsali e alle pendici di queste fertili, lussureggianti e ricche montagne, definirono il massiccio -aspròs montòs-.
Aspròs, in greco antico, non significava -aspro-, ma -bianco-: l’Aspromonte è, quindi, il Monte Bianco del sud (o del Mediterraneo, fate vobis!), e i greci lo chiamarono così, molto probabilmente, per l’abbondanza delle nevi e soprattutto per il perdurare dell’innevamento fin nei mesi estivi, come accade sovente anche nei nostri tempi.
Bene, mi avete consentito questo sfogo, forse logorroico.
Non mi faccio mai sfuggire l’occasione di specificare queste due curiosità che dovrebbero inorgoglire tutti gli abitanti di questa terra: la spesso bistrattata Gambarie è in realtà la prima stazione sciistica dell’Appennino, e il tanto discusso Aspromonte è in realtà un massiccio fatto di fresche fiumare, valli di un verde lussureggiante, una fertilità resa unica dal sapore Mediterraneo, palpabile anche alle alte quote (Montalto tocca i 1.956 metri sul livello del mare), e grandi medie nivometriche.
Adesso, terminando di stancarvi, passiamo alle immagini della splendida giornata di martedì 24 febbraio sulle piste di Gambarie.
Qui il Reportage con le foto: http://www.meteoweb.it/cgi/intranet.pl?_cgifunction=form&_layout=sezioni&keyval=sezioni.sezioni_id=1345
