La denuncia di Legambiente: «Per i rifiuti tecnologici RAEE impunemente disattesa la normativa per il regolare smaltimento. La città resta uguale con le sue discariche abusive e una raccolta differenziata che non prende quota»
«In un’epoca in cui crisi economica, esaurimento delle fonti energetiche ed inquinamento occupano le cronache e le menti di governanti e amministratori, Messina resta uguale a se’ stessa, con le sue discariche abusive, con la questione irrisolvibile dei rifiuti, con un approccio politico indirizzato verso vetusti metodi di raccolta e smaltimento. Importanti città riescono con successo in pratiche civili che noi ci rifiutiamo di seguire. La raccolta differenziata, indispensabile per questioni economiche ed ambientali, non riesce a prendere quota nella nostra città, anzi, per giustificare la non applicazione della legge italiana, si adducono scuse di alti costi, smentiti ogni giorno dall’esperienza di centinaia di comuni. Le isole ecologiche non funzionano, l’educazione ambientale è assente, i controlli miraggi». Così la presidente di Legambiente Messina, Santina Fuschi, illustrando la situazione che da oltre un mese si presenta in una delle tante vie di Messina.
Tra i rifiuti, si nota perfettamente quello che doveva essere un palo dell’elettricità. Esiste la possibilità che a gettarlo per strada sia stato un semplice cittadino poco consono alla civiltà, o piuttosto, qualcuno che lo abbia sostituito? «E che dire delle enormi quantità di elettrodomestici o mobili abbandonati , specie durante il periodo degli sconti? – continua l’esponente di Legambiente – E’ credibile pensare che nessuno adotti la pratica di telefonare al numero verde della’Ato o di Messinambiente per il ritiro al domicilio dei rifiuti ingombranti e che per quanto riguarda i rifiuti tecnologici RAEE venga impunemente disattesa la normativa per il regolare smaltimento?».
Il Decreto Legislativo 151 del 25 luglio 2005 in vigore in ITALIA dal gennaio 2008 coinvolge infatti i produttori, che devono iscriversi a un apposito registro per dichiarare le quantità di AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) immesse sul mercato ed entrare a far parte di un Sistema Collettivo/Consorzio che si occupa di raccolta, trasporto, stoccaggio, disassemblaggio, riciclaggio e smaltimento dei RAEE. Ma anche i distributori che sono chiamati a ritirare gratuitamente i RAEE lasciati presso di loro dai consumatori e a inviarli nelle apposite piazzole ecologiche e i cittadini che sono tenuti a separare i RAEE dagli altri rifiuti e a conferirli alla distribuzione oppure alle isole ecologiche comunali.
«L’enorme quantità di questo tipo di rifiuto per le strade di Messina – conclude Santina Fuschi -, specialmente delle periferie, può stimolare ad un controllo da parte degli organi competenti?»
