Gestione delle alberate urbane, e tutto riconducibile all'aumento del carico antropico?
Sabato scorso, presso l’Orto Botanico di Messina, si è tenuta una conferenza sulla gestione del verde urbano con particolare riferimento alle problematiche generate dai pini ubicati lungo la Circonvallazione cittadina..
In questa occasione,nella sede ideale per un confronto che coinvolge la città, le istituzioni e le competenze tecnico – scientifiche la Direttrice dell’Orto Prof.ssa Picone, ha avuto la sensibilità di invitare due relatori di chiaro spessore scientifico e qualificati per trattare l’argomento.
L’agronomo prof. Giancarlo Polizzi ordinario di Patologia Vegetale presso l’Università di Catania ed il forestale dott. Carmelo Fruscione Vice Presidente Nazionale della Società Italiana Arboricoltura con enorme esperienza nel campo della Valutazione di Stabilità degli Alberi (VTA).
Entrambi i relatori hanno tracciato la differenza che esiste tra i diversi ambiti di applicazione della professione di agronomo quello agrario, quello forestale e quello urbano diversificando tecniche e modalità di intervento in contesti tanto diversi da poter essere considerati anche antitetici tra loro.
In particolare il dott. Fruscione ha approfondito le tematiche relative alla gestione di alberi ad alto fusto in città facendo esplicito riferimento ai pini della nostra Circonvallazione.
Sinteticamente ha valutato l’incidenza della problematica facendo rilevare come abbia potuto constatare limitati casi di deformazione riconducibili alla risalita dell’apparato radicale mentre le alterazioni della sede stradale dell’arteria cittadina vanno principalmente ricondotte a cause diverse quali mancata manutenzione, presenza di infrastrutture sotterranee ecc.
Successivamente ha individuato i motivi della risalita radicale nell’impermeabilizzazione del terreno dovuta alla stesura dell’asfalto ed all’eccessiva compattezza del terreno e, quindi, ha attestato l’esistenza di soluzioni tecniche utili all’eliminazione della problematica e del pericolo di schianti illustrando le soluzioni da adottare.
Studio attento dell’andamento radicale, individuazione delle radici da poter eliminare, controllo dell’accrescimento della chioma, miglioramento delle condizioni vitali della pianta mediante la realizzazione di un’aiuola opportunamente dimensionata, sostituzione dell’asfalto con pavimentazione drenante capace eliminare l’effetto “barriera di vapore” garantendo lo scambio dell’aria ed il passaggio di acqua tra l’ambiente esterno e quello tellurico.
Ho avuto il piacere di sentire condividere quanto personalmente relazionato e quanto sostenuto insieme a tanti colleghi agronomi da un esperto così autorevole.
Relazioni e pareri richiesti da chi, avendo responsabilità in merito, ha agito coerentemente con la sua storia personale ritenendo corretto approfondire l’argomento dimostrando ancora una volta sensibilità verso la città e rispetto verso i cittadini.
Relazioni e pareri riportati da quella stampa ancora capace di dare voce a tutti indipendentemente dalle appartenenze e dalle conoscenze a favore del dovere di cronaca onorando il proprio lavoro.
Ben poca soddisfazione visto lo stato dei fatti.
A questo punto si impone una riflessione. Visto che si parla tanto dell’inciviltà dei messinesi, correndo il rischio di slogarsi le mascelle a forza di parlare con la bocca larga, bisognerebbe chiedersi chi è il vero incivile.
E’ certamente incivile colui il quale, vivendo in un contesto ottimale, non utilizza correttamente i servizi a disposizione. Ma un cittadino che supplisce a carenze croniche inventandosi parcheggi o districandosi tra un’infinità di disservizi, che vive attaccato alla speranza di un favore o un posto più o meno fisso può essere tacciato di inciviltà o è una persona che sopravvive alle incompetenze di pochi sopportando la beffa di garantire privilegi a questi ultimi?
E come può essere qualificato chi interviene attivando una conferenza di servizi che coinvolge Vigili del Fuoco, Vigili Urbani, ingegneri, architetti ed Azienda Foreste Demaniali per risolvere il problema dei pini sulla Circonvallazione procedendo all’abbattimento delle piante?
Che validità può avere, in relazione alla gestione di un alberata urbana, la determinazione di una Conferenza di Servizi alla quale prendono parte professionalità tanto lontane dal quella degli agronomi o dei forestali specializzati nell’ambito urbano quali quelle dei Vigili del Fuoco e dei Vigili Urbani, di professionisti formati ad operare con materiali inerti e non con essere viventi, dell’Azienda Foreste estremamente competente in un ambito (forestale) completamente diverso e diversificato rispetto quello urbano come sottolineato dai relatori prima citati?
Come valutare chi interpreta delle note tecniche alla stregua di polemiche arrivando a negarle, l’assenza di risposte, l’ostruzionismo avverso le istanze presentate ufficialmente, la mancata informazione circa eventuali approfondimenti eseguiti a fronte delle richieste avanzate da tecnici, partiti, associazioni e cittadini che non condividono un intervento tanto drastico su un bene che è anche di loro proprietà e sul quale era possibile intervenire in maniera diversa più tecnica e meno incisiva come ampiamente sostenuto dai professionisti della materia e per come ampiamente illustrato da un esperto vero quale il dott. Fruscione?
Per quanto mi riguarda ho già la mia risposta e mi sono comportato di conseguenza. Non ho la presunzione di rispondere a nome di altri e per questo giro la domanda a chi legge queste poche righe.
Posso solo permettermi di ricordare come storicamente, in certi frangenti, incivile è sempre stato colui il quale pur possedendo le capacità ha evitato di partecipare lasciando spazi liberi appetibili per chi non ha né arte né parte. Tale mancanza di partecipazione rappresenta un ostacolo per quella parte di società sana incontestabilmente presente e distribuita in maniera trasversale rispetto eventuali schieramenti e che, anche ora, ben si adopera per la città.
