Ricerche. Un seme resistente al caldo

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Ricerche. Un seme resistente al caldo

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lunedì 22 Giugno 2009 - 11:15

L'Ente di Sviluppo Agricolo finanzia la ricerca del Dipartimento di Fisica.

Del tutto in linea con la gestione del presidente Roberto Materia, iniziata nel 2006, e particolarmente attenta alla ricerca, arriva da parte dell’ESA – Ente di Sviluppo Agricolo – un finanziamento di trentamila euro per il Dipartimento di Fisica dell’Università di Messina, che sta studiando l’applicazione dei bioprotettori organici su sementi di piante rustiche per migliorarne l’adattamento a condizioni climatiche sfavorevoli.

Lo spunto dello stanziamento è da attribuirsi ad una ricerca già avviata dal prof. Salvatore Magazù, ordinario al Dipartimento di Fisica dell’Università, che studia l’applicazione del trialosio alle sementi, per renderle resistenti alle aggressioni climatiche di caldo e freddo estremo.

La convenzione tra l’Ente di Sviluppo Agricolo e l’Università di Messina prevede l’utilizzo di sementi conciate con bioprotettori, per facilitare la moltiplicazione di piante erbacee rustiche, esaltandone le intrinseche qualità di resistenza all’aridità.

Ricerca quanto mai utile per una terra come la Sicilia che, a causa della siccità, è, in Europa, tra le regioni più a rischio di desertificazione.

I campi sperimentali dovrebbero essere quelli di Campo Carboi tra Palermo e Trapani o Trapani e Agrigento, dove l’Esa ha ristrutturato locali per destinarli alla didattica ed alla convegnistica e dove già l’Ente, in collaborazione con l’Università di Palermo, è impegnato nella sperimentazione di campi di pesca, albicocca e carciofo al fine di aumentare le performance di questi prodotti.

Lo studio di ricerca sarà preceduto da un censimento delle aziende agricole locali a rischio desertificazione, valutando le proprietà dinamiche, termodinamiche e di trasporto, connesse alle interrelazioni bioprotettive/H2O.

Il presidente dell’Esa, Roberto Materia, afferma che: “Il finanziamento all’Università di Messina rientra perfettamente nel filone della ricerca e dell’innovazione che il nostro ente persegue già con le attività della biofabbrica di Ramacca, e le sperimentazioni sui frutteti di Campo Carboi nel palermitano.

Attività di ricerca -continua Materia- da noi incentivate e finanziate, i cui risultati vengono poi comunicati alle imprese agricole per i benefici che possono derivare alle produzioni”.

Ed è proprio il caso di parlare di benefici, dato che l’importante attività svolta nella biofabbrica di Ramacca, con la produzione e distribuzione di tre specie di insetti per la lotta ai parassiti degli agrumi e delle colture in serra, ha già raggiunto il numero di 70mila ma si arriverà a ben 100mila esemplari distribuiti fra gli agricoltori siciliani.

La politica seguita negli ultimi anni dall’Ente, presieduto dal dott. Materia, con gli interventi di lotta biologica, è da considerarsi di pubblica utilità poiché in tal modo si educano gli operatori agricoli a ridurre il numero di pesticidi che, oltre ad essere una delle cause di inquinamento del terreno e delle falde acquifere, sono notoriamente dannosi per la salute dei consumatori.

Importanti passi, questi, per tornare ad avere sulle nostre tavole prodotti sani, non modificati, né trattati e sicuramente di alta qualità.

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