A S... proposito di Zps - Capitolo secondo

A S… proposito di Zps – Capitolo secondo

A S… proposito di Zps – Capitolo secondo

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mercoledì 08 Luglio 2009 - 15:30

Una delle denunce di maggiore veemenza scaturita dalla fitta rete dei controlli messi in atto da certi ambientalisti riguarda l’istanza di verifica di Valutazione di Incidenza Ecologica di cui al prot. 2/4913 del 20.07.07.

“Decine e decine” di pagine mirate a contestare le dichiarazioni del professionista il quale attestava come nei lavori in oggetto “non sono previsti sbancamenti significativi”.

Azione sicuramente meritoria tesa a proteggere l’ambiente e l’habitat dei poveri uccelli per la salvaguardia dei quali sul nostro territorio è stato imposto il vincolo della Zps.

Però l’immediata percezione di vivere in un contesto attentamente controllato da parte di questi particolari ambientalisti inizia a vacillare leggendo il verbale della seduta del 29.11.2007 della Commissione Comunale pubblicato sul sito Internet del Dipartimento.

In tale documento viene riportato l’intero iter seguito dall’originario Piano Costruttivo.

In particolare si rilevano data ed estremi di presentazione dell’istanza da approvare (anno 2001), data ed estremi del parere favorevole della Commissione Urbanistica Comunale (anni 2002 e 2003), viene citata la delibera di approvazione con la quale il Consiglio Comunale approva il Piano in oggetto (26/C del 16.04.2003) ed infine si riportano gli estremi del Decreto Dirigenziale di approvazione emesso dall’Assessorato Regionale Territorio Ambiente (n. 1048 del 19.03.2003) con la conseguente pubblicazione su Gazzetta Ufficiale(n. 45 del 17.10.2003).

Sempre dalla lettura dello stesso verbale (non top secret, ma visionabile da tutti sul sito Internet del Dipartimento Comunale) si evince come l’istanza in corso di verifica sia relativa ad interventi ancora non iniziati alla data della seduta (terzo lotto), come i fabbricati già realizzati o in via di ultimazione sono relativi al primo ed al secondo lotto del piano di Costruzione e, infine, l’ultimazione delle previste opere di urbanizzazione con conseguente alterazione di eventuali habitat preesistenti.

Sempre dall’obbiettiva lettura del verbale e degli atti di progetto si rileva la presenza di importanti opere di mitigazione tra le quali un Parco Urbano di 15.000 metri quadrati da realizzare sulle terre di scavo.

Assunte tali informazioni la percezione iniziale varia completamente; per gli edifici per cui si richiede verifica di compatibilità ambientale non è stato ancora aperto il cantiere, i palazzi realizzati o in corso di edificazione sono stati regolarmente autorizzati e costruiti con tutte le autorizzazioni del caso, i terreni ricompresi nell’originario Piano di Costruzione sono già stati modificati mediante la realizzazione delle opere di urbanizzazione ed infine, sono state previste importanti opere di mitigazione oltre un parco urbano di notevole estensione corredato da piano di gestione.

Ma dovendo fare “scarmazzo” (per dirla alla Camilleri) queste notizie non sono utili, anzi, risultano controproducenti perché qualcuno, qualche maligno, potrebbe addirittura chiedere dove erano e che cosa facevano i nostri eroi ambientali quando è stato pubblicamente presentato il Piano di Costruzione (con notevole clamore), e mentre si ottemperavano i passaggi burocratici (alcuni ad evidenza pubblica) utili ad acquisire tutti i permessi, le autorizzazioni e le concessioni necessarie per costruire nel completo rispetto di legge edifici giudicati a così elevato impatto ambientale e che sottraggono spazi vitali ai tanto bistrattati uccellini.

Anch ein questo caso questa strana “vis denuntiandii” si manifesta in tutta la sua potenza contro il singolo tecnico mentre non interessa l’operato di chi ha dato legittimità giuridica a quello che comunemente viene definito da tutti “assalto al territorio” o “cementificazione selvaggia”.

Per quanto mi riguarda limitandosi a denunciare l’effetto si allontana l’attenzione dalla ricerca della causa con il solo risultato di distogliere gli addetti ai lavori dallo studio di possibili soluzioni.

Alla luce di tale personale interpretazione è possibile delineare un confine netto tra chi ha gli strumenti e le conoscenza per operare e chi non è capace di organizzare un’iniziativa fattiva, tra chi spettegola a favore degli amici fallendo prima di iniziare e chi onora la propria professione fornendo un’informazione quanto più corretta e plurale possibile.

Nel prossimo capitolo si procederà ad analizzare le tanto declamate ri…scosse fornendo un parallelo con l’attività di altri ambientalisti che perseguono i loro giusti fini percorrendo altre strade (ops scusate, sentieri).

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