Ma che fine ha fatto il Pdl a Messina? Da giugno se ne sono perse le tracce

Ma che fine ha fatto il Pdl a Messina? Da giugno se ne sono perse le tracce

Rosaria Brancato

Ma che fine ha fatto il Pdl a Messina? Da giugno se ne sono perse le tracce

Tag:

domenica 27 Ottobre 2013 - 06:41

Il dibattito politico dalle amministrative in poi fa riferimento solo a renziani, accorintiani, civatiani. Del Pdl da giugno, si sono perse le tracce. E' come se, dopo la batosta elettorale Messina sia stata colta da un'amnesia collettiva che ha fatto dimenticare i rappresentanti della forza di governo degli ultimi decenni. Tranne voci singole il partito sembra essere evaporato, incapace di indossare i panni dell'opposizione

Fino a pochi mesi fa erano dappertutto. Imperversavano sulla stampa, ai convegni, nei Palazzi. Ovunque ti giravi, giornalisticamente parlando, c’era un esponente del Pdl, con codazzo al seguito. Assessori, consiglieri, deputati, presidenti, componenti di cda, ex qualcosa, i rappresentanti del centro-destra erano ovunque, dai manifesti agli articoli, dai dibattiti alle interrogazioni, da Messina a Roma, passando per Palermo. C’era Nanni Ricevuto con le conferenza stampa, anche quelle indette da altri, nelle quali lui, da show-man navigato prendeva tutta la scena. Onnipresente, passeranno alla storia le sue litigate con i rivali di sempre Pippo Rao, Roberto Cerreti e Pippo Lombardo. A Maregrosso, o per strada eri certo d’incontrare l’assessore Pippo Isgrò che presiedeva alla pulizia dei tombini e alla copertura delle buche (ebbene sì, anche nell’era Buzzanca i tombini e le buche erano sistemati, non è un’ operazione inventata di recente). Uscivi e t’imbattevi in Orazio Miloro, Michele Bisignano, o in Pippo Capurro alle prese con il mercato Zaera o le vicende del risanamento, Buzzanca assediato dalle diverse categorie di lavoratori o intento a litigare con Clara Crocè, Dario Caroniti che spaziava dai servizi sociali al campo rom. Ogni tanto incontravi Francesco Stagno d’Alcontres e Nino Beninati, azzurri nel Dna e poi col tempo allontanatisi dal partito. All’elenco sono da aggiungere gli ex assessori Roberto Sparso e Pippo Corvaja. Ancora alle Politiche di febbraio, il Pdl, primo partito in città, organizzava conferenze stampa con grafici e percentuali che attestavano i successi. Poi, dopo le amministrative di giugno, è calato il sipario. E’ stato come se Messina sia stata colpita da una sorta di amnesia collettiva che ha fatto dimenticare l’esistenza in vita del centro-destra ed i suoi protagonisti in carne ed ossa sono fisicamente scomparsi dalla scena politica. Giova ricordare che Messina è una città di centro-destra sin dai tempi di Romolo e Remo, al punto che nel referendum del ’46 siamo risultati monarchici fino al midollo. Invece dalle amministrative in poi nel dibattito politico si parla solo di accorintiani, civatiani, renziani, genovesiani, e il termine berlusconiano è diventato talmente raro nelle cronache politiche cittadine da sembrare sanscrito. Sommando i voti ottenuti da Accorinti a quelli di Calabrò è come se all’improvviso i messinesi, dopo essersi coricati per mezzo secolo con simpatie di centro-destra si siano svegliati di centro-sinistra. Come se fosse passata un’era geologica da febbraio o dalle adunate oceaniche all’arrivo di Re Silvio nello Stretto. L’amnesia collettiva ha fatto dimenticare che il Pdl alle amministrative ha schierato un candidato, il parlamentare Enzo Garofalo, che si è fermato al primo turno. Siamo talmente presi dalla crisi del Pd e dal chiederci dove mai andrà Genovese alle prossime elezioni che abbiamo quasi dimenticato il Pdl, come se nel frattempo fosse evaporato. Già, ma dove sono finiti? Per esperienza di mamma so che quando nell’altra stanza c’è troppo silenzio vuol dire che sta per scoppiare un putiferio. Ad una giunta di sinistra ci si sarebbe aspettati una forte opposizione dal centro-destra. Invece, tranne voci isolate, dal Pdl solo silenzio. Gli strali finora sono venuti da esponenti del centro-sinistra o dei movimenti, come Saro Visicaro. Dal Pdl neanche una conferenza stampa last minute. Mentre le diverse anime del Pd tengono conferenze stampa a spron battuto al punto da far pensare che sono diventati un esercito, nel Pdl, inteso nella sua espressione partitica, non vola una mosca. Le critiche più chiare e lucide, accompagnate da proposte alternative e da una conoscenza decennale della macchina amministrativa sono venute solo da Gianfranco Scoglio, in tv, sulla stampa o su Fb. Prese di posizioni ufficiali del Pdl mai. In Aula gli eletti azzurri sono pochi e ad agitare le acque ci pensano Trischitta e Piero Adamo, che paradossalmente per anni è stato la spina nel fianco dei vertici di un Pdl che considerava Vento dello Stretto come i ragazzini da zittire. Per il resto si registrano gli interventi di Garofalo sulle varie problematiche e le incursioni di Nino Germanà che è così spesso a Messina da avere messo radici. Ma il Pdl come forza partitica, come contenitore di idee da mettere a disposizione del suo elettorato a Messina non c’è più. Dopo essere stato per anni una forza di governo e quindi presente in tutti i Palazzi, le palazzine, le casupole e i sottoscala, il centro-destra, con la batosta elettorale non riesce ancora ad indossare i panni dell’opposizione. Stare fuori da tutto è evidentemente un’esperienza talmente nuova da dovere ancora essere assimilata. Nel caso messinese la crisi del Pdl nazionale si è intrecciata con quella locale creando una miscela soporifera. Come si dice nelle coppie quando c’è aria di corna, è come se tutti si fossero presi “una pausa di riflessione”. Stanno a guardare cosa farà Berlusconi. Presi dalle sbornie del ventennio i pdiellini hanno guardato con sarcasmo Fini quando indicava l’invisibile crepa di un partito nato incollando Forza Italia e An, salvo constatare oggi che aveva ragione e quelle crepe sono diventate voragini. Stando ai rumors tra gli esponenti messinesi ci sono più colombe che falchi, ma in realtà ormai sono in tanti a guardare al centro. Nessuno si azzarda a muoversi perché c’è la concreta possibilità di finire tutti insieme appassionatamente, (come un tempo non troppo lontano, per chi ha memoria storica), D’Alia, Genovese, Garofalo, Buzzanca, quindi vecchia Dc , Forza Italia-An.

Gli appuntamenti che serviranno da bussola sono il 9 novembre a Roma, con gli incontri degli ex An e di quanti vogliono costruire “qualcosa di destra” e l’8 dicembre, quando in antitesi alle primarie del Pd, ci sarà il Congresso di Forza Italia. Un po’ come con l’ora solare, si riporta indietro la lancetta nel tempo.

La dialettica e il confronto sono il sale della democrazia, un’opposizione è necessaria e aiuta a crescere. Escludendo che il centro-destra si sia dissolto col caldo estivo, o sia transitato in blocco tra gli accorintiani, probabilmente prevale la tesi del silenzio della stanza accanto. Seduti sul divano saranno forse alle prese con i grandi interrogativi dell’umanità, “chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo”. La politica è come il gioco dell’oca, può capitare di stare fermi un turno o due, o di dovere ritornare alla casella di partenza. Ma i dadi, prima o poi devi rilanciarli. Altrimenti sei fuori.

Rosaria Brancato

13 commenti

  1. Cara Rosaria BRANCATO, forse non è una giunta di SINISTRA quella di RENATO sindaco, come sai bene la SINISTRA COMUNISTA o ANTAGONISTA a Messina ha percentuali elettorali da prefisso telefonico, sappiamo con certezza che non sia di CENTROSINISTRA, resta il voto di opinione, distribuito in tutti i candidati sindaco fermi al primo turno. In quei 50 mila voti ci sono quelli di GAROFALO e SCOGLIO del CENTRODESTRA, di TINAGLIA di RESET, di SAIJA del MOVIMENTO 5 STELLE, dei delusi di CENTROSINISTRA. Nel simbolo di RENATO sindaco c’è l’arcobaleno, una giunta ARCOBALENO. Sergio DE COLA, Guido SIGNORINO, Nino MANTINEO, Gaetano CACCIOLA, Filippo CUCINOTTA, Sergio TODESCO, Patrizia PANARELLO sono di SINISTRA? NO. L’unico è Daniele IALACQUA.

    0
    0
  2. Cara Rosaria Brancato. E’ vero ” la politica e’ come il gioco dell’oca , può capitare…….ma i dadi devi rilanciarli…” Ma la novità intervenuta e’ che …tu puoi continuare a giocare, lanciare i dadi sinché vuoi ma nel frattempo… sono spariti I tradizionali PREMI.. che si spartivano un tempo con gli elettori ; i quali stanno sempre peggio e non accettano ormai che il politico mantenga e coltivi SOLO i privilegi “personali” e dei parenti più stretti. La mancanza di vero amore e interesse per la comunità attraversa la quasi totalità dei nostri politici, se si esclude forse Renato Accorinti : L’unica novità nel panorama locale e non solo, ( straordinario il suo intervento all’ANCI del 24/10/13)… che però a ben guardare rappresenta la prova di quanto il consenso trasversale a Renato sia segno, da un lato della volontà di emancipazione dal “ricatto” del voto di scambio e, dall’altra della disperazione fallimentare nella quale siamo attualmente immersi. I PICCIULI FINERU …il mercato e’ chiuso e non si può più comprare il consenso. La spending review ahi noi ha chiuso un ciclo. Si pretenderebbe una idea forte ed una visione progettuale strategico scientifica capace di dare speranze al territorio. Non si intravede nessuno in grado di farsi interprete di questa esigenza alta, se si esclude forse Gianfranco Scoglio che possiede il know how e la preparazione amministrativa. Per cui ci troviamo con un grande Sindaco innovativo che è vittima ignara del più” faraonico ” malinteso della storia : IL NO PONTE , la cui corretta realizzazione invece avrebbe potuto realizzare il sogno del nostro Sindaco e di tutti noi : la ripresa economica civile e SPIRITUALE della meravigliosa nostra Messina . Dall’altro lato, l’altro paradosso, che vede un personaggio lucido e preparato ( Scoglio) che queste cose le ha studiate bene e “metabolizzate” ma…non gode di nessun sostegno da parte dei messinesi. Messina e’ da sempre il più grande PARADOSSO della storia…TUTTO IL RESTO E’….NOIA. Chiacchiere inconcludenti e marginali. Tutto ormai sembra passare sopra le nostre povere teste ( di ca…VOLO) chinate e rassegnate.

    0
    0
  3. e si purtroppo sono spariti poveracci e tutti quei cittadini che il CAPO POPOLO AVEVA PROMESSO LA CASA IN EMERGENZA ABITATIVA .A PROPOSITO COMANDANTE FERLISI COME E FINITA L.INDAGINE SULLE DOMANDE FASULLE E FINITA ALLA MESSINESE POVERA MESSINA NON CAMBIERA MAI LA LEGGE NON CE .

    0
    0
  4. Condivido “Chiacchiere inconcludenti e marginali. Tutto ormai sembra passare sopra le nostre povere teste (di ca…VOLO) chinate e rassegnate.” ed aggiungo:” e mentre la nave affonda, l’orchestra continua a suonare

    0
    0
  5. Angelo Silipigni 27 Ottobre 2013 11:34

    Ma come, avete l’ “autorevole” blogger in home page.

    0
    0
  6. “Ma che fine ha fatto il Pdl a Messina? Da giugno se ne sono perse le tracce”

    E MENO MALE!!!

    0
    0
  7. Eh sì, sono spariti tutti perché quel “pubbirazzo” che apparentemente facevano, NON era dettato dall’amore per la loro città ma soltanto per interesse privato, venuto a mancare il quale si sono, fortunatamente per noi,…vaporizzati!

    0
    0
  8. Caro Giuttari, condivido la sua analisi, e la sua conclusione di definire Messina un “PARADOSSO”. Una città che assiste indolente alla fine di tutto: dalla Pirelli al Comando della Marina Militare di Marisicilia, dalla Rodríguez alla Fiera, dai cantieri navali alla SMEB, alla Provincia Regionale, alla Birra Messina alle Officine Grandi Riparazioni ed alle stesse Ferrovie,ai Ferry Boat, tra poco toccherà all’Ente Teatro e poi pian piano all’Università o alla Gazzetta, alla tanto odiata Tourist etc.
    Ma la colpa non è solo dei messinesi, salvo che per la loro indolenza e mediocrità diffusa. E’ del potere centrale di cui alcuni politici si sono serviti per fare i ministri, di giornali come la Repubblica che hanno inventato i “costi” come se la TAV di progetto non costi 800 milioni e 25 miliardi di realizzazione, e il MOSE 700 milioni di progetto e sinora 5 miliardi e 400 milioni (e mancano due anni di lavoro). I messinesi criticano, osannano i predicatori della loro fame e non costruiscono niente. Dopo 100 giorni Messina continua ad essere piena di erbacce nelle aiuole, piena di spazzatura. Ma per alcuni oggi la spazzatura è più pulita e le erbacce sono diventati roseti. I giovani migliori (laureati)se ne vanno, rimangono solo i pensionati, i bacia pile, quelli che sono alla fine della carriera e i tanti nullafacenti che chiedono ad Accorinti di continuare a fare quello che sanno fare meglio: un bel nulla (per usare un eufemismo). Però desiderano farlo senza TIR (giusto), nelle piste ciclabili e nei giardinetti.
    Comunque non disperi, ci sono persone che valgono e che hanno visioni (come lei) e che proprio nei momenti peggiori, alla distanza, vengono fuori. E’ così dappertutto: in fondo è dalle macerie che si ricostruiscono le città.

    0
    0
  9. Ma non e’ che se ne sente la mancanza…anzi.
    Se magari potesse scomparire anche il PD con tutti i suoi accoliti non sarebbe male!

    0
    0
  10. Lei si illude o ci prende in giro?
    Che poi il 24% degli aventi diritto lo abbiano votato al ballottaggio perché non si tollerava più Genovese e D’Alia, Rinaldi e Ardizzone, ma anche i Picciolo, Greco, Amata, Santalco etc. è un’altra cosa. Ma la stragrande maggioranza di cittadini (come me) se ne sono rimasti a casa perché consideravano entrambi una iattura. Messina per risorgere aveva bisogno di uno come Falcomatà a Reggio, o Bianco che quando Catania, negli anni 90 crollava con la fine dei Graci e Costanzo andò a Parigi a cercare la Stmicroelectronics per investire nella sua città e creare l'”etnavalley”. L’opposto di quello che ha fatto Accorinti che si è sempre battuto contro ogni forma di sviluppo….

    0
    0
  11. sinché pagano gli orchestrali…….

    0
    0
  12. ” i messinesi criticano, osannano i predicatori della loro fame e non costruiscono niente” . Non si può immaginare “lapide” più azzeccata per la nostra città . Spetta ai nostri giovani” picconarla”, avendo presente tuttavia che ormai i veri giochi si svolgono altrove ed il “potere centrale” si è sempre più allontanato da Roma sino a diramarsi in meandri occulti e nei….”caveau” delle banche. E’ giunto il momento di riappropriarci della sovranità e ….delle nostre vite.

    0
    0
  13. La politica a Messina è moda. Una parte aveva da tempo forzato il PD via Laccoto ed ora nel PD c’è entrato di tutto e di più.
    Quella di Garofalo era una sconfitta in partenza.. a partire dai disastri che Buzzanca aveva fatto.
    Gli altri, quelli che non avevano fatto il corso di sopravvivenza democristiano si sono ritirati in attesa di momenti migliori che ci saranno se Renato non pensa a far ripartire Messina economicamente invece di limitarsi al galateo.

    0
    0

Rispondi a pinocchio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007