Caroniti e Limosani: Il Salva Messina non basta serve un patto per lo sviluppo

Caroniti e Limosani: Il Salva Messina non basta serve un patto per lo sviluppo

Caroniti e Limosani: Il Salva Messina non basta serve un patto per lo sviluppo

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lunedì 29 Ottobre 2018 - 06:01

"E' assolutamente necessario fare ripartire l'economia per produrre reddito", scrivono in quest'analisi i docenti Dario Caroniti e Michele Limosani

Ormai da settimane si discute delle politiche di austerity da adottare, ma non si presta la dovuta attenzione al fatto che, in ogni caso, non possa essere sufficiente risparmiare per assolvere ai debiti, ma che sia assolutamente necessario fare ripartire l'economia in modo da produrre reddito. L'amministrazione comunale deve quindi badare al ridimensionamento della spesa, ma non può in alcun modo trascurare né rinviare un piano di sviluppo di Messina: “Governare una città senza una strategia e una visione di futuro, è come ridursi ad amministrare un condominio” o ancor peggio, come nel nostro caso, a fare il liquidatore del condominio stesso. Prioritariamente bisognerebbe annullare gli ostacoli burocratici che rendono difficile, quando non impossibile, fare impresa a Messina. La diffusa mentalità secondo la quale fare profitti equivale a un illecito alberga soprattutto presso la pubblica amministrazione, che in modo sempre più insistente crea artificialmente vere e proprie barriere a quanti vogliano aprire una attività commerciale o pensano di investire nel campo dell'edilizia o del turismo; quasi come se questi settori produttivi della città fossero un problema, piuttosto che una necessaria risorsa.

Il tema poi che merita davvero una riscoperta è quello delle politiche del mare. Nell’introduzione al piano regolatore della città di Messina del 1911 l’ing. Carlo Borzì sosteneva che “la risurrezione di Messina dipenderà dalla sistemazione del porto e dalle aree ad esso limitrofe”. Come pensa questa amministrazione di dover intervenire su questo fronte? L’economia del mare rappresenta un asset strategico per questa città. La rivitalizzazione delle attività commerciali in città è fondamentale. Il commercio rappresenta il 20% circa del PIL cittadino e conta almeno 2/3 del sistema delle imprese locali. Sarà necessario in futuro sviluppare proposte condivise con gli operatori del settore e la Camera di Commercio ed elaborare un piano di azione. Non è solo con la, sia pur meritoria, iniziativa dello street food, che si può rilanciare un settore trainante del nostro sistema economico. Può essere Messina una cluster turistico che, insieme a quello di Taormina, delle isole Eolie e dei Nebrodi, sia in grado di attrarre quote di Turismo internazionale? Può la città di Messina diventare una smart city? Come valorizzare, anche dal punto di vista economico, il nostro habitat naturale, il polmone verde della città, i peloritani?

La competizione a scala globale si gioca oggi, innanzitutto, sull’innovazione e la ricerca. I rapporti tra i sistemi locali produttivi e la ricerca sono la chiave di volta per la crescita futura. La collaborazione sistematica, strutturata, strategica tra il sistema universitario, i centri di ricerca, le imprese e le parti sociali, potrebbe diventare il valore aggiunto per lo sviluppo del territorio, tramite la creazione di start-up e quindi di nuova occupazione. Cosa intende fare su questi fronti l’amministrazione?

Inoltre, gravi carenze si riscontrano in tutti i settori dei trasporti, nessuno escluso, e senza infrastrutture non c’è sviluppo. L'amministrazione comunale deve quindi tornare ad essere un interlocutore dei governi regionali e nazionali per proporre soluzioni, sia nel campo della mobilità, premendo per il recupero del progetto del Ponte sullo Stretto, sia nel campo delle politiche energetiche.

La città ha necessita di un patto per lo sviluppo condiviso che individui le priorità, gli ambiti di intervento, le misure, gli attori, le risorse. Superati definitivamente i balletti sulle dimissioni, il sindaco Cateno De Luca deve finalmente esprimere con la massima chiarezza quale sia la sua “visione” della città e, con la decisione e la determinazione con la quale si è fino adesso espresso sui temi dello sbaraccamento e del bilancio, chiedere a tutti di concorrere con i propri mezzi all'obiettivo del bene comune, la rinascita morale ed economica di Messina.

Michele Limosani Dario Caroniti

Un commento

  1. http://www.riconquistarelasovranita.it/comunicati/la-disciplina-delle-finanze-dei-comuni-documento-approvato-dallassemblea-nazionale-del-fsi-5-giugno-2016
    Se gli Enti Locali e i comuni in particolare si trovano in difficoltà è solo ed esclusivamente per le “regole liberiste criminali di bilancio” imposte dai Trattati UE e dalle conseguenti riforme costituzionali e leggi varate dal 1992 ad oggi. Chi vuole approfondire può copiare e incollare il link che spiega “La disciplina delle finanze dei comuni”. La crisi che lo Stato, e logicamente tutti gli enti locali, è una crisi scatenate da deliberate scelte politiche imposte da Bruxelles, una crisi di domanda dovuta ai continui tagli allo stato centrale.

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