L’anno come doveva essere, come è stato e quello che verrà. Il 2010 (e il 2011) di Messina dalla A alla Z

L’anno come doveva essere, come è stato e quello che verrà. Il 2010 (e il 2011) di Messina dalla A alla Z

L’anno come doveva essere, come è stato e quello che verrà. Il 2010 (e il 2011) di Messina dalla A alla Z

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venerdì 31 Dicembre 2010 - 11:23

Vertenze, opere pubbliche, crisi, polemiche, nodi storici: il consueto alfabeto della “cronaca” cittadina

A

Anno vecchio

Il 2010 è stato l’anno della svolta nella vicenda svincoli, l’anno del Natale degli Angeli, l’anno delle polemiche politiche sorte su più fronti, dal doppio incarico che ha fatto vittime illustri (Ardizzone e Romano) ma non ha fatto vacillare il sindaco Buzzanca, ai continui e improduttivi scontri sull’asse Messina-Palermo. L’anno dell’Ecopass, il ticket d’attraversamento dello Stretto, risorto dalle ceneri della giustizia amministrativa proprio alla fine dell’anno. L’anno della ricostruzione finalmente visibile nei luoghi dell’alluvione, l’anno dell’affossamento quasi definitivo del calcio a Messina, l’anno delle rinnovate e mai sopite polemiche attorno ai macrosistemi Sanità e Università. L’anno della precarietà che non accenna a diminuire, delle incertezze legate ai servizi sociali, degli scandali legati alla gestione dell’immenso patrimonio immobiliare del Comune, delle discutibili dinamiche interne ai due palazzi, degli sprechi e dei tagli agli sprechi, del jazz e di Ligabue a Messina, del Teatro che prova a rinascere anche grazie a nuove e “fresche” realtà di laboratorio, del Palacultura che finalmente ha aperto i battenti, del sacco edilizio del quale qualcuno finalmente si è accorto. Il 2010 è stato questo è sicuramente molto altro. Noi proviamo a sintetizzarlo così, ricordando ciò che avevamo immaginato un anno fa, nel dicembre 2009, scrivendolo in questa stessa rubrica, raccontando quello che è effettivamente successo e immaginando, a nostra volta, cosa potrebbe succedere nel 2011.

B

Bertolaso

L’anno che avrebbe dovuto essere… dovrà dare alla città e alla sua provincia dei Piani di protezione civile pienamente operativi, che garantiscano la sicurezza di coloro i quali ancora oggi non sanno come comportarsi nelle situazioni di emergenza. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Bertolaso non c’è più, tanto per cominciare. Non è più lui il capo della protezione civile nazionale. Ma prima di andarsene ha fatto in tempo per “spararne” una delle sue («La mazzata del 1. ottobre è servita fermare lo scempio»). A proposito di protezione civile, il 2010 è stato l’anno della prima grande esercitazione in città, una settimana di “test” che però, se non seguita da adeguati piani e costanti aggiornamenti servirà a poco.

L’anno che verrà… In termini di protezione civile ci vogliono ancora passi avanti. L’augurio è che il 2011 non offra ulteriori banchi di prova importanti alla città e che qualora dovessero succedere nuovi eventi, la “macchina” si faccia trovare preparata. Magari con un piano di protezione civile del quale l’intera popolazione sia pienamente consapevole.

C

Crisi

L’anno che avrebbe dovuto essere… sarà quello decisivo. Quello in cui si potrà capire se questa crisi avrà effetti irreversibili o se la si riuscirà a superare, infondendo nuova fiducia alla classe imprenditoriale, magari con un più incisivo supporto della politica e delle istituzioni. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Se quello passato doveva essere l’anno decisivo, allora conviene rimandare di dodici mesi un bilancio. Perché se il consuntivo dovessimo farlo adesso, diremmo che la situazione è ulteriormente peggiorata, se possibile. La disoccupazione continua a raggiungere livelli drammatici, buone notizie sono arrivate alla fine dell’anno dalla sanità, con le circa 600 assunzioni che daranno nuova linfa agli ospedali cittadini e della provincia. Rimane, però, la grande piaga del precariato, alla quale la Regione non ha ancora saputo trovare rimedio.

L’anno che verrà… E’ proprio dal precariato che vogliamo partire, l’auspicio per il 2011 è che si trovi uno sbocco per questo esercito “a tempo determinato”. La crisi globale non ha ancora esaurito i suoi effetti, di cui a cascata soffrono quasi tutti i settori. E soprattutto le istituzioni pubbliche devono fare la propria parte, molto più di quanto fatto nel 2010 (cioè quasi nulla).

D

Discarica

L’anno che avrebbe dovuto essere… sarà un banco di prova anche su questo fronte. La discarica, infatti, rischia di trasformarsi in una nuova incompiuta qualora non si dovessero rispettare i tempi previsti. Un ostacolo potrebbe essere rappresentato dai ricorsi già presentati al Tar dalle associazioni ambientaliste: la discarica di Pace, infatti, si trova in piena Zps, Zona a protezione speciale. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Tutto ci si sarebbe aspettato, tranne che lo stop alla discarica di Pace arrivasse non dal Tar, ma da colui che ne era stato uno dei maggiori sponsor, il sindaco Buzzanca. Stop figlio dell’ennesimo scontro con il presidente della Regione Lombardo e che ha portato alla rottura dei rapporti con Nino Dalmazio, che dopo anni di gestione ha lasciato Messinambiente, proprio nei giorni in cui l’Ato3 emanava il bando “della discordia” che dovrà individuare la nuova società dei rifiuti in città.

L’anno che verrà… Le incognite sono tante. La discarica appartiene ormai al passato, ma sul resto incombe un enorme punto interrogativo. A partire proprio dal bando, che una circolare della Regione mette in discussione. Si entrerà nel periodo di transizione che dagli Ato porterà alle Srr, con le Province che dovrebbero gestire il sistema rifiuti senza che, però, sappiano da dove cominciare. Il rischio è che si generi il caos, e il caos non porta mai con sé nulla di buono.

E

Enti

L’anno che avrebbe dovuto essere…… sarà sempre, o quasi, la stessa storia. Finché resterà in vita il matrimonio tra politica e carrozzoni. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Non ingannino i proclami, i carrozzoni sono ancora lì. Ma va dato a Cesare quel che è di Cesare, e dire che qualcosa, comunque, si sta muovendo. La Provincia, in particolare, ha chiuso il 2010 con un massiccio piano di dismissioni dalle società partecipate. Un ottimo proposito, che però dovrà ottenere il vaglio del consiglio provinciale e non sarà facile. Procedura diversa sta seguendo il Comune, che sta analizzando la situazione società per società. Chiusi alcuni capitoli (su tutti la Nettuno), rimangono alcuni nodi da sciogliere (vedi la Innovabic). Si è sbloccata la vicenda Feluca: non esisterà più e nascerà una nuova società interamente pubblica, unici soci il Comune e la Provincia.

L’anno che verrà… Gli enti di sottogoverno sembrano giunti al capolinea e, chi prima e chi dopo, il 2011 potrebbe essere davvero l’anno del taglio ai rami secchi.

F

FC Messina

L’anno che avrebbe dovuto essere… dovrà dire davvero di che pasta è fatto il -nuovo- Acr Messina. L’inizio di avventura altalenante dal punto di vista societario non ha convinto una piazza calorosa ma al contempo esigente, che non ha risposto in maniera decisa ai tentativi della proprietà di creare un organico competitivo in grado di riportare subito i colori giallorossi tra i professionisti. L’obiettivo resta il raggiungimento delle zone alte della classifica. E chissà, sperare in un ripescaggio. Con Di Lullo, Di Mascio, Fabiani o chi per loro. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Che dire, peggio di così… In questo 2010 è successo tutto e il contrario di tutti. Ai già discutibili protagonisti del 2009, l’accoppiata partenopea Di Mascio-Chierichella, se ne sono aggiunti altri, su tutti il misterioso Santarelli da Roma, arrivato a Messina in estate come nuovo proprietario, in realtà ennesimo bluff di una storiaccia dove il pallone giallorosso è divenuto lo zimbello d’Italia. L’autunno sembrava dovesse rappresentare l’uscita dal tunnel, con la cordata guidata dal reggino Martorano. In realtà la situazione si è ulteriormente complicata, nonostante una incoraggiante striscia positiva in campionato. Adesso Messina è in balia di questo triangolo, Martorano-Chierichella-Santarelli, con il primo giustamente esausto degli squallidi botta e risposta degli altri due.

L’anno che verrà… Potrebbe cominciare nel peggiore dei modi, con la radiazione dell’Acr, se non nessuno dovesse presentarsi in campo il 5 gennaio. Un’eventualità che i tifosi vorrebbero scongiurare, ma pare che non tutti gli attori in campo la pensino così. Cosa può riservare il futuro è quanto di più incerto ci possa essere, anche perché non regala grossi entusiasmi la nuova realtà nata nel frattempo, il “Città di Messina”, l’ex Camaro.

G

Giostra-Annunziata

L’anno che avrebbe dovuto essere… potrebbe vedere già nei primi mesi importanti novità. Se i tempi verranno rispettati, infatti, a febbraio potrebbe aprire la galleria di collegamento Giostra-Annunziata, in attesa che vengano poi completati il I e II lotto dell’appalto, i più impegnativi (scadenza prevista, gennaio 2011). E a proposito di viabilità, nelle prime settimane di gennaio dovrebbero finalmente andare in appalto i lavori per il completamento del secondo approdo di Tremestieri. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Le novità ci sono state, ma non nei primi mesi dell’anno scorso. La galleria è stata aperta il 21 dicembre scorso e non a febbraio e, come è evidente, il primo e il secondo lotto non verranno completati a gennaio. Ma il più ormai è fatto, la ventennale storia degli svincoli sta per giungere al capitolo finale. A luglio, inoltre, è stato appaltato il completamento dell’approdo di Tremestieri, e subito è cominciata la solita guerra dei ricorsi amministrativi.

L’anno che verrà… l’estate, ottimisticamente luglio, più realisticamente settembre, sarà la stagione del primo e secondo lotto. La città cambierà volto con l’apertura dello svincolo di Giostra, che a questo punto dovrebbe avvenire regolarmente senza più intoppi. Nell’anno nuovo partiranno i lavori a Tremestieri, a prescindere dai ricorsi, grazie anche ai poteri speciali rinnovati al sindaco Buzzanca.

H

Hotel Riviera

L’anno che avrebbe dovuto essere:… la speranza che le varie inchieste di Tempostretto, come quelle sul complesso edilizio -Archimede-, sull’abbandono dei residenti di -Poggio dei Pini-, sull’incuria del Cimitero Monumentale, possano ancora fungere da pungolo all’intera collettività. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Un anno fa avevamo scelto il caso dell’Hotel Riviera come simbolo dello stato di abbandono di alcune ricchezze cittadine associate all’immobilismo politico. Quest’anno potremmo rinnovare il repertorio con l’area ex Sanderson o con la zona falcata. La politica s’è mossa, in verità, concentrando i propri sforzi sull’operazione Maregrosso, che però deve ancora mostrare risultati “veramente” eccezionali. Da apprezzare pure il fatto che si sia mosso finalmente qualcosa anche nel campo della tutela del territorio: simbolo, il provvedimento di sospensione di ben sedici cantieri. Un segnale, ma per ora ci accontentiamo.

L’anno che verrà… Nel 2011 non ci vorremmo più accontentare. La politica dovrà darsi da fare a partire dal nuovo Piano regolatore. E dovrà dare risposte più concrete proprio sulla meritoria ma finora preliminare azione di riconquista del waterfront e sulla riqualificazione della zona falcata. E a proposito di Hotel Riviera, a fine anno il presidente della Provincia Ricevuto ha annunciato che nei primi mesi del 2011 verrà pubblicato il bando per il project financing. Obiettivo: rendere l’ex albergo una sorta di nuova casa dello studente.

I

Influenza A

L’anno che avrebbe dovuto essere… probabilmente farà luce sul caso e forse verrà a ridursi l’onda mediatica e l’effetto reale della pandemia. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: E chi si ricorda più dell’influenza A? L’onda mediatica si è effettivamente ridotta, la bolla s’è sgonfiata, tutti più tranquilli. Tanto da costringerci a cambiare parola, per la lettera “I”. Con un tema certo non più allegro: I come Incidenti. L’anno che è stato ne ha visti undici mortali, troppi. Due le strade più pericolose, teatro anche di altri scontri: la Panoramica, dove finalmente sono iniziati i lavori di riqualificazione, e la Statale 114, all’altezza di Mili.

L’anno che verrà: Poche parole, l’augurio è che tutto possa filare liscio. La sicurezza stradale dipende molto dalle istituzioni che devono controllare, ma anche dalle singole persone che devono avere più prudenza. Ci affidiamo, per il 2011, al buon senso delle prime e delle altre.

L

Lombardo

L’anno che avrebbe dovuto essere… dovrà vedere ancora protagonista Lombardo: come detto i cittadini vogliono risposte e le vogliono subito. Dopo tre mesi quelle arrivate sono state poche, per colpa soprattutto di un governo nazionale apparso distante. Per questo dal governatore siciliano gli abitanti di Giampilieri e degli altri luoghi alluvionati si attendono di più. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Lombardo protagonista lo è stato di sicuro. Risposte, nei luoghi alluvionati, ne sono arrivate solo in parte, con il Genio Civile in prima linea, come diretta emanazione delle volontà della Regione. Ma Lombardo è stato protagonista anche e soprattutto dal punto di vista politico, con l’ennesimo ribaltone, il “Lombardo Quater”, l’ingresso in giunta di Fli, Pd e Udc, tra cui tre messinesi, il confermato Mario Centorrino, Daniele Tranchida e l’ex prefetto Giosuè Marino. Protagonista anche per l’inchiesta in corso a Catania su un suo passato pieno di ombre. E protagonista dello scontro ormai totale (apparentemente affievolitosi sul finire dell’anno) con il sindaco di Messina Buzzanca.

L’anno che verrà… Dobbiamo aspettarci un quinto governo Lombardo? Ormai non ci stupiremmo di niente. Certo è che il governatore ha mostrato una grande abilità nel rimanere sempre in piedi, ecco perché siamo poco convinti della tesi di coloro i quali sono convinti che il 2011 ci porterà a nuove elezioni. L’anno che verrà, invece, ci imporrà ad essere ancora vigili su quel che la Regione e Lombardo nelle vesti di commissario riusciranno a combinare per la messa in sicurezza di quei territori la cui ferita è ancora troppo fresca.

M

Metropolitana del mare – Metroferrovia

L’anno che avrebbe dovuto essere… dovrà dunque offrire risposte su tutti i fronti: nel caso della Metropolitana del mare attraverso un prospetto definitivo delle rotte da percorrere a misura di pendolari, vere vittime delle suddette carenze. Soprattutto se finalmente si vuole mettere in pratica quell’unità territoriale che porti all’Area Metropolitana dello Stretto. Un disegno che passa però anche attraverso il definitivo rafforzamento dei servizi interni che forniscano adeguati collegamenti anche con le zone periferiche e con i villaggi della zona nord e sud della città. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Cominciamo dalla Metromare. Dopo vari tira e molla, il servizio è partito in estate, ma non come ci si augurava, specie per la spola con l’aeroporto. La svolta l’ha annunciata pochi giorni fa Ricevuto: collegamenti diretti solo col porto di Reggio Calabria con bus navetta verso l’aeroporto dello Stretto. L’uovo di Colombo, l’ha definito Ricevuto. Sul piano Metroferrovia, anche qui il servizio è ripartito a settembre, anche se sembra non aver attecchito molto tra la cittadinanza. Rimanendo in tema di trasporti, se possibile la situazione dell’Atm è persino peggiorata. L’anno s’è chiuso con un bilancio che i revisori dei conti non hanno ancora “vistato” e sul quale pendono le solite, pesanti incognite.

L’anno che verrà… Per quanto riguarda la Metromare, a questo punto rimaniamo in attesa che quanto annunciato da Ricevuto si concretizzi sul serio. Il 2011, per la Metroferrovia, dovrebbe portare in dote il biglietto integrato con l’Atm, il problema è un altro: ci sarà ancora un’Atm? I primi mesi potrebbero essere decisivi in questo senso.

N

Nomine

L’anno che avrebbe dovuto essere… vedrà altre nomine e non potrà essere altrimenti, visti anche gli sconvolgimenti degli equilibri regionali. Si vocifera di novità nell’ambito dei rifiuti, forse cambierà ancora l’assetto dell’Iacp mentre non è chiaro cosa accadrà alla Fiera. Di nomine ce ne saranno anche attorno all’emergenza alluvione e, chissà, anche all’interno delle giunte dei due palazzi. Ci sarebbero poi gli esperti a titolo gratuito di Comune e Provincia, ma questa è un’altra storia. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato… Le nomine ci sono ogni anno, figuriamoci. Poco è cambiato, in realtà. All’Iacp è tornato La Face, alla Fiera viene “ciclicamente” riconfermato il grande “precario” della politica D’Amore. C’è poi l’onnipresente Antonio Ruggeri, nominato prima commissario liquidatore dell’Ato3 e sul finire dell’anno dirigente a tempo determinato del Comune. Il vero cambiamento è stato a Messinambiente, dove Armando Di Maria è stato nominato amministratore unico al posto di Dalmazio. Nelle giunte nulla è cambiato. Ma è solo questione di tempo. Nomine importanti sul piano partitico: D’Amore è divenuto commissario cittadino dell’Mpa, Buzzanca e Corona i co-coordinatori provinciali del Pdl, Muscolino e Francilia i coordinatori dell’Udc locale.

L’anno che verrà… Nell’epoca dei commissariamenti, i cambiamenti e le nuove nomine sono sempre dietro l’angolo. La curiosità (lo diciamo ironicamente) è capire se Ruggeri riuscirà a collezionare almeno un’altra nomina anche nel 2011. Le vere novità nelle due giunte: alla Provincia uscirà di scena l’Mpa, perché così ha deciso il Pdl. Ma ad andarsene potrebbe essere solo Duca, in quanto Daniela Bruno potrebbe tornare al “vecchio amore”, il Pdl appunto. Cambiamenti ci saranno anche a Palazzo Zanca: si vocifera, infatti, che Pinella Aliberti possa cambiare palazzo e sostituire proprio Duca alla Provincia. Al suo posto un nome indicato dal Pdl (dal trio Beninati-Garofalo-Germanà): o un attuale consigliere per far posto in aula a Roberto Nicolosi, o direttamente Nicolosi. Vedremo.

O

Ottobre

L’anno che avrebbe dovuto essere… E’inutile dire che per il 2010 la maggior parte delle speranze sono concentrate proprio sul ritorno alla normalità di quanti trascorreranno l’ultimo giorno dell’anno nelle strutture alberghiere della città, a casa di amici o parenti, o in case in affitto. Le risposte, ancora una volta, si attendono dai governi -amici-, regionale e nazionale. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Negli alberghi ormai sono rimasti in pochissimo, ma parlare di ritorno alla normalità è eccessivo. Di sicuro la messa in sicurezza è partita, ma i governi amici dell’amministrazione messinese, anzi, l’unico governo amico rimasto, quello nazionale, può e deve fare di più in termini di risorse. Tanti cantieri sono aperti e dunque è impossibile tracciare un bilancio. Sicuramente non si è rimasti fermi, e non è rimasto fermo neanche il maltempo, che pur senza fare eccessivi danni, è tornato a farsi sentire a marzo e poi di nuovo a ottobre.

L’anno che verrà… Nel 2011 sì che sarà possibile, anzi, sarà doveroso fare un bilancio di quanto effettivamente realizzato. Non sappiamo se sarà davvero l’anno del ritorno alla normalità, l’augurio è che possa essere qualcosa che le somiglia parecchio.

P

Ponte

L’anno che avrebbe dovuto essere… porterà altre -pietre-, forse, ma soprattutto dovrebbe vedere finalmente concluso l’iter progettuale del Ponte. Si continua, infatti, a sostenere che il 1 gennaio 2017 l’opera sarà pronta, ma solo nell’anno che sta per iniziare avremo il progetto definitivo, al quale sta lavorando Eurolink. Il 2010 potrebbe dirci se il Ponte è solo un bluff o è davvero un’opera che, piaccia o meno, è pronta a partire. (dicembre 2009).

L’anno che effettivamente è stato: Di bluff non si può parlare, anche se bisognerà ancora aspettare per i verdetti definitivi. Di certo c’è che qualche giorno prima di Natale Eurolink ha consegnato gli oltre 8 mila elaborati del progetto definitivo. Di certo (e di visibile), pietre a parte, ci sono state le trivelle, che hanno agitato l’estate messinese con qualche battibecco con i condomini di Torre Faro, risoltosi con la diplomazia. Qualcuno ricorderà, nel 2010, la mega-convention al Palacultura (inaugurato proprio così a febbraio) dedicata alla presentazione del progetto. Il 2011, non è retorica, potrebbe davvero essere l’anno decisivo per capire cosa ne sarà del Ponte sullo Stretto.

Q

Quartieri

L’anno che avrebbe dovuto essere… che si possa dar corso ad un reale decentramento delle funzioni dando i necessari supporti strutturali ed economici alle municipalità. Questo vale ancor più se si pensa che proprio i presidenti dei quartieri, nel piano di protezione civile redatto dal Comune, dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nelle vesti di responsabili delle cosìdette Unità di crisi locali, ma in realtà non sono ancora stati messi nelle condizioni ideali per farlo. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Decentramento? Quale miraggio. Si è andati nella direzione opposta, arrivando pure, su disposizione regionale (poi ritirata), a sospendere gli emolumenti ai consiglieri circoscrizionali. Che, per altri motivi, sono arrivati quasi all’unanimità (fa eccezione il VI Quartiere) allo scontro con Palazzo Zanca, per gli impegni non mantenuti.

L’anno che verrà… Proprio in occasione dello scontro avvenuto di recente, è stato “promesso” un maggiore dialogo, unito ad una vera collaborazione, tra Comune e Quartieri. Dei quali andranno sciolti i nodi futuri, a partire dalla permanenza o meno delle circoscrizioni come istituzioni.

R

Risanamento

L’anno che avrebbe dovuto essere… ancora tanto da fare in una città in cui proprio il risanamento rappresenta il simbolo di quel cambiamento necessario. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Qualcosa è stato fatto, specie sul fronte delicato tanto quanto le demolizioni e le costruzioni, ossia quello dell’assegnazione degli alloggi (passi da gigante per Fondo Saccà, Fondo Fucile, via Bisignano, rione Taormina). Il problema è che non è arrivato più un euro da Palermo, né il residuo di quanto già stanziato dall’ex assessore ai Lavori pubblici Beninati, né altro. E senza soldi messa non se ne canta, è notorio.

L’anno che verrà… I soldi, appunto. Bisogna essere pragmatici, il futuro del risanamento passa dall’avere a disposizione delle somme. Si dovrà cominciare dal battagliare per i 28 milioni che ci spettano perché stanziati in passati. E poi per ottenere altro. A meno che non si voglia dare una vera svolta ed aprire ai privati, strada che sembra finalmente convincere tanto il Comune quanto l’Iacp.

S

Sanità

L’anno che avrebbe dovuto essere… la speranza è che l’agonizzante sanità pubblica siciliana, possa effettivamente trovare sollievo e beneficio dalla cura -prescritta- dall’assessore Russo che finora ha purtroppo mostrato solo gli -effetti collaterali-. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: L’assessore Russo, a fine anno, si è mostrato soddisfatto dei risultati raggiunti. Ma rimanendo in casa nostra, il 2010 è stato l’anno dei continui casi di malasanità, dal Policlinico al Papardo, delle liti in sala parto, dei media nazionali concentrati sul nuovo caso Messina. E poi lo smantellamento di alcuni reparti del Piemonte, condito dalle proteste di alcuni comitati e dei sindacati, smantellamento solo in parte scongiurato.

L’anno che verrà… quasi banale ma obbligatorio augurarsi che non si verifichino nuovi casi di malasanità. Il 2011 vedrà una grande “infornata” di nuovo personale nei nosocomi cittadini, e questa è un’importante novità. Ma l’eccellenza tanto proclamata andrà dimostrata coi fatti.

T

Tirone

L’anno che avrebbe dovuto essere… potrebbe rappresentare quello dei passi decisivi per il progetto della Stu, ma i rappresentanti della società dovranno mettercela tutta per dimostrare che la loro idea di riqualificazione urbana non somigli eccessivamente al sacco edilizio che ha devastato la città e che potrebbe essere mitigato, quando però forse è troppo tardi, dal Piano paesaggistico approvato nelle scorse settimane alla Regione, dopo la -spinta- del vicesindaco Ardizzone. Che proprio sulla Stu (ma anche su Piau, Prusst, ecc.) potrebbe avere più di un motivo di disaccordo con un illustre collega di giunta, l’assessore allo Sviluppo economico Scoglio. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Sulla Stu, specie nella seconda parte dell’anno, si sono un po’ abbassati i riflettori. Questo non significa che si sia fermato tutto. Sono state operate alcune modifiche al progetto, che sembra sempre in itinere. E sulle idee della Stu si è esposto in maniera forte tutto il consiglio della IV circoscrizione. Poi, è calato il silenzio.

L’anno che verrà… Ci aspetta quasi certamente un nuovo scontro in consiglio comunale sulla vicenda. Da una parte, infatti, il sindaco Buzzanca ha presentato una delibera per il mantenimento delle quote del Comune nella Stu. Dall’altra il “pungolo” dell’Udc Melazzo ha prodotto una proposta di delibera per chiedere la fuoriuscita del Comune dalla Stu. Sarà l’ennesimo banco di prova, tra le altre cose, per la tenuta sempre più precaria della maggioranza in aula.

U

Università

L’anno che avrebbe dovuto essere… lo scambio culturale con le realtà accademiche del continente nero dovrà entrare nel vivo fornendo valide e concrete opportunità lavorative al giovane popolo universitario troppo spesso costretto ad emigrare nelle gelide pianure del nord. Ma la speranza è che possano trovare un -lieto fine- anche le tante vicende che legano a doppio filo i due -Palazzoni- di via Tommaso Cannizzaro. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Un 2010 ancora una volta turbolento per l’Università. Spicca la proroga del mandato del rettore Tomasello, che ha riacceso polemiche sulla sua figura. Polemiche accentuatesi con le inchieste giudiziarie in cui sono coinvolti lui e la moglie Melitta Grasso. E’ stato l’anno della riforma Gelmini, che anche a Messina ha portato a forti proteste e persino all’occupazione del rettorato. E poi è stato l’anno della “guerra” dei ricercatori, tra le vittime dei tagli che penalizzano, è evidente, le università meno meritevoli.

L’anno che verrà… Proprio per ricercatori potrebbero giungere importanti novità ad inizio anno. Potrebbero essere, infatti, riassorbiti, stando alle indiscrezioni sulle ultime evoluzioni giudiziarie della loro battaglia. La beffa, per l’Università, è che a fronte del risparmio che si sarebbe voluto realizzare mandandoli a casa, ci saranno invece ulteriori costi a causa dei risarcimenti. Cosa aspettarsi dal 2011? Un’università che arrivi meno sulle pagine dei giornali per fatti poco degni della sua storia e che si contraddistingua per meriti e virtù.

V

Vertenze

L’anno che avrebbe dovuto essere… offrirà nuovi banchi di prova importanti per le organizzazioni sindacali, che nel 2009 hanno dovuto concentrarsi anche sulle rispettive stagioni congressuali dalle quali l’unica novità emersa è il cambio della guardia al vertice della Cgil, dove Lillo Oceano ha preso il posto di Franco Spanò. Per i vertici sindacali si prospetta dunque un anno ricco di nuove sfide da affrontare con una ritrovata compattezza per un auspicabile e necessario fronte unico. (dicembre 2009)

L’anno che effettivamente è stato: Purtroppo la compattezza auspicata rimane tale. Nel mezzo, altre stagioni congressuali, con la Cisl che ha riconfermato Tonino Genovese. E altre vertenze, da quella dei precari pubblici a quella ormai storica (e purtroppo dal futuro nero) della Rodriquez, da quella delle cooperative sociali ai casi Teseos, Detective, SR ristorazione, Messinambiente, Portorosa, fino alla vertenza simbolo, quella dello Stretto.

L’anno che verrà… Le vertenze non finiscono mai. Quello che si chiede è maggiore senso di responsabilità a tutte le parti in causa, dagli enti pubblici agli imprenditori privati fino ai lavoratori, passando per i sindacati, che devono dimostrare di saper essere all’altezza del fondamentale ruolo che svolgono.

Z

Zavorra

Di recente è stato pubblicato un interessante saggio dei cronisti Enrico Del Mercato ed Emanuele Lauria intitolato, appunto, “La Zavorra – sprechi e privilegi nello stato libero di Sicilia”. Lo stato di sofferenza in cui vive la nostra terra, inclusa dunque Messina, suggerirebbe, per il 2011 e per gli anni a venire, un cambiamento di rotta. Le gente non ne può più di questa “zavorra”, è stanca, non solo non arriva alla fine del mese, non sa più nemmeno come cominciarlo, il mese. Perciò certi privilegi, certi sprechi, certe storture, certe forzature, a tutti i livelli, fanno male, fanno montare la rabbia, il disagio sociale, accecano, rendono sordi. L’estate scorsa a Messina si è esibito Luciano Ligabue che, oltre allo speranzoso messaggio “il meglio deve ancora venire”, ne ha lasciato un altro, duro e crudo: “E’ dura non essere al sicuro ed avere tutto quel bisogno di futuro”. I giovani, e non solo loro, non si sentono al sicuro. Molti scappano. Molti, però, hanno sì bisogno di futuro. Ma quel futuro vogliono costruirselo qui, a Messina. Nonostante tutte le zavorre.

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