Un anno di cronaca nera: droga, estorsioni, incidenti mortali e la tragedia di Giammoro

Un anno di cronaca nera: droga, estorsioni, incidenti mortali e la tragedia di Giammoro

Un anno di cronaca nera: droga, estorsioni, incidenti mortali e la tragedia di Giammoro

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venerdì 31 Dicembre 2010 - 14:47

Ma anche l'inquietante documento riservato sul summit mafioso in provinci di Messina e la fuga del bancario Ingemi e i 6 milioni di euro sottratti ai correntisti

I dodici mesi appena trascorsi hanno confermato l’impegno delle forze dell’ordine contro ogni forma di criminalità organizzata. Droga, truffe estorsioni hanno subito duri scossoni grazie alla forte e compatta presenza delle forze di polizia.

OMICIDI. Il 2010 si chiude con due omicidi in provincia di Messina. Due episodi slegati dalla criminalità organizzata. Il primo avviene il 14 febbraio. Vittima è l’avvocato Nino Fazio 41 anni, padre di tre figli. Ad ucciderlo con due colpi di fucile alla testa è l’ex suocero Giuseppe Signorino, 68 anni, impiegato comunale in pensione. Lo aspetta sotto casa in via Santa Maria dell’Arco. Era andato a riprendersi il nipotino di 4 anni per riportarlo dalla figlia, ex moglie dell’avvocato Fazio. Ma un clima di esasperazione familiare successivo alla separazione tra il legale e la figlia di Signorino sono forse alla base di quello che succede. Sceso dall’auto, l’ex suocero prende un fucile e spara. Mentre l’avvocato Fazio muore riverso per strada, Signorino con il nipotino in auto che dorme porta il bimbo dalla figlia a Catania e poi si costituisce ai Carabinieri.

A Barcellona il 5 dicembre si consuma il secondo omicidio del 2010. Vittima è il 20enne rumeno Petre Ciurar, freddato diversi colpi di pistola nella baracca di legno e cartoni in cui viveva dietro l’area della stazione con la convivente 19enne ed una figlia di appena un anno. Nell’agguato vengono ferite anche la compagna ed un’amica. Un delitto che è ancora senza movente. Le indagini dei Carabinieri spaziano dalla pista della vendetta a un raid punitivo in piena regola.

Prima di chiudersi, il 2010 fa registrare un terzo omicidio. Si tratta di quello commesso la notte del 23 dicembre a Francavilla di Sicilia. Rosaria Abate, 88 anni muore soffocata durante un tentativo di rapina. La vittima viene sorpresa durante il sonno da quattro malviventi che fanno irruzione nella casa in cui viveva con la sorella di 91 anni. Le due donne vengono immobilizzate e legate al letto. Per impedirle di gridare i ladri mettono una canottiera in bocca a Rosaria. I rapinatori portano via 6mila euro. Quando arrivano i carabinieri, grazie alla telefonata al 112 di un vicino di casa, la donna è però morta per asfissia. La sorella in stato di choc. Proprio ieri sera la svolta nelle indagini. Quattro ragazzi venfono fermati perché ritenuti i presunti responsabili della rapina e del successivo omicidio. In manette quattro ventenni, che erano stati controllati ad un posto di blocco dai carabinieri poco dopo la rapina.

DROGA. Messina si conferma anche per il 2010 un passaggio strategico per il traffico di droga. Lo confermano la DIA e i Carabinieri e la Polizia nelle loro informative. Un quadro che trova immediato riscontro il 23 gennaio, quando la Squadra Mobile sequestra in un casolare nelle campagne di S.Filippo Superiore un vero arsenale con decine di kalashnikov, pistole, mitragliatrici, fucili e caricatori ma anche due chili di eroina e quasi sei chili di cocaina. Tutto riconducibile al clan di Mangialupi. Le manette scattano per il proprietario del casolare, Letterio Campagna, 54 anni mentre i suoi figli, incensurati, risultano estranei alla vicenda.

Quasi ogni mese è poi scandito da operazioni antidroga.

Il primo marzo nove persone affiliate a due gruppi, uno di Giostra, l’altro di Saponara finiscono dietro le sbarre quando scatta l’operazione Malutempu della Squadra Mobile. I due sodalizi acquistavano la droga a Mangialupi e poi la spacciavano in città e nei comuni della fascia tirrenica. Il 7 aprile scatta l’operazione Stangata. Questa volta i Carabinieri arrestano 25 persone. Smantellati i gruppi messinesi denominati Ballarò e Buonasera che spacciavano a Giostra e nella piazza antistante Palazzo Zanca, e quello catanese dei Cuscani, che rifornivano le organizzazioni messinesi di marijuana ed hashish. Il 17 luglio l’operazione Polifemo della Squadra Mobile permette di arrestare 13 persone affiliate ad un gruppo di Giostra. Clienti principali sono i ragazzini che acquistano pasticche da sballo e persino cocaina. Il gruppo sarebbe capeggiato da Domenico Buonasera, che non avrebbe esitato a tagliare i tendini di una mano ad un 17enne che gli aveva rubato mezzo chilo di marijuana.

ESTORSIONI. Nuova frontiera del racket delle estorsioni, dopo i grandi appalti pubblici è l’eolico. L’otto agosto scatta l’operazione Eolo coordinata dalla Procura di Patti. Al centro dell’inchiesta la costruzione del parco eolico dei Nebrodi. I carabinieri arrestano il sindaco di Raccuja, Damiano Cono Salpietro e gli imprenditori Michele Tripoli di Raccuja e Giuseppe Astone di Ucria. L’obbligo di firma scatta per altre cinque persone. L’accusa per tutti è di concorso in concussione e scatta dopo la denuncia di un imprenditore estromesso.

Altro sindaco a finire in manette è l’ex primo cittadino di Furnari, Salvatore Lopes. L’inchiesta Torrente fa chiarezza sui lavori seguiti all’alluvione del 2008. oltre all’ex sindaco le manette scattano per sette persone e altri provvedimenti per i boss dei mazzarroti Carmelo Bisognano e Tindaro Calabrese.

IL DOCUMENTO RISERVATO. Sembra un relazione di servizio ma il documento con intestazione cancellata e il timbro -riservato- inviato ad ottobre per posta alla Dia di Caltanissetta ha risvolti inquietanti. Nel testo si parla di una fonte confidenziale che avrebbe preso parte a un summit tenutosi nei mesi scorsi in provincia di Messina tra rappresentanti di Cosa nostra, ‘ndrangheta e Camorra. In ballo c’è la pianificazione di una serie di clamorosi attentati. Bersaglio alcuni magistrati impegnati nella lotta alle mafie: il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone e il suo aggiunto Michele Prestipino, il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, il suo aggiunto Domenico Gozzo e il sostituto Nicolò Marino. Inizialmente si pensa ad un falso ma le indagini della Procura di Messina accertano il contrario. Il summit c’è stato.

INCIDENTI MORTALI. Sono 11 gli incidenti mortali in città. Ne ricordiamo quattro. Il 10 aprile in viale Regina Elena, Fabio Bonaccorso, 29 anni perde la vita schiantandosi con la moto contro un’auto parcheggiata. Muore sul colpo, l’Honda senza controllo centra una Fiat Croma che giunge in senso opposto. Non ci sono testimoni. Anche la mattinata dell’11 novembre nessuno vede cosa succede sulla Panoramica alle 8,15 vicino al distributore Esso. In piena curva Claudia Marchetti, 18 anni, perde il controllo della sua Panda che centra un grosso albero. Per lei non c’è niente da fare. Prima di lei sempre sulla Panoramica avevano perso la vita Andrea Clemenza, 21 anni e Marco Meesa, anche lui appena 18enne.

Suscita scalpore in città l’incidente che vede coinvolto un bambino di 10 anni la mattina del 27 luglio. Il piccolo finisce con la sua bicicletta sotto le ruote di un tir a Largo La Rosa, viene portato d’urgenza al Policlinico dove subisce un duplice intervento ai polmoni e ad un braccio ma alla fine ce la fa. L’episodio fa rimontare le polemiche sul passaggio dei tir in città.

IL BANCARIO SCOMPARSO. Il 2010 verrà ricordato anche come l’anno della fuga di Fabrizio Ingemi. Il bancario messinese, impiegato presso la filiale Carige di Capo d’Orlando scompare il 27 febbraio e porta via dai conti correnti dei clienti sei milioni di euro. Il 28 ottobre viene arrestato dalla Polizia ad Agrigento. Viveva come un senzatetto. Capelli lunghi, barba incolta, dormiva in una casa di accoglienza e viveva come un barbone. Non c’è traccia dei sei milioni.

LA TRAGEDIA DI GIAMMORO. Non ci sono indagati, né risposte per la sciagura di Giammoro. Il 12 agosto un elicottero precipita dopo essersi alzato in volo da uno degli spiazzi dell’industria “Nuova Cometra” di Giammoro. Muoiono nel rogo, sviluppatosi dopo l’impatto con un capannone dell’azienda, il pilota Domenico Messina, 38 anni di Barcellona, l’elettrauto Giuseppe Adige,54 anni di Milazzo, Davide Taranto, 34 anni di Milazzo e Vincenzo Fricia, 20 anni di Priolo.

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