Anticicloni subtropicali più intensi e persistenti, più energia in atmosfera per i fenomeni violenti

Anticicloni subtropicali più intensi e persistenti, più energia in atmosfera per i fenomeni violenti

Daniele Ingemi

Anticicloni subtropicali più intensi e persistenti, più energia in atmosfera per i fenomeni violenti

Tag:

domenica 21 Settembre 2025 - 07:30

Un fenomeno degli ultimi due decenni dovuto al cambiamento climatico. Con un notevole acccumulo di calore

Negli ultimi due decenni gli anticicloni subtropicali, in particolare il promontorio anticiclonico africano, stanno divenendo sempre più frequenti e intensi, rispetto alla climatologia del passato. Secondo le reanalisi atmosferiche e i modelli climatici più recenti, come ERA5 e le simulazioni CMIP6, la persistenza di queste creste altopressorie, che un tempo si spostavano rapidamente da ovest verso est, è ora legata a meccanismi dinamici alterati dal cambiamento climatico antropogenico.

Gli anticicloni stanno divenendo sempre più estesi e potenti

Da recenti studi è emerso un incremento della frequenza degli anticicloni sul Mediterraneo occidentale e sul Mar Nero, con un calo nel settore orientale, dal 1951 al 2021. In particolare, durante l’estate boreale, la frequenza di creste subtropicali persistenti è passata da valori climatologici di 0.5-0.8 (una ogni 2 giorni) a eventi più intensi e duraturi. Quando questi anticicloni stagnano sulle medesime aree per settimane intere, la sensibile riduzione della ventilazione superficiale e del moto ondoso favorisce un notevole accumulo di calore che determina le ondate di calore marine.

onde

Uno studio del 2025 su Nature Geoscience ha rilevato che il 70% di questi eventi è associato a promontori subtropicali persistenti, con un’intensità media del geopotenziale a 500 hPa (Z500) aumentata del 20-30% rispetto al periodo preindustriale. Proiezioni future da CMIP5 e CMIP6 indicano un ulteriore aumento della frequenza di anticicloni mobili nel Mediterraneo e in Europa meridionale durante i mesi freddi, con un’espansione verso latitudini più alte di circa 1’.

In sintesi, la frequenza è aumentata del 20-40% negli ultimi decenni, con intensità in crescita del 3-5 volte in inverno rispetto all’estate.

Perché gli anticicloni hanno perso la loro mobilità?

Storicamente, le creste anticicloniche si propagano zonalmente (da ovest a est) grazie alle onde di Rossby, con una velocità di fase di circa 10-20 m/s. Oggi osserviamo una transizione verso pattern quasi-stazionari (QSW, quasi-stationary waves), con frequenze di 6-8 onde zonali (m=6-8), che persistono per 10-20 giorni invece dei canonici 3-5. Qua entra in gioco il meccanismo di quasi-resonant amplification (QRA), proposto da Petoukhov et al. (2013) e validato in studi recenti.

mediterraneo caldo

La QRA avviene quando le grandi onde atmosferiche (sia cicloniche che anticicloniche) vengono intrappolate in una più grande onda planetaria presente alle medie latitudini, amplificate da risonanza quasi-forzata. In questi casi succede che dentro questa gigantesca onda si crei una alta pressione imponente, distesa lungo i meridiani, che blocca il movimento delle altre onde planetarie, in ingresso da ovest. Insomma, la normale progressione verso est di anticicloni e basse pressioni si inceppa, e da qui nasce la stazionarietà di queste configurazioni bariche e tutti i problemi che ne derivano (siccità da un lato, piogge intense dall’altro..).

Nel Mediterraneo l’80% di questi eventi è associato a un aumento del geopotenziale (Z500) di 50-100 gpm, secondo analisi ERA-Interim (1979-2015). Il riscaldamento globale intensifica questi blocchi, che durano il 15-25% in più, anche se la loro frequenza complessiva è leggermente diminuita.

onde di rossby

La loro persistenza su un mare chiuso, come il Mediterraneo, riducendo la ventilazione superficiale, con mari che si mantengono calmi o quasi calmi a largo per intere settimane, permette un maggiore accumulo di calore lungo la superficie marina (specie nei mesi estivi, quando la radiazione solare è molto intensa e l’energia in ingresso è maggiore rispetto a quella liberata per evaporazione).

Ciò può favorire bruschi aumenti delle temperature superficiali delle acque, anche di oltre +4°C +5°C nel giro di pochissimi giorni. Da qui si innesca il driver principale del 60% delle grandi ondate di calore estive.

Acque più calde rafforzano le creste termiche, favorendo un ingentissimo accumulo di calore nei bassi strati. E quindi una maggior quantità di energia potenziale a disposizione dell’atmosfera, che, molto spesso, fornisce il carburante ideale per fenomeni atmosferici particolarmente violenti e circoscritti, alla prima breccia che si apre dentro l’anticiclone. I problemi li vedremo ai primi fronti e alle prime depressioni mediterranee, che si troveranno ad assorbire un quantitativo di energia maggiore rispetto al passato, accrescendo il rischio di eventi precipitativi estremi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED