Occupazione del Teatro in Fiera: intervengono Garofalo, Pd, “La nostra città”, Cgil, Sel e Reset

Occupazione del Teatro in Fiera: intervengono Garofalo, Pd, “La nostra città”, Cgil, Sel e Reset

Occupazione del Teatro in Fiera: intervengono Garofalo, Pd, “La nostra città”, Cgil, Sel e Reset

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mercoledì 19 Dicembre 2012 - 09:18

Il deputato ed ex presidente dell’Autorità Portuale spiega l’evolversi della vicenda relativa al teatro dal 2007 ad oggi. Il Pd chiede che l’area resti di gestione pubblica tramite finanziamenti dell’Unione Europea. Il Comitato “La nostra città” scrive al presidente De Simone. Per la Cgil è necessario avviare un confronto sull'intera area del quartiere fieristico. Per Sel l'area va data in comodato d'uso gratuito alle realtà artistiche e culturali che la stanno riportando in vita. Concorde anche Reset

“I teatri non vanno mai demoliti perché non verranno ricostruiti”. Il deputato ed ex presidente dell’Autorità Portuale, Vincenzo Garofalo, condivide il pensiero espresso in questo slogan dai ragazzi che da sabato occupano il Teatro in Fiera e condivide anche “lo spirito che sta dietro a questa occupazione: la voglia di partecipare, di fare ascoltare la propria voce e non di restare meri spettatori”. Garofalo spiega l’idea che sta alla base del concorso di progettazione bandito nel 2007, quand’era presidente dell’Autorità Portuale: “L’obiettivo era quello di restituire alla città l’area della Fiera. Le linee guida del piano prevedevano non solo il recupero del Teatro ma anche del padiglione adiacente che avrebbe dovuto essere riservato all'arte in generale ed agli artisti messinesi in particolare, che avrebbero trovato lì uno spazio nel quale potersi esprimere, esattamente quello che rivendicano oggi”. “Tra gli obiettivi del piano particolareggiato, elaborato con la consulenza dell'architetto Franco Cardullo, – prosegue Garofalo – c'era infatti quello di “Dotare la città di servizi e strutture per il tempo libero, in dimensioni tali da soddisfare la domanda a livello territoriale”. Si pensava anche di creare un “Centro delle discipline dello spettacolo (musica, teatro, danza, cinema) con annessa sala per 250/300 posti magari collegata con il Conservatorio Musicale di Messina, con le scuole di danza private, con i teatri della città”. Garofalo conclude riponendo la sua fiducia nell’attuale presidente dell’Autorità Portuale, De Simone: “Il bando per la ristrutturazione del teatro venne aggiudicato dal team Marino/Mannino ma i carotaggi che rappresentavano il presupposto affinché dalla fase progettuale si passasse a quella operativa, non sono stati mai effettuati. Sono certo che a distanza di 5 anni da allora e di 17 da quando il teatro ha chiuso battenti si possa bene sperare nell'attuale Presidente dell'Autorità Portuale De Simone affinché attui quello che per troppi anni è restato lettera morta”. L’occupazione del Teatro in Fiera ha avuto il merito di smuovere le coscienze cittadine. Dopo gli interventi di ieri di Sel e M5S, il dibattito non si ferma neppure oggi. E’ la volta del Partito Democratico, tramite il suo segretario cittadino, Giuseppe Grioli: “A Messina c’è voglia di riscatto. L’area della Fiera è il simbolo di una città che non ha saputo interpretare il cambiamento dei tempi. Quel luogo era la vetrina della città nel mondo negli anni ‘60 ed oggi arriva ad essere definita, purtroppo a ragione, sede di un mercatino rionale. Questa considerazione sollecita tutti noi ad accelerare un processo di trasformazione dell’area fieristica evitando di far ripiombare ancora una volta la città nel suo tradizionale vortice di parole senza concretezza. Gli spazi della Fiera hanno una naturale vocazione pubblica. Il teatro può rappresentare un elemento di vitalità della vita culturale della città. Questi luoghi appartengono ai cittadini”. “Chi amministra quell’area è l’Autorità Portuale – prosegue Grioli – che, ad essere guidata da un presidente, ha un organismo che individua le scelte strategiche, il Comitato Portuale del quale tra gli altri fanno parte la Regione, la Provincia ed il Comune di Messina. La cittadella fieristica deve essere restituita alla città, occorre promuovere un progetto di rigenerazione e trasformazione di una parte importante del fronte mare che deve costituire l’inizio del riscatto di Messina. L’area in questione è inserita nel piano regolatore del porto con destinazione “parco culturale”. La città vuole vivere quei luoghi, vuole ritrovare bellezza e vuole ritrovare spazi culturali, per il tempo libero e lo sport. Noi dobbiamo pretendere che dalle parole si passi ai fatti. Solleciteremo il Governo Regionale a fare la propria parte per riconsegnare alla città quegli spazi come un luogo di cultura, di svago, di tradizione e bellezza”. Il comitato portuale ha deciso di fare un bando europeo per la concessione dell’area ai privati, ma secondo Grioli è possibile mantenere la gestione pubblica “prestando attenzione al programma dell’Unione Europea “Europa Creativa”, previsto per l’agenda 2014-2020, che stanzia 1,8 miliardi di euro per la cultura, l’audiovisivo e le industrie culturali e creative. Molte città europee hanno trasformato aree decadenti e obsolete attraverso progetti di rigenerazione moderni e innovativi”. Conclude il segretario cittadino del Pd: “L’Autorità Portuale e la Regione saranno disponibili al confronto, ne siamo certi, così come dovranno esserlo Provincia e Comune. L’importante che in tempi rapidi possa partire un percorso concreto di trasformazione dell’area”. Sulla vicenda, interviene anche il Comitato “La Nostra Città” che ha scritto al presidente dell’Autorità Portuale: “L’epilogo dell’Ente Fiera ha alimentato gli interessi di coloro che da anni inseguono l’obiettivo di impossessarsi anche di quel prezioso affaccio sullo Stretto. Le nuove destinazioni d'uso di una parte così importante per Messina non possono non essere discusse dai cittadini, dai rappresentanti degli ordini professionali e dalle rappresentanze istituzionali che per legge hanno obbligo di programmazione controllo e tutela del Territorio”. Il presidente del comitato, Saro Visicaro, pone allora delle domande al presidente De Simone: “1) Il cambiamento di destinazione d'uso dell'area rientra nelle previsioni dell'ancora non adottato Piano regolatore del Porto? 2) I nuovi insediamenti previsti nel bando sono compatibili e sostenibili rispetto all'attuale assetto urbanistico della zona? 3) Il Comune di Messina ha approvato ipotesi d'insediamento commerciale, turistico e diportistico in quell'area? 4) Il Comune di Messina ha approvato piani particolareggiati, piani di parcheggio per auto, piani di viabilità e mobilità, piani di sicurezza sismica riguardanti l'ex cittadella fieristica? Il rappresentante del Comune nel Comitato Portuale è informato sui contenuti del Bando pubblico? Per alcuni componenti del Comitato Portuale, che dovranno decidere sul Bando, possono escludersi macroscopici conflitti d'interesse?”. Domande in attesa di una risposta. Il Direttivo della Camera del Lavoro della Cgil di Messina, infine, ha approvato ieri un ordine del giorno con il quale si riconosce come “importante l’iniziativa di mobilitazione spontanea che ha posto all’attenzione generale della Città la condizione di abbandono dell’ex Teatro in Fiera", individua tutta la vicenda della Fiera come paradigmatica della condizione della città e ricorda come ogni decisione sul futuro delle aree vada assunta in maniera democratica e condivisa perché quelle scelte peseranno sul futuro della città e dei suoi abitanti. “La situazione complessiva di Messina – si legge nell’Odg- , l’assenza di spazi pubblici e di luoghi di socialità, la significativa carenza di spazi dedicati alla fruizione ed alla rappresentazione di espressioni e manifestazioni artistiche e culturali rendono sempre più necessaria una presa di coscienza sulla necessità di restituire ai cittadini opportunità ed occasioni di cultura, socialità e democrazia”. Per il sindacato, una questione altrettanto rilevante riguarda utilizzo delle aree ex Fiera: “A seconda dell’utilizzo che se ne stabilirà, quelle aree possono diventare decisive per l’assetto urbanistico e produttivo della nostra città, per il suo futuro. Riteniamo che destinazione e utilizzo di quelle aree debbano essere decisi in modo democratico e trasparente, coinvolgendo le Amministrazioni interessate, le parti sociali, gli attori economici, avendo riguardo al decoro, alla vivibilità, alla crescita culturale e sociale, allo sviluppo economico di Messina”. Per queste ragioni la Cgil, insieme a Cisl e Uil, ha chiesto lo scorso 21 novembre al Prefetto di Messina l’attivazione di un urgente tavolo di confronto con il Governo Regionale, l’Autorità Portuale, il Comune di Messina, la Provincia Regionale di Messina, la Camera di Commercio, le parti sociali e le associazioni interessate. Nel corso di un primo incontro che si è svolto il 5 dicembre su richiesta unitaria del sindacato si è convenuta la convocazione di questo tavolo e la sospensione di ogni eventuale procedura di gara relativa all’utilizzo ed alla destinazione di quelle aree al fine di pervenire nel più breve tempo possibile ad un confronto democratico tra le amministrazioni interessate, gli attori economici e le parti sociali sulla destinazione di tutte le aree ex Fiera. "La cittadella fieristica – scrive Sofia Martino, nuovo portavoce cittadino del Circolo Matteo Cucinotta di Sel- è uno spazio culturale e sociale preziosissimo che, lasciato al degrado dalle amministrazioni susseguitesi a Messina , é divenuto metafora del degrado in cui, ormai, da troppo tempo, versa la nostra città. Riprendersi gli spazi e farli rivivere può essere il primo passo per riprendersi la città; noi saremo al vostro fianco. Per ciò che riguarda la specifica situazione degli spazi della fiera – ha concluso Martino – Sel sosterrà tutte le ipotesi politiche e giuridiche che tutelino la natura di bene comune dell'area e la sottraggano a progetti di natura privatistica e speculativa. Ci sembra molto interessante la proposta di restituzione al comune di Messina della cittadella fieristica da parte dell'autorità portuale e di un bando popolare per affidarlo in comodato d'uso alle realtà artistiche e culturali che la stanno riportando in vita". "Esprimiamo il nostro completo sostegno all’iniziativa di occupare il “teatro in fiera” poiché ne condividiamo lo spirito – afferma il movimento Reset -. Reputiamo che il segnale dato dagli occupanti rappresenti in maniera esemplare il fermento e la necessità della cittadinanza di riappropriarsi di spazi vitali. Il “Teatro in Fiera” è solo il simbolo di una Messina, che qualcuno credeva o sperava cancellata da 40 anni di malgoverno e malcostume, che ha deciso di risvegliarsi dal torpore recuperando la propria anima. Non è un caso che questa iniziativa parta dal un luogo di cultura di eccezionale qualità posto sulla parte più pregiata dell’affaccio a mare e di quella risorsa, da troppo tempo negata ai messinesi: il mare".

Un commento

  1. peccato che anche il PD ha governato Messina

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