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Chi altri poteva leggere Il Gattopardo, il classico per eccellenza della letteratura italiana, se non lui, Toni Servillo? Chi altri avrebbe potuto prestar voce al principe Fabrizio Salina, a Tancredi, a una Sicilia aristocratica sull’orlo della sua fine, se non lui, con quel timbro un po’ così, che risuona da lontano e che sembra appartenere a un mondo che non esiste più? Dopo aver strepitosamente interpretato Tony Pagoda nella lettura di Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino, Toni Servillo – impegnato in questi giorni a Venezia con ben due film, “Ѐ stato il figlio” di Daniele Ciprì e “Bella addormentata” di Marco Bellocchio -, cambia totalmente registro e dà voce all’eterno gattopardesco “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. E forse anche Tomasi di Lampedusa ne sarebbe stato felice: “Ricordo perfettamente che per un mio compleanno il principe mi regalò un registratore, lo accese e cominciò a leggere ad alta voce La Sirena. Questa registrazione esiste ancora ed è un documento prezioso che testimonia l’importanza della lettura ad alta voce per uno scrittore”, racconta il figlio Gioacchino Lanza Tomasi in una recente intervista a Repubblica.
Siamo in Sicilia, all’epoca del tramonto borbonico. Di scena, una famiglia della più alta aristocrazia isolana nell’evocativo feudo di Donnafugata, colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre già incalzano i tempi nuovi. Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo offre un’immagine della Sicilia viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica, politica e letteraria contemporanea.
Scritto tra la fine del 1954 e il 1957, Il Gattopardo uscì per la prima volta dopo la morte del suo autore nel 1958. Lo pubblicò Feltrinelli con una prefazione di Giorgio Bassani. Quest’ultimo aveva ricevuto il manoscritto da Elena Croce e intuendo la grandezza dell’opera spinse molto per la sua pubblicazione. All’inizio, il romanzo era stato presentato agli editori Mondadori ed Einaudi che però lo rifiutarono. Il testo fu letto da Elio Vittorini che, sembra, successivamente si rammaricò molto dell’errore. Nel 1959 Il Gattopardo vinse il Premio Strega diventando il primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute. Nel ’63, invece, Luchino Visconti lo tradusse nell’indimenticabile film omonimo con Claudia Cardinale e Burt Lancaster, vincitore della Palma d’Oro come miglior film al 16° Festival di Cannes.
Toni Servillo, attore e regista, ha portato in scena in Italia e nel mondo autori classici e contemporanei come Moscato, Viviani, Molière, Marivaux, De Filippo e Goldoni. Ha curato la regia di opere di Mozart, Cimarosa, Strauss, Mussorgskj, Beethoven e Rossini. Al cinema è stato protagonista dei film, tra gli altri, di Mario Martone, Andrea Molaioli, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Stefano Incerti e Claudio Cappellini, ricevendo numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero. Per Emons: Feltrinelli ha inciso nel 2010 l’audiolibro Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino.
Di famiglia aristocratica, Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo 1896 – Roma 1957) si dedicò alla narrativa solo negli ultimi anni della sua vita. Pubblicato da Feltrinelli nel 1958, con una prefazione di Giorgio Bassani, Il Gattopardo uscì postumo e fu un clamoroso caso letterario. Cinque anni dopo l’uscita del romanzo, Luchino Visconti firmò la regia del film omonimo, con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. Completano la sua opera letteraria un volume di racconti e due raccolte di saggi critici.
