Australian Open, Caruso si arrende a Daniel. Ma non è detto sia finita

Australian Open, Caruso si arrende a Daniel. Ma non è detto sia finita

Simone Milioti

Australian Open, Caruso si arrende a Daniel. Ma non è detto sia finita

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venerdì 14 Gennaio 2022 - 11:36

Salvatore Caruso cede al terzo turno delle qualificazioni. Ma le porte dell'Australian Open per lui potrebbero non essere ancora chiuse. Djokovic potrebbe lasciargli il posto

Il tennista Salvatore Caruso, originario di Avola, ma tesserato con il Ct Vela di Messina in questi giorni si trova a Melbourne per giocare le qualificazioni del primo Slam dell’anno l’Australian Open. Dopo aver superato lottando il primo turno dei tre previsti, Caruso non ha avuto problemi a sbarazzarsi in due set di Ficovich. Al turno decisivo però, contro l’esperto giapponese Taro Daniel, il siciliano ha ceduto nettamente in due set (qui gli highlights).

Per Caruso ancora una remota possibilità

Era fondamentale vincere al terzo turno per ottenere il diritto di entrare nel tabellone principale, ma sul più bello il siciliano ha ceduto. Prima di fare le valigie e tornare a casa però a Caruso resta (forse) una remotissima possibilità di giocare l’Australian Open: quella di subentrare in tabellone al posto del numero uno del mondo Novak Djokovic.

Ovviamente questa situazione si verificherebbe se il serbo sarà effettivamente impossibilitato a partecipare al torneo prima dell’avvio di lunedì. E, in quel caso, solo se il nome di Caruso sarà sorteggiato come “fortunato perdente”. Tutti gli sconfitti al terzo turno delle qualificazioni infatti hanno la possibilità di rimpiazzare un tennista già in tabellone che non può più giocare.

Il caso Djokovic contro il governo australiano

Una vicenda che sta interessando parecchio anche i non addetti ai lavori. Da una parte il numero uno del mondo, quasi una divinità nel suo paese la Serbia e un novax dichiarato: Novak Djokovic. Dall’altra una nazione, l’Australia, che è stata quella più rigida nel prevenire il contagio da Covid che ha all’attivo più di 200 giorni di lockdown.

L’antefatto. L’Australia non permette ai non vaccinati di entrare sul proprio suolo, ma concede 4 esenzioni. Ne possono beneficiare chi ad esempio: è allergico ai vaccini; ha una patologia particolare; ha avuto il Covid negli ultimi sei mesi. Nell’ultimo caso non basta la positività, ma serve un ricovero in ospedale; questo si legge sul sito del governo. Djokovic pur conoscendo queste disposizioni da mesi è volato comunque in Victoria ad inizio gennaio dove si disputeranno gli Australian Open.

Bloccato alla frontiera e il ricorso vinto. Il numero uno del mondo in un primo momento è stato bloccato alla frontiera per problemi col visto e trasferito in una struttura riservata agli immigrati clandestini. I suoi avvocati hanno fatto ricorso e il serbo ha dimostrato che era stato positivo il 16 dicembre scorso, quindi l’esenzione al vaccino sul suo visto si basava su questo. Il giudice, più per un vizio di forma procedurale, ha accolto il ricorso e permesso al serbo l’ingresso in Australia.

La decisione del governo che cancella il visto. A tabellone compilato, venerdì mattina, e a tre giorni dall’inizio del torneo per quanto riguarda i tabelloni principali, il governo ha cancellato il visto di Djokovic. Era una possibilità che esiste da parte del ministro dell’immigrazione. Djokovic ha presentato un altro ricorso, ma nel caso dovesse essere rigettato e lui dovesse tornare a casa, essendo il tabellone stato già sorteggiato lui, come avviene solitamente in questi casi, potrebbe essere sostituito da un Lucky Loser. Un forunato perdente che nonostante abbia mancato l’accesso tramite le qualificazioni si vedrebbe ripescato e gettato nel tabellone principale dell’Australian Open.

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