Avvocato al giudice: liberate i medici, servono all'emergenza Coronavirus

Avvocato al giudice: liberate i medici, servono all’emergenza Coronavirus

Alessandra Serio

Avvocato al giudice: liberate i medici, servono all’emergenza Coronavirus

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sabato 14 Marzo 2020 - 07:33

#coronavirus, medici di base arrestati a #messina, avvocato chiede la liberazione perché è emergenza sanitaria

“Revocate la misura per il coronavirus, i medici di base servono”. La richiesta è dell’avvocato Antonello Scordo, difensore del dottor Salvatore De Domenico, coinvolto nell’inchiesta Apotheke su truffe Asp con false ricette a Messina.  Il legale ha accompagnato il suo cliente, sospeso per un anno dalla professione, all’interrogatorio di garanzia.

De Domenico ha risposto e si è difeso, ed il legale ha chiesto di restituirgli la possibilità di esercitare subito.  Anche perché – ha spiegato il difensore – ai medici coinvolti è stato sequestrato il telefonino personale. In questo momento di emergenza sanitaria, quindi, ci sono moltissimi pazienti senza medici di base e che non sanno neppure come regolarsi, non potendolo contattare.

L’Asp intanto, oggi stesso, ha sostituito due dei 6 medici in tutto sospesi. “Questa azienda, al fine di dare la necessaria continuità assistenziale agli aventi diritto, si è immediatamente attivata per la sostituzione dei medici impediti secondo le indicazioni dell’Accordo nazionale di categoria, convocando 45 medici inseriti nell’elenco regionale”, spiega in una nota l’Azienda sanitaria, che precisa: “quatto dei medici sospesi operavano nel medesimo ambulatorio, insieme ad altri due sanitari non coinvolti nelle misure.”

Anche gli altri sanitari sospesi, i dottori Basilio Cucinotta, Santi Ielo, Nunzio Minutoli e Filippo Cutrì hanno scelto di rispondere all’interrogatorio del giudice, assistiti dall’avvocato Corrado Rizzo.

Il giudice ha interrogato anche i due protagonisti principali della vicenda, ai domiciliari da mercoledì scorso.  Si è difeso professandosi innocente il dottor Ciro Liosi, assistito dagli avvocati Pietro Venuti e Salvatore Silvestro,  ieri mattina ha risposto a tutte le domande del Gip Maria Militello, che ha autorizzato l’arresto per lui e per Sergio Romeo, il titolare della  farmacia di Villaggio Aldisio al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza.

Il confronto è durato quasi due ore, Liosi ha analizzato tutte le accuse contro di lui e i contenuti delle intercettazioni telefoniche, dando una lettura completamente diversa da quella dell’Accusa. Ha respinto anzitutto l’accusa di associazione: non ha rapporti con i Romeo della farmacia, se non per il fatto che il suo ambulatorio si trova vicino la loro rivendita dei farmaci.

E sul “traffico” delle ricette anomale? Il medico ha spiegato che alcuni suoi pazienti usavano acquistare i farmaci e solo dopo richiedere le ricette, portando a lui una lista di questi farmaci. Lui avrebbe ricettato, sostiene, soltanto i preparati di cui avevano realmente bisogno. Anche lui avrebbe notato le anomalie delle ricette della farmacia Romeo, ha dichiarato, tanto da aver lui stesso segnalato la cosa ai funzionari dell’Asp. “Il nostro cliente ha dato risposte esaustive e interpretazioni diametralmente opposte a quelle dell’Accusa, per questo abbiamo chiesto che venga liberato, fiduciosi che il giudice accolga la nostra richiesta di revoca”.

Ha risposto anche Sergio Romeo, titolare della Farmacia del Villaggio, assistito dall’avvocato Enzo Grosso. “Ho sbagliato – ha ammesso in sostanza – sono io il titolare e avrei dovuto controllare meglio sia le ricette che arrivavano che i farmaci”. Ha però respinto le accuse penali.

Maria Militello giudice
Maria Militello

Ora toccherà al giudice per le indagini preliminari Maria Militello, dopo aver sentito il parere del sostituto procuratore Francesca Bonazinga, titolare del caso, decidere se accogliere o meno le richieste degli avvocati, concedendo le scarcerazioni.

Intanto vanno avanti le indagini del Gruppo di Messina della Guardia di Finanza, ai comandi del Maggiore Andrea Pancaldo Trifirò. Saranno analizzati i dati ricavati dagli smartphone sequestrati, e  tutti gli altri documenti acquisiti le perquisizioni, dai computer ad altre ricette.

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