Mercoledì appuntamento con il presidio di Libera "Nino e Ida Agostino" e il Cesv. Al via una raccolta firme per finanziare scuole e cooperative
MESSINA – “Il 2 per cento del Fondo unico giustizia per scuole, cooperative, comunità, futuro”. Anche a Messina una raccolta firme per dare linfa al bene. Lo scorso 14 novembre, a Roma, durante l’evento “Ricomincio dal bene”, per il Forum nazionale sul riuso pubblico e sociale dei beni confiscati, Libera ha lanciato la raccolta firme Diamo linfa al bene, che rimarrà fino al 7 marzo, giorno dell’anniversario della legge 109/96. Una campagna per rafforzare le misure di confisca dei beni appartenti alle mafie.
Appuntamento in via Citarella mercoledì
“Trent’anni fa, con la legge 109/96, l’Italia ha scelto di restituire alla collettività ciò che le mafie avevano sottratto. Oggi, oltre 1200 esperienze di riuso sociale, raccontano un Paese che ha saputo reagire, trasformando luoghi criminali in presìdi di democrazia e inclusione”, viene ricordato. Nell’ambito della campagna, il Presidio di Libera “Nino e Ida Agostino” e il Centro Servizi per il Volontariato di Messina (Cesv) Ets hanno deciso di promuovere un’iniziativa che inaugurerà la raccolta firme a Messina. Ma sarà anche l’occasione per i soggetti gestori e per tutta la rete di ritrovarsi insieme e condividere percorsi, difficoltà, proposte, con l’obiettivo di costruire un coordinamento stabile. L’incontro si terrà mercoledì 26 novembre, presso lo Spazio Saraj, bene confiscato alle mafie sito in Via C. Citarella 33 a Messina, a partire dalle ore 18.
Sottolineano gli organizzatori: “Il denaro sequestrato e confiscato costituisce il Fondo unico giustizia (Fug). E chiediamo che una piccola parte di ciò che deriva da atti criminali e speculazioni possa essere reinvestito per cambiare volto ai patrimoni illeciti e rigenerare i territori feriti dalla presenza mafiosa. Basterebbe il 2% del Fug per far sì che il denaro sottratto alle mafie torni a far crescere il bene comune: scuole, cooperative, comunità, futuro. Basta poco per far rifiorire il Bene, quel 2%, può cambiare molto, se diventa impegno concreto dello Stato”.
