Consiglio generale della Cisl, Genovese: «Passare dalla cultura del posto pubblico a quella degli investimenti produttivi»

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Consiglio generale della Cisl, Genovese: «Passare dalla cultura del posto pubblico a quella degli investimenti produttivi»

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venerdì 15 Luglio 2011 - 12:16

L’appuntamento organizzato questa mattina al Salone delle Bandiere della Cisl. Il segretario generale affronta anche la questione “partecipate”: «Sistema da ristrutturare se non si vuole rischiare il collasso»

Un territorio fragile, che rischia di collassare a causa delle minori risorse che gli enti locali avranno a disposizione. Il quadro tracciato dalla Cisl di Messina nel corso del Consiglio Generale riunito nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca è desolante. E’ stato il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese, a tracciare i contorni allarmanti della situazione.

“L’elenco delle vertenze è infinito – ha detto – e non si vede la luce alla fine del tunnel. Bisogna fermarsi subito, tutti, e trovare quelle strategie necessarie per rendere attrattivo il nostro territorio. Il rischio, altrimenti è la marginalizzazione”. Nella sua relazione, Genovese ha toccato tutti i punti delle vertenze che interessano il territorio, affrontando subito il tema del momento, quello dell’intenzione dell’Amministrazione comunale di impiegare 300 cassaintegrati per la cura e la manutenzione di strade e verde pubblico. Il rischio serio – ha spiegato Genovese – è quello di creare ulteriori speranze e poi precariato. Ci sono le norme, sono lodevoli, e consentono l’impiego di chi percepisce un’indennità dall’Inps a beneficio della comunità, è vero, ma si rischia di alimentare, di innestare il virus del precariato e creare un bacino di potenziali precari per una ipotetica assunzione nella Pubblica Amministrazione. Il problema è che le casse degli Enti locali non possono più sopportare un carico del genere. E allora – ha rimarcato il segretario generale della Cisl di Messina – dobbiamo cominciare tutti seriamente a valorizzare e trovare strumenti affinchè si passi dalla cultura del posto pubblico a quella della produzione, degli investimenti per dare stabilità e creare le condizioni per un lavoro duraturo e futuro attraverso la libera concorrenza dei mercati”.

La relazione passa ad affrontare, quindi, il tema delle società partecipate con Genovese che ha lanciato un allarme. “Basta chiacchiere – ha ammonito – se non verranno subito ristrutturate, le partecipate e i loro debiti rischiano di portare al collasso le casse dell’Amministrazione. La Cisl non ha doppi fini, a noi interessano solo tre punti: che il bilancio degli enti locali, già penalizzato da minori trasferimenti, sia in grado di sostenere le necessità della città e dei lavoratori, la tutela dei lavoratori delle partecipate e la garanzia per i cittadini di avere servizi efficienti. Altrimenti si corre il rischio, come accade all’Atm, che i lavoratori vengano visti anche come sanguisughe non perché non lavorano ma perché non sono messi in grado di produrre”.

A chiudere i lavori, è stato il segretario nazionale confederale Paolo Mezzio che ha messo l’accento sull’accordo interconfederale sulla rappresentanza firmata nei giorni scorsi. “L’accordo – ha detto Mezzio – serve per dare certezza alla rappresentanza all’interno delle aziende. Sono stati stabiliti alcuni criteri per stabilire la rappresentanza ed è un presupposto necessario per dare agibilità democratica all’interno delle aziende. C’è così l’impegno che se il 51% delle Rsu è d‘accordo con le dinamiche aziendali, una piccola minoranza non le può bloccare. Questo porterà certezza d’interlocuzione per l’azienda e diritto di cittadinanza al sindacato che ha il dovere di assumersi anche responsabilità rispetto ai destini delle aziende. L’altro aspetto riguarda le dinamiche interne tra Cgil, Cisl e Uil. Può essere un nuovo inizio perché questo Paese ha bisogno di ritrovarsi intorno a un progetto unitario per lavorare e costruire”.

Ma non sono mancati gli accenni alla situazione del Mezzogiorno e, stimolato anche dai giornalisti, al territorio siciliano e messinese. “La situazione nazionale – ha detto Mezzio – è di grande sofferenza e disagio per la prima volta spalmato in tutto il territorio nazionale. Particolarmente difficile la situazione siciliana e in particolare a Messina dove i grandi problemi sono legati alle condizioni di sviluppo e di crescita che purtroppo non vengono affrontate. C’è un problema di infrastrutturazione che Messina più di altre soffre questo disagio determinando una condizione di disoccupazione che secondo me non trova precedenti nella storia del nostro paese. E l’aggravante è che non si vede una prospettiva, non si vive una speranza”.

Un commento

  1. Vo cucchiti xxxxxxxxxxx sulle spalle dei lavoratori, comincia a prendere la zappa tu prima di criticare gli altri….

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