Pdl-Pd-Udc: è nata la “questione giovanile” nella politica messinese?

Pdl-Pd-Udc: è nata la “questione giovanile” nella politica messinese?

Pdl-Pd-Udc: è nata la “questione giovanile” nella politica messinese?

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martedì 01 Novembre 2011 - 10:59

La controreplica di Croce (Giovane Italia) alle piccate risposte dei movimenti giovanili dei centristi e del maggior partito di centrosinistra

«Personaggi in cerca d’autore? Il personalissimo “autore” mio e della gran parte degli esponenti della Giovane Italia di Messina si chiama militanza». Questo è solo l’inizio della controreplica di Ferdinando Croce, presidente cittadino del movimento giovanile del Pdl, “Giovane Italia”, dopo i piccati interventi dei “pari età” di Pd e Udc. Croce parte proprio dall’accusa di Alibrandi e Vermiglio dei “Giovani Udc”. Personaggi in cerca d’autore: «Ho voluto raccogliere la provocazione e sono andato a rileggere in chiave messinese i profili dei “Sei personaggi …” pirandelliani. Il Padre e la Madre mi fanno pensare a Giuseppe Grioli ed Armando Hyerace, perché come dei genitori fin troppo apprensivi hanno preso le difese dei Giovani Democratici senza far parlare direttamente i medesimi vertici giovanili, quasi che questi ultimi fossero “incapaci” di replicare e quindi da commissariare, da mettere sotto tutela. Abbiamo la Bambina di 4 anni, che affettuosamente identifico in Nino Munafò per restituirgli l’orgoglio anagrafico violato dall’attribuzione di un’età che non gli appartiene (per dovere di cronaca, ha 32 anni e non 40). Ci sono poi la Figliastra di 18 anni ed il Figlio di 22, che potrebbero ricondursi alle figure dei coordinatori dell’Udc per l’impeto “post-adolescenziale” con cui hanno reagito alle mie affermazioni. In via residuale mi riservo infine il ruolo del Giovinetto di 14 anni, che tuttavia paradossalmente nella commedia non prende mai la parola».

Al di là delle metafore, Croce spiega che parlando di «appiattimento nei movimenti giovanili dell’altra parte politica» il riferimento non era all’Udc, «che invece si sono sentiti chiamati in causa (sindrome da “carbone bagnato”?) nel tentativo da un lato di pubblicizzare le loro oscure posizioni e dall’altro di attuare una politica “dei due forni” di andreottiana memoria. A Messina infatti, sia al Comune che alla Provincia, l’Udc è a tutt’oggi forza di governo, potendo annoverare il vice-sindaco della città e numerosi assessori, il presidente del consiglio provinciale ed il presidente dell’Ente Teatro, giusto per menzionare i ruoli più importanti. Salvo quindi che le dichiarazioni di Paolo e di Carlo non equivalessero, anche per conto dei “seniores”, ad una ufficiale fuoriuscita del loro partito dalla coalizione di centrodestra (coerenza vorrebbe peraltro in quel caso che gli amministratori Udc rassegnassero le loro dimissioni), i giovani democristiani cadono in contraddizione». Un’analisi, questa, che forse ci si aspetterebbe dai “grandi” dei rispettivi partiti, che invece “sonnecchiano” e preferiscono che foglia non si muova. Così ci pensano i “meno grandi” a parlare e a disquisire su argomenti che sembra inutile nascondere con foglie di fico.

Croce aggiunge anche che «esattamente un anno fa Carlo Vermiglio ci invitò ad organizzare insieme un incontro, dal titolo “Sistema Messina”, che riscosse un buon successo soprattutto per la sinergia nata in quell’occasione tra i gruppi giovanili (in quell’occasione peraltro si concordò scientemente di non coinvolgere nella manifestazione i giovani del Pd). Ebbene, per quanto quell’evento non ebbe un seguito, non avrei mai potuto rinnegare quella esperienza, che ancora oggi sono pronto a ripetere. Anche per questo i giovani dell’Udc hanno commesso un autogol, intestandosi una polemica che non apparteneva loro». Tornando al Pd, vero bersaglio della battuta di Croce sull’appiattimento giovanile, «non sono pentito di ciò che ho detto e lo ripeterei fermamente, ma questo nel rispetto assoluto dei ruoli e nella reciproca legittimazione. In particolare non contesto il fatto che nel Pd sia stato posto in essere un ringiovanimento e che i giovani ricoprono numerosi e prestigiosi incarichi amministrativi e di partito, ma piuttosto che questi si sono dimenticati di essere giovani, o quantomeno la gioventù non sembra essere più (o non è mai stata) una componente essenziale del loro agere politico. Così ho parlato di “appiattimento”, perché chi è entrato nella stanza dei bottoni si è dimenticato della propria provenienza ed ha abdicato al compito che per vocazione gli sarebbe spettato, quello di battere la piazza e di agevolare la formazione di una coscienza critica nella generazione che è destinata a diventare la classe dirigente del domani».

«Nel frattempo – conclude Croce – a dispetto di quanto sostengono gli amici dell’Udc, i giovani del Popolo della Libertà continuano incessantemente e fattivamente ad occuparsi di tematiche quali il problema dell’acqua nei villaggi suburbani, il recupero della zona falcata, lo scandalo dei “derivati”, la promozione turistica del territorio, il tema della raccolta differenziata dei rifiuti e quello della pulizia delle spiagge, l’attuazione a Messina della riforma dell’Università, il disagio nelle scuole con metodo alternativo rispetto agli pseudo-indignados, etc. Sono molto soddisfatto di aver stimolato un interessantissimo dibattito, e di aver riacceso l’orgoglio e le sensazioni di alcuni colleghi che -lo ribadisco- da tempo sembravano perlomeno dormienti su quella che a questo punto possiamo definire la “questione giovanile di Messina”». Chissà, forse un nuovo corso per una politica che appare stanca, vecchia. Non solo anagraficamente.

2 commenti

  1. …E se ne occupano tanto che i progetti sulla Cittadella e su Forte Gonzaga sono stati bocciati!

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  2. bonanno giuseppe 1 Novembre 2011 18:09

    Croce ” a cucchiti” anche VOI figli di papa del PDL siete Yes Man, etcetc ……….purtroppo altri commenti non se ne possono fare

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