Nel Teatro della discordia le vittime sono artisti e pubblico

Nel Teatro della discordia le vittime sono artisti e pubblico

Rosaria Brancato

Nel Teatro della discordia le vittime sono artisti e pubblico

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martedì 19 Marzo 2013 - 17:58

In una situazione incandescente si creano incomprensioni e dissidi come quelli avvenuti sabato tra un papà che aveva portato i suoi bimbi ad ascoltare le favole e gli orchestrali, impegnati nelle prove generali del Rigoletto, vietate al pubblico. Nello scambio di lettere tra le due parti si comprende come in fondo, stiano tutti dalla stessa: la difesa della cultura.

In una situazione incandescente come quella del Teatro Vittorio Emanuele basta poco per far accendere la scintilla e quella scintilla, una volta accesa, rischia di far mettere contro due parti ugualmente vittime dell’assassinio della cultura che sta avvenendo a Messina nell’indifferenza generale. Riportiamo di seguito, sintetizzandola, la lettera di un papà che racconta quanto accaduto sabato pomeriggio e la replica degli orchestrali. Al di là dei dettagli della vicenda è chiaro che se le cose andassero come da norma nulla sarebbe accaduto e l’incomprensione tra il lettore e gli artisti non si sarebbe mai verificata, perché non dovrebbe MAI accadere che ad una prova vietata al pubblico qualcuno entri in sala, indipendentemente dall’età, ed acceda ad una zona peraltro inagibile.

Ecco cosa racconta Fabio Costantino,psicologo Giudice onorario Tribunale Minori Messina “Sono padre di tre bambini, vivo in una città senza Sindaco, senza verde, senza autobus, senza lavoro, senza fiera, senza luce, senza alberghi , senza acqua … Senza niente! Sabato pomeriggio decido,con mia moglie, di portare i nostri bambini al Teatro Vittorio per le favole (….) Abbiamo goduto per un’ ora dell'entusiasmo di tre giovani attori e di un vecchio appassionato regista; gente vera, semplice entusiasta dei loro giovani fan. Bambini piccoli, sinceramente interessati alle performance di divertenti maschere. Finisce lo spettacolo, salutiamo gli artisti e mentre ci avviamo verso l'uscita sentiamo musica che viene dalla grande sala. I bambini si accendono e ci chiedono di vedere, di ascoltare. Chiediamo ad una giovane assistente quale sacro rito si sta svolgendo nel 'Grande Teatro': Il Rigoletto, le prove! Chiediamo insieme ad altri genitori se possiamo curiosare; ci rispondono di si! Entriamo e ci accomodiamo lontanissimi, nel posto peggiore, li dove in nessuna parte del mondo verrebbe messa una poltrona per assistere ad uno spettacolo, perché non si vede niente del palco (…)Mentre noi fingiamo di essere competenti di musica 'seria' ci sentiamo orgogliosi, migliori. Di li a poco uno degli orchestrali ci vede, si irrita, si arrabbia (…) La tensione si alza, uno degli orchestrali lascia la postazione e guadagna la platea per chiedere l'intervento della forza pubblica. Per rispetto dei bambini lasciamo il Teatro concedendomi un 'vergogna' gridato e condiviso da altri genitori! Caro artista hai perso l'occasione di guadagnarti l'applauso di un marmocchio che avrebbe ricordato con la tua musica le note del cielo! (….) Caro Musicista arrabbiato del Teatro Vittorio Emanuele domani non dirmi che eri arrabbiato perché non ti pagano perché chi ti scrive conosce ciò di cui parli. Hai perso un'occasione: l'applauso di bambini che ti avrebbero difeso per sempre! In bocca al lupo per la tua battaglia, tifiamo per te”.

Fin qui sintetizzata la lettera di Fabio Costantino che poi spiegherà di aver voluto usare l’ironia, anche se a noi resta un interrogativo: come sia possibile che in un Teatro, alla vigilia della prima e quindi quando dovrebbe essere naturale che alle prove non assista nessuno, non vi sia stato alcun filtro e che le famiglie, del tutto ignare di queste regole, siano invece state fatte entrare, peraltro in una zona dove non sarebbe consentito. Puntuale arriva la replica degli orchestrali che sono stati quelli che si son battuti per avere le favole il sabato pomeriggio, e per proporre i concerti per i bambini e il ripristino delle favole musicali. Ma nessuno li ha ascoltati.

“La storia è andata cosi' e ci sono 150 testimoni in sala- spiega Giampiero Cannata- Era la prova "ante-generale" rigorosamente chiusa al pubblico. Stava appena per cominciare ed il direttore d'orchestra, il giapponese Hirofumi Yoshida era infastidito perchè sentiva urlare bambini dall'alto della seconda galleria,quindi ha deciso di non far cominciare la prova,se prima la sala non fosse stata sgomberata. Subito dopo in una delle arie piu' importanti di Rigoletto, lo stesso cantante ha fatto notare che in quelle condizioni rumorose era troppo difficile potersi concentrare. Abbiamo quindi chiesto alle autorità preposte all'interno del Teatro il ripristino del silenzio,cosa del tutto normale in un Teatro. Noi orchestrali abbiamo spinto per il ripristino dei concerti pomeridiani per i bambini. Spero che il padre in questione la prossima lettera la indirizzi alla nostra amministrazione chiedendo il ripristino dei concerti per bambini,vedi le favole musicali di Prokovieff con Pierino e il lupo,oppure il Carnevale degli animali di Saint Saens.Bambini vi aspettiamo tutti a braccia aperte nel nostro e vostro Teatro”.

Dopo queste precisazioni Fabio Costantino ha chiarito di non voler attaccare nessuno ed ha invitato gli orchestrali “ a venire a suonare presso una delle Comunità per Minori del circuito penale che frequento per lavoro. Ho, infine, un sogno che la Dirigenza del Teatro possa riservare i dieci migliori posti del nostro Teatro ad altrettanti ragazzi che sono ospiti di strutture penali minorili della città e che forse non avranno mai l'occasione di assistere ad un grande spettacolo”.

Chiarite le incomprensioni, che sono frutto di una situazione paradossale, perché non può accadere che alle prove ante-generali, rigorosamente vietate, qualcuno entri in sala, ed infatti non si è arrabbiato un orchestrale, ma il direttore Hirofumi Yoshida abituato ad altre regole, siamo d’accordo con la proposta di riservare i 10 posti migliori a ragazzi che mai avranno l’occasione di assistere ad un grande spettacolo. Per la verità, se le cose continuano così, nessuno potrà più assistere a nulla. Quello che infatti più amareggia in questa vicenda è che si son trovati “contro” sia pure per poco, artisti e pubblico, le uniche vere vittime della tragedia che sta andando in scena, questa sì, nel silenzio più assoluto.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Sicuramente il problema di fondo è stato l’aver permesso l’ingresso. Ho lavorato per tanti anni al teatro è non si è mai sentito che in una prova anti-generale possa entrare il pubblico. credo che le scuse più importanti debbano arrivare dalla persona che ha permesso l’ingresso, scuse rivolte sia al Dott. Costantino che avendo chiesto e ricevuto il permesso è entrato nel teatro, sia all’orchestrale irascibile che, malgrado la sua oltremodo eccessiva irascibilità, si è trovato davanti ad una situazione inaccettabile per chi lavora, strano parlare di regole a Messina ma anche da noi esistono e devono essere fatte rispettare. Anche chi lavora nel teatro al di fuori del palcoscenico deve avere la sua professionalità e la consapevolezza che il suo ruolo impone.

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  2. Questo signore è molto bravo a lamentarsi di tutto quello che non funziona a Messina (sacrosanto), peccato che poi, come molti messinesi, si senta al di sopra delle più semplici regole di convivenza civile.
    Complimenti!

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