LeU, Claudio Fava: "Epifani si dimetta e lasci il posto a Maria Flavia Timbro"

LeU, Claudio Fava: “Epifani si dimetta e lasci il posto a Maria Flavia Timbro”

Francesca Stornante

LeU, Claudio Fava: “Epifani si dimetta e lasci il posto a Maria Flavia Timbro”

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mercoledì 07 Marzo 2018 - 06:56

Liberi e Uguali ha ottenuto un seggio nella Sicilia orientale grazie al lavoro fatto a Messina dai candidati Maria Flavia Timbro e Gabriele Siracusano. Ma quel seggio è andato a Guglielmo Epifani. L'indignazione è esplosa. E Claudio Fava ha scritto un messaggio durissimo al partito e a Epifani

Ieri Tempostretto ha acceso i riflettori sul caso di Epifani, calato dall'alto in 3 collegi siciliani ed eletto a Messina a scapito della messinese Maria Flavia Timbro (leggi qui). Dalla Sicilia parte un appello indirizzato direttamente a Guglielmo Epifani: “Lasci il suo seggio a chi ne ha diritto a pieno titolo: la messinese Maria Flavia Timbro”. In queste ore lo ha chiesto a gran voce la base di Liberi e Uguali, quelli che qui si sono “sporcati le mani” nel nome di un progetto politico che invece sembra proprio aver pensato solo ai vertici e non ai territori. E lo ha chiesto ufficialmente Claudio Fava, deputato all’Ars e candidato alla presidenza della Regione alle ultime elezioni siciliane. Claudio Fava scrive a Epifani e a Liberi e Uguali per Maria Flavia Timbro. Nel nome di un cambiamento che questo partito voleva incarnare e che alla luce dei fatti rischia di tramutarsi in un’ulteriore sconfitta per chi ci aveva creduto: «Se davvero volessimo dare segno di aver compreso le ragioni della disfatta, se davvero volessimo proporre a sinistra una riflessione che metta da parte rendite di posizione e carriere, se davvero volessimo fare atto di contrizione e di verità e riconoscere che una nuova cultura politica si costruisce premiando meriti, risorse, energie, legami reali con la vita e con il territorio (e non appartenenze, caminetti e nomenklature), se davvero Liberi e Uguali volesse far ammenda e tesoro della sconfitta chiederebbe a Guglielmo Epifani di dimettersi dal seggio di deputato ricevuto grazie a una candidatura bloccata su tutti i collegi della Sicilia Orientale. E in attesa che lo faccia LeU, lo faccio io».


All’indomani dei risultati elettorali, è esplosa la polemica dentro e fuori Liberi e Uguali, il partito di Pietro Grasso che a stento è riuscito a superare la soglia del 3%. Una sconfitta bruciante che però non ha impedito a molti dei “big” del partito nato per far la guerra al Pd di strappare comunque un seggio alla Camera o al Senato, grazie al diabolico Rosatellum che ha consentito di blindare alcune candidature lasciando la possibilità di piazzare il proprio nome in diversi collegi d’Italia. E così a pagare è la Sicilia, anzi più precisamente Messina. Paga il lavoro e il sacrificio della base di un movimento che in questo territorio si è speso tanto da portare i voti necessari a ottenere un seggio. E così a chi è andato quel seggio? A Guglielmo Epifani, l’ex segretario del Pd e della Cgil. Epifani è stato uno dei nomi calati dall’alto da Roma come capolista in tutti i collegi della Sicilia. Così se andava male da una parte, per il “big” ci sarebbe stato il paracadute dall’altra. E quindi i messinesi che hanno votato Liberi e Uguali per Gabriele Siracusano e Maria Flavia Timbro hanno eletto Guglielmo Epifani. Ovviamente non è l’unico caso, ma questo ha fatto esplodere in poche ore l’indignazione. Chiaro e diretto il messaggio di Claudio Fava che conosce bene Maria Flavia, anche per aver condiviso con lei qui a Messina la campagna elettorale e i progetti che lo hanno visto in corsa alle elezioni regionali: «Epifani dovrebbe dimettersi e lasciare il seggio a Maria Flavia Timbro, la donna che era in lista alle sue spalle e che ha contribuito (lei assieme ai molti e bravi compagni di Messina e di Enna, al lavoro straordinario costruito da ciascuno di loro in questi mesi a partire dal progetto dei 100Passi) a far scattare il seggio nella circoscrizione della Sicilia orientale. Senza il dato numerico di quella città, senza il loro lavoro, senza l’onesta generosità di quella gente, senza il legame concreto che hanno costruito con un territorio saccheggiato in questi anni dalla peggior politica, il seggio non sarebbe scattato. Ed Epifani, imposto come capolista in tre collegi su tre dalla modestia e dalla cecità politica dei facitori romani delle liste di LeU, non sarebbe stato eletto. Si ritrova deputato non per meriti suoi o dei suoi protettori ma per la bravura e la generosità di chi ha portato quei voti in più, quei consensi in più che hanno fatto la differenza.
Lo dico con forza perché sento già le comode giaculatorie sugli errori della sinistra, sulla necessità di capire e di ripartire, di imparare la lezione degli elettori e via declamando. Bene: esiste un modo concreto per dimostrare che quella lezione (che è di vita, prima ancora che di politica) l’abbiamo, anzi, l’avete compresa: chiedete a Epifani di fare un passo indietro. Rimediate a una tessitura delle liste fabbricata su misura per amici, sodali e compagni di corrente. E permettete ad una compagna brava, che di quel collegio è espressione vera perché ne ha raccolto uno ad uno voti e lamenti, di rappresentare la Sicilia in Parlamento. In caso contrario, abbiate almeno il pudore di non dire che questa sconfitta vi ha insegnato qualcosa».

Francesca Stornante

Un commento

  1. CastorinaCarmelo 26 Marzo 2018 07:21

    Epifani beh……ci sarebbe da analizzare il suo operato nel “PD” di Renzi…..Ha votato la legge Fornero, il job act , gli esodati, ed altro ancora, ma bastano solo queste evidenze politiche per delinearne la cornice liberista e revisionista” per poi essere folgorato sulla via di “Damasco”…..(Troppo tardi e troppo poco) e mi vergogno ma non posso tacere: che è stato il mio Segretario Generale nella CGIL…..dovrebbe solo vergonarsi ed andare via…..”

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