La Società Cooperativa Calcio Messina si esprime sulle novità giudiziali: "Notizia che fa male, ma reagiamo, non finisce qui"
MESSINA – Dopo settimane di silenzio sulle questioni extra campo la Società Cooperativa Calcio Messina torna a farsi sentire appena giungono le novità dal tribunale. Il fallimento dell’Acr Messina targato Aad Invest e Sciotto è una grossa novità che non può essere ignorata. Il quarto fallimento in poco più di 30 anni e il calcio cittadino potrebbe diventare nuovamente terreno fertile per avventurieri. In molti richiamano alle proprie responsabilità anche la politica, ma è la Cooperativa che potrebbe svolgere un ruolo più centrale nel dare le carte, ricordiamo che hanno registrato il marchio e il logo storico, e nel vigilare.
Il gruppo di tifosi ha così commentato la notizia, lanciando comunque segnali di speranza: “La nostra rinascita. Nun po’ fari cchiù scuru i menzanotti (non può fare più buio di mezzanotte, ndr). Oggi è una data che segna la storia del calcio cittadino: il Tribunale ha dichiarato la liquidazione giudiziale dell’Acr Messina. Una notizia che fa male, perché nessun messinese avrebbe voluto assistere a questo epilogo. Ma Messina non si arrende. Messina reagisce”.
Non viene messo in dubbio che nonostante le difficoltà collegate direttamente alla penalizzazione la squadra costruita merita solo elogi: “Sul campo i nostri ragazzi continuano a lottare con orgoglio e dignità: dal pareggio casalingo con l’Athletic Palermo alla vittoria in rimonta a San Cataldo. Segnali di passione, carattere e appartenenza che testimoniano che il Messina è vivo, e non smetterà di esserlo. È da qui che nasce la nostra responsabilità”.
Il ruolo della Cooperativa in questa nuova fase
“La Scc Messina non è un’idea astratta – si legge ancora nella nota – ma un movimento reale, fatto di cittadini, tifosi, professionisti e imprenditori. Un progetto che mette al centro la città, la squadra, il cuore. Un modello nuovo, cooperativo e trasparente, dove ogni voce conta. Il fallimento non è la fine: è l’occasione per un nuovo inizio. Messina ha fame di calcio, di identità, di orgoglio”.
L’invito finale ad aderire per non restare spettatori: “E noi siamo pronti a trasformare questa energia in un progetto concreto, per ridare stabilità, entusiasmo e credibilità alla nostra squadra. Oggi più che mai chiediamo a chi ama Messina di unirsi a noi. Ogni adesione, ogni contributo, ogni partecipazione è fondamentale per dare forma al futuro che la nostra città merita. La storia del calcio messinese non si chiude qui. Insieme, possiamo scrivere la pagina più bella: quella della rinascita. La nostra rinascita. Nun po’ fari cchiù scuru i menzanotti”.

Calcio a Messina non se ne può fare ed è meglio così. QUATTRO VOLTE in trent’anni penso che sia un record difficilmente battibile se non da Messina stessa.
Se bisogna sempre fare teatrini di questo genere è meglio senza, almeno non facciamo ridere nessuno a livello regionale e nazionale.
In una città normale, un sindaco normale, avrebbe, già ieri sera, contattato imprenditori messinesi e il curatore per fornire una somma necessaria per garantire l’esercizio provvisorio, fino all’aggiudicazione dell’asta. Cosa fatta a Pescara anni fa quando fallì la squadra di calcio.
Ma il sindaco di Messina non vuole avere a che fare con il calcio, perché il suo capo politico glielo ha proibito…..