Il consiglio federale non ha ammesso la squadra giallorossa tra i professionisti, bisognerà concentrarsi sulla D: ma in quale condizioni?
L’orizzonte dell’Acr Messina si specchia nell’incertezza, alimentata dall’attesa seduta del Consiglio Federale di ieri al termine della quale sono stati ufficializzati i nomi delle quattro squadre riammesse in prima divisione e delle sette ripescate in quarta serie, tra le quali non c’è quella giallorossa. Non sono valsi a niente i proclami della proprietà, l’annuncio della presentazione della fideiussione necessaria per chiedere la riammissione tra i professionisti (è stata depositata davvero?) e l’appoggio di parte del consiglio comunale rappresentanta dal vicepresidente vicario Giuseppe Trischitta.
Adesso il Messina dovrà guardare avanti, concentrandosi sul campionato di serie D, anche se l’atmosfera intorno a Di Lullo e company resta tesa. Anche la tifoseria si è spaccata, con i Nocs e Ultras 90 che hanno apertamente chiesto al gruppo romano-campano di cedere la società e l’altra parte della tifoseria organizzata che non ha dichiaratamente preso posizione. Spaccattura venutasi a creare anche all’interno di Gioventù Giallorossa, dove uno dei rappresentati più “anziani” del gruppo, Salvatore Crupi, ha chiuso la propria militanza in contrasto con le decisioni del leader del club Nino Martorana.
Intanto dal punto di vista sportivo continua la preparazione a Tortorici, anche se non vi sono notizie ufficiali sull’andamento dei lavori del gruppo guidato dal tecnico Infantino. Manca ancora anche l’elenco ufficiale degli atleti che stanno affrontanto il ritiro precampionato. Inutile infine ribadire lo stato delle cose dal punto di vista societario: anche qui regna la confusione dettata dalle differenti dichiarazioni dei principali componenti dell’Acr. Non si escludono ennessimi, e ormai estenuanti, colpi di scena.
Foto Dino Sturiale
