Acr Messina, il Comitato Zanclon: fuori gli imprenditori seri, soprattutto quelli locali

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domenica 19 Luglio 2009 - 10:14

Su Di Lullo e compagni d’avventura: “E’ ora di dimostrare se avete la sostanza che avete dichiarato, oppure se siete solo dei millantatori”

La complessa situazione del calcio cittadino, nel limbo tra l’attuale gestione firmata da Alfredo Di Lullo, Arturo Di Mascio e il loro staff e un futuro che potrebbe essere rappresentato da altri nomi, ha portato il Comitato Zanclon, che ormai da tempo si occupa delle sorti della prima squadra della città, a lanciare un appello agli imprenditori locali.

“I tifosi biancoscudati, quei pochi, malati, incorreggibili sostenitori che sperano di poter tornare al “S.Filippo” a gridare “Forza Messina” – scrivono – pensano che sia giunta l’ora di rompere gli indugi e chiamare a raccolta coloro i quali, nella nostra bistrattata, maltrattata, disonorata città si fregiano del titolo di imprenditori e credono davvero di esserlo. A loro, che devono le proprie fortune a cittadini da sempre disposti a qualsiasi sopruso pur di avere garantito il proprio piccolo o grande spazio di quieto vivere, rivolgiamo un appello affinché restituiscano alla città ciò che Messina gli ha regalato o consentito di conquistare. Se siete imprenditori non vi sfuggirà certamente che l’Acr Messina, società figlia dell’Fc Messina, è libera dal fardello dei debiti sportivi e ha tutte le potenzialità per rappresentare la base di una rinascita del calcio nella nostra città. Si tratta di una macchina che, una volta rimessa in moto, vi potrà garantire popolarità, peso sociale ed anche contrattuale nei confronti dell’opinione pubblica e delle amministrazioni locali”.

Un appello chiaro, forte, importante. Che poi si sposta sull’attuale situazione del club: “La società è stata iscritta e questo è un fatto oggettivo ed incontrovertibile – prosegue il comunicato -, ora ci sono due strade: andare avanti con le manfrine viste dal 20 maggio in poi, dove si cerca il casus belli, si approntano estemporanee conferenze stampa a raffica, per dire tutto e il contrario di tutto e rilanciare al ribasso o al rialzo in funzione degli umori di giornata su un progetto che per un certo periodo si è sventagliato ai quattro venti essere di interesse internazionale, salvo poi volerlo finanziare con un budget da cantinari. In alternativa, piuttosto che continuare a tergiversare è ora di far seguire alle parole della prima ora i fatti. Fatti che impreditorialmente parlando nell’ambiente calcistico vogliono dire: impostare una campagna acquisti come dovrebbe fare una società preposta ad uccidere il campionato di quinta serie, abbandonare i voli pindarici di ripescaggi mai come questa volta basati solo su pie illusioni e vaneggianti promesse e stringere alle proprie responsabilità il primo cittadino di questa derelitta città con la ragione dalla propria parte. Ove si intravvedesse un progetto di reale grande respiro anche il principe degli ignavi dovrebbe chinare la testa e per una volta nella sua vita fare finalmente qualcosa”.

Infine l’invito a stare lontano da Messina, rivolto a coloro che cercano solo l’opportunità per avere notorietà: “Non ne possiamo più di questa corte dei miracoli che bivacca alle nostre porte e che giorno per giorno si ingrossa dei più laidi personaggi. Si faccia avanti solo chi ha intenzioni serie, portafoglio stracolmo, idee chiare e cultura del fare. Di chiacchieroni, scialacquatori, vanesi, incapaci e masochisti abbiamo fatto il pieno per anni e ne abbiamo abbastanza in casa propria per andare a cercarli di importazione. In estrema sintesi: Di Lullo e compagnia è ora di dimostrare se avete la sostanza che avete dichiarato, oppure se siete solo dei millantatori. Per tutti gli altri fuori la grana, o zitti e addio”. Parole forti e dirette, che vogliono avere l’effetto di dare uno scossone all’ambiente.

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