Nel 2002 l'Atm contava 230 mezzi, oggi spende più di quanto produce. Bocciato il bilancio 2012

Nel 2002 l’Atm contava 230 mezzi, oggi spende più di quanto produce. Bocciato il bilancio 2012

Francesca Stornante

Nel 2002 l’Atm contava 230 mezzi, oggi spende più di quanto produce. Bocciato il bilancio 2012

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sabato 05 Aprile 2014 - 01:51

I revisori dei conti hanno bocciato il Bilancio di esercizio 2012 dell'Atm perchè "non è stato redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero la situazione patrimoniale e finanziaria". Durissima la relazione dell'organo contabile.

“A causa delle incertezze sulla continuità aziendale il Collegio dei Revisori esprime parere negativo all’approvazione del Bilancio di Esercizio 2012, riservandosi di agire nelle sedi opportune qualora l’Ente proprietario e gli Organi responsabili non intraprendano senza indugio tutte quelle azioni finalizzate a porre rimedio allo stato di grave crisi economico-finanziaria che investe l’Azienda Trasporti Messina”. Si chiude così la lunga relazione dei revisori dei conti dell’Atm, una relazione durissima, che passa in rassegna tutti i disastri dell’azienda e regala una fotografia impietosa sulla base dei dati trascritti nel bilancio consuntivo 2012. Le firme in calce sono quelle del Presidente Felice Genovese e dei due componenti dell’organo Pietro Gugliotta e Nicolò Cannavò, il documento è stato consegnato lo scorso 19 febbraio e rappresenta indiscutibilmente il sigillo su una gestione che risale all’ex direttore generale Claudio Conte e che ha lasciato un’azienda sull’orlo del baratro.

Il segno della crisi è ben rappresentato da uno dei primi dati che i revisori mettono in tabella: nel 2011 il valore della produzione ammontava a 35.343.806 euro, nel 2012 cala a 31.275.665 euro, con costi della produzione che in entrambi i casi superano il valore stesso. Dunque un’azienda che non solo non riesce a migliorare il valore di ciò che produce, ma che per produrre spende più di quanto incassa. Nello specifico i revisori segnalano che nel 2012 c’è stata una diminuzione di circa il 13% dei ricavi connessi all’attività aziendale, che passano dai 5.881.792 euro del 2011 a 5.132.172 euro del 2012, cifre già di per se basse per un’azienda trasporti di una città come Messina. Un altro 12% in meno è alla voce “Altri ricavi e proventi” che passano da 29.361.014 euro a 26.043.493.

Per esempio il tanto discusso ticket nella Ztl ha portato in cassa 2.256.473,67 euro, cifra che riesce a coprire il costo del personale impiegato, considerata la diminuzione degli addetti trasferiti in altri reparti. Nonostante infatti la Ztl rappresenta annualmente circa il 50% degli incassi Atm da mercato, attualmente conta 75 unità di personale impiegato nel servizio mentre altre 50 unità nel tempo sono state destinate ad altre mansioni. L’altra metà dei ricavi è poi rappresentata dalla vendita dei biglietti che nel 2012 hanno fruttato solo 2.875.698,79 euro, somma insufficiente a coprire il 36% dei costi diretti che prevede la legge per le aziende che svolgono trasporto pubblico locale.

C’è poi una voce su cui i revisori hanno posto particolare attenzione: le spese telefoniche. Al 31 dicembre 2012 sono stati spesi 207.512,19 euro per le utenze fisse e 3.315,09 euro per i cellulari, spese che l’organo contabile definisce “notevolmente sproporzionate” rispetto al 2009 e 2010 quando si era speso circa la metà.

Capitolo crediti. Quelli verso il Comune per politiche tariffarie relative ad anni precedenti ammontano a 13.025.038 euro, si tratta di crediti che risalgono addirittura all’ultimo consuntivo approvato dal Consiglio comunale nell’ormai lontano 1999 e per i quali non è ancora stato possibile accertare la reale consistenza ed esigibilità. Ci sono anche i crediti verso la Regione per il contributo chilometrico che per il periodo 2003/2009 si attestano su 11.150.638,94 euro anche se nel 2011 la Regione ha sbloccato 2.280.000 euro e dunque ad oggi l’Atm attende la rimanente parte.

La nota dolente naturalmente è quella relativa ai debiti. Ci sono oltre 5 milioni di debiti tributari, 13.259.964 di debiti con i fornitori, 444.134 per il progetto SET che doveva essere usato per monitorare la domanda di mobilità urbana, progetto non ancora portato a compimento. Ci sono debiti con le banche per 9.737.332 euro, circa duecentomila euro meno rispetto al 2011 e poi altri 10.964.077 per Serit, Regione, Tarsu, Comune per Cavallotti e Ztl, Asstra, CODATAMM, ritenute sindacali,cauzioni, fondi pensioni.

Dopo questa rassegna di cifre e numeri arriva la bacchettata dei revisori che non possono che prendere atto che ad oggi i problemi più stringenti dell’Atm, segnalati da almeno 4 anni, non sono stati risolti. Il riferimento è soprattutto a: mancata stipula del contratto di servizio che manca dal 1998; pagamento da parte dell’Atm del mutuo contratto per la costruzione degli edifici destinati ad uffici e officine che però sono di proprietà del Comune senza che però questi partecipi agli oneri contrattuali; mancate approvazione dei Bilanci da parte del Comune. Secondo i revisori “non risulta essere stata programmata l’adozione di quei provvedimenti in grado di incidere positivamente sul risultato economico finanziario e sul livello del servizio erogato per invertire quel trend negativo che ha creato serie incertezze costringendo l’azienda ad operare in continuo affanno”. Il Comune e l’Atm devono chiarire i reciproci rapporti di dare/avere, ma rilievi e proposte dei revisori finora sono rimasti inascoltati confermando “totale abulia e disinteresse”. A conferma di ciò il collegio ricorda che nel 2002 l’Atm contava su un parco macchine di 230 mezzi, mentre oggi sono solo 95 di cui circa 50 guasti. Quelli funzionanti sono vecchi, l’80% ha più di dieci anni, ce ne sono sette che hanno sulle spalle ben 27 anni di carriera. Nel 2009 si era deciso di spendere 500 mila euro per 31 bus che dovevano arrivare da una ditta di Olgiate Comasco, la trattativa però andò in fumo e ne è nato un contenzioso che potrebbe creare un ulteriore danno. Senza considerare che, se i bus fossero giunti a destinazione, da maggio 2009 a dicembre 2013 sarebbero entrati in cassa quasi 12 milioni solo di contributi chilometrici.

Anche i contabili invocano un serio piano industriale, sottolineano che su 580 dipendenti solo 220 sono di fatto conducenti di bus e tram e le ultime assunzioni risalgono al 1999, ricordano che da ottobre 2013 manca la figura chiave del direttore generale. “Occorre invertire la rotta affidando la gestione dell’Azienda a persone che abbiano collaudate capacità nel settore, fuori dagli schemi strategici della politica opportunista, in grado di avviare una spirale virtuosa per far uscire l’Atm dalla palude in cui è stata trascinata”. Durissimo il commento dei revisori dei conti che non si limitano all’analisi dei numeri nudi e crudi ma chiedono con forza un cambio di passo a cominciare dalla nomina di una governance effettiva, visto che dal 2008 l’azienda è in gestione commissariale.

Per tutti questi i motivi i revisori dei conti hanno bocciato il bilancio 2012 dell’Atm. Bocciatura che pesa come un macigno soprattutto per l’amara constatazione, l’ennesima, di una situazione difficilissima da recuperare.

Francesca Stornante

5 commenti

  1. Perchè volete fare credere che la colpa sia di Claudio Conte, di cui non conosco i titoli di studio e quindi non posso preporli, ma certamente è uomo di grande virtù e ben disposto all’obbedienza, nonchè grandissimo esperto di problemi finanziari e grande manager per la gestione di società a capitale pubblico. Per le rimanenti non penso abbia particolari attitudini.
    Qualcuno mi può soddisfare una coriosità?
    Cosa faceva prima?
    Cosa voleva fare dopo si sa: aspirare alla nomina di amministratore delegato di una società pubblica.
    Per intenderci uno di quegli incarichi a 900.000 euro l’anno.
    Non è riuscito nell’intento, per questa volta si accontenti.

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  2. le aziende – normali-chiudono per molto meno, ma la politica è esente da ciò, bravi

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  3. 95 mezzi, di cui 50 guasti.
    La stessa situazione che aveva trovato renatino al suo arrivo.
    Oltre le chiacchiere, per cui merita un Nobel ad hoc, non ha fatto nulla.
    Ah, no, una cosa l’ha fatta!!!!!!!!!!!!!
    Il Pedibus.
    Come dire “Facitivilla a pedi, che cu mia nun c’è nenti i spirari”.
    L’avete voluto?
    Piangetevelo.
    Geonrge.

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  4. E tutti i politici che si sono avvicendati durante questi anni cosa hanno fatto? nulla di nulla, hanno permesso che Conte e gli altri dirigenti prendessero soldi a palate e buttassero nel fango una struttura che poteva essere d’orgoglio. I vari presidenti cosa hanno fatto, nulla se non prendersi soldi da tutte le parti. I lavoratori dell’azienda sapevano tutto ma poichè faceva comodo anche a loro il casino che era stato creato pensavano solo ad arrivare alla fine del mese e prendersi lo stipendio senza pensare che prima o poi sarebbe toccato anche a loro rischiare il posto. Nella faccenda ATM non c’è nessuno che si salva.

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  5. FINALMENTE le relazioni dei Revisori dei Conti sono SPIETATE, sia delle aziende partecipate, sia di Palazzo Zanca, questi professionisti non sono più prigionieri dei partiti che abbiano governato Messina, anche dall’opposizione, sono stati liberati da RENATO sindaco, che non offre nessuna protezione politica. Il trasporto urbano pubblico è ridotto allo stato pietoso, solo un uomo può salvarlo dal fallimento, è RENATO sindaco.

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