"Cambio di passo" al palo. De Luca pronto a mediare, ma la partita resta aperta

“Cambio di passo” al palo. De Luca pronto a mediare, ma la partita resta aperta

Francesca Stornante

“Cambio di passo” al palo. De Luca pronto a mediare, ma la partita resta aperta

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giovedì 23 Gennaio 2020 - 07:30

Dopo 7 lunghissime ore di dibattito in consiglio comunale, De Luca ha deciso di accogliere alcune delle richieste fatte dall'aula e di modificare la delibera del "Cambio di passo". Ma i numeri che vuole ancora non ci sono

Alla fine ancora una volta nulla di fatto. Il “Cambio di passo” è ormai una fiction a puntate che sta tenendo  sul filo del rasoio Palazzo Zanca e che alimenta il dibattito politico in città. Il lunghissimo secondo round di ieri doveva essere quello decisivo. E invece, nonostante ben 7 lunghissime ore di dibattito in aula, la votazione non è arrivata. Non per colpa dei consiglieri che si sono tirati indietro, né del sindaco che questa volta non ha lasciato l’aula per celebrazioni sacre o eventi. La decisione di rinviare il voto è stata una strategia alla fine condivisa da quasi tutti, sindaco compreso, nel momento in cui è emerso chiaramente che De Luca non avrebbe avuto i numeri che ha posto come condizione per non dimettersi.

Il lunghissimo giorno del cambio di passo

Il dato che è emerso ieri è che a fare un mezzo passo indietro è stato De Luca: dopo ore di invettive, interventi a tratti urlati, risposte punto su punto a tutti i consiglieri, il sindaco ha capito che non c’erano i margini per ottenere il risultato. E così, con un’agile giravolta, ha ribaltato le carte in tavola, aprendo ad alcune delle richieste avanzate durante i dibattiti di questi giorni. De Luca ha annunciato di essere pronto a eliminare l’istituzionalizzazione “cabina di regia” dichiarando che la sua porta è aperta a tutti. Ha detto chiaro che per quanto riguarda le modifiche al regolamento del consiglio il punto che gli interessa davvero è quello dell’astensione. Sul cronoprogramma delle 100 delibere invece nessun dietrofront, ma apertura all’aula per integrare e aggiungere tutto ciò che vorrà. Valutando poi ogni delibera nel merito, atto dopo atto. 

I numeri in aula

Nonostante questo però ieri sera non si è riusciti a far quadrare i conti. Dopo lo strappo che si è consumato con Sicilia Futura per il sindaco De Luca la strada per arrivare a 17 voti favorevoli si è rivelata molto più ripida del previsto. Diversi consiglieri “pontieri” hanno tentato di mediare e di convincere sia l’ala genovesiana, che i tre consiglieri di Sicilia Futura che non erano in aula ma sono stati per l’intera seduta nella stanza del gruppo a Palazzo Zanca a seguire i lavori.

Gli scontri in aula

I genovesiani però fino alla fine hanno detto chiaramente no: Giandomenico La Fauci, Benedetto Vaccarino, Francesco Pagano, Salvatore Sorbello e Giovanna Crifò non si sono mossi dalla loro posizione e hanno ribadito che solo davanti alla trasformazione di quella delibera in una comunicazione all’aula avrebbero potuto accettare di votare il “Cambio di passo”.

Da Sicilia Futura una minima apertura è stata invece paventata dal capogruppo Piero La Tona in vista della seduta di lunedì: se il sindaco toglierà tutta la prima parte, cioè quella che rappresenta un impegno politico, allora valuteranno di tornare in aula. Ma su questo fronte è tutto da vedere, soprattutto perché lo scontro tra De Luca e il leader Beppe Picciolo è stato durissimo e dunque potrebbero ancora essere delle conseguenze politiche dentro l’aula.

La frattura nel Movimento 5Stelle

Un altro aspetto che è emerso con forza ha riguardato l’effetto che comunque questo “Cambio di passo” ha provocato sugli equilibri del consiglio comunale. Il più eclatante è sicuramente la fuoriuscita dal Movimento 5Stelle dei consiglieri Serena Giannetto e Francesco Cipolla che, nei rispettivi interventi, hanno detto addio al gruppo dei pentastellati nell’applauso forte e vigoroso degli ormai ex colleghi. Una scissione che era apparsa fin dall’inizio della seduta, visto che per la prima volta i due consiglieri hanno lasciato i consueti posti che avevano occupato sino a ieri per traslocare dalla parte opposta dell’aula.

Dal centrosinistra

Chiara divergenza di vedute anche nel centrosinistra di Pd e LiberaMe. Dal Pd Antonella Russo, Gaetano Gennaro e Felice Calabrò hanno confermato di essere opposizione al sindaco De Luca e hanno dato filo da torcere con i loro interventi, suscitando risposte molto accese da parte di De Luca. Atteggiamento totalmente opposto invece da parte di Libero Gioveni che non solo ha dichiarato di essere favorevole totalmente al “Cambio di passo” e al percorso definito da De Luca, ma si è anche spinto in un lungo e accorato elogio dell’operato dell’amministrazione in carica.

A superarlo forse solo il collega di LiberaMe Nello Pergolizzi. Entrambi, insomma, potrebbero contendersi lo scettro di miglior capogruppo di maggioranza. Se esistesse una maggioranza. Favorevoli anche gli altri componenti di LiberaMe, Massimo Rizzo e Biagio Bonfiglio. Sul fronte del no senza intenzione di ripensamenti invece Alessandro Russo che ha motivato in aula il perché di questa sua opposizione e che probabilmente dopo questo voto potrebbe decidere di lasciare il suo gruppo per entrare in quello del Pd, sua casa naturale. E magari Gioveni potrebbe fare il percorso inverso in direzione LiberaMe. Insomma, esce uno ed entra un altro, senza troppi stravolgimenti.

Compatti i 5Stelle superstiti Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Paolo Mangano e Andrea Fusco, che ha collezionato un bel po’ di battibecchi in queste due sedute con il sindaco, alcuni colleghi e soprattutto il presidente del consiglio Claudio Cardile. Ieri mancava Giuseppe Schepis, un’assenza giustificata ma che potrebbe anche essere stata strategica per togliersi dagli imbarazzi di un eventuale volontà differente, dopo la spaccatura già consumata con Giannetto e Cipolla. Lunedì vedremo se sarà così o se l’assenza è stata solo una casualità legata a motivi che non hanno a che fare con le dinamiche d’aula.

Dimissioni e responsabilità

Quello che comunque è rimasto alla fine di una lunghissima seduta può essere racchiuso in un passaggio dell’ultimo intervento di De Luca: «Siamo stati tutti eletti per governare la città. Alla resa dei conti ognuno si assume le sue responsabilità». Un concetto che in realtà hanno espresso in tanti anche dai banchi dell’aula. E’ chiaro che nessuno in questo momento vuole tornare a elezioni. Così come però è chiaro che nessuno obbliga il sindaco a dimettersi se il voto su questa delibera non sarà quello che lui ha chiesto.

Anche perché, in base a quelle che saranno le modifiche, la piattaforma del “Cambio di passo” rischia di perdere il vero senso politico che De Luca gli ha dato fin dal principio: costruire una maggioranza stabile per andare avanti senza corto circuiti, “babbiu” e improvvisazione. Se si elimina la “cabina di regia”, che a sua volta già aveva sostituto l’iniziale intergruppo, cosa resta? L’impegno a modificare un passaggio del regolamento del consiglio su cui comunque tutti sembrano essere d’accordo e poi un elenco di delibere per il 2020 che comunque dovranno essere valutate, discusse e votate una per una, di volta in volta. E allora a quel punto a cosa è servito arrovellarsi un mese sul “Cambio di passo”?

Comizio in piazza

Per avere queste risposte però bisognerà ancora attendere. Da qui a lunedì pomeriggio potrebbe succedere di tutto. E di certo si rincorreranno le telefonate, i colloqui, le mediazioni. Nel frattempo De Luca ha già annunciato un comizio in piazza per il prossimo 2 febbraio. Prima ancora di sapere come andrà a finire ha già deciso che tornerà in piazza per parlare alla città. Una giostra che non si ferma mai.

Francesca Stornante

Un commento

  1. bonanno giuseppe 23 Gennaio 2020 09:07

    ahahahahahahahah De Luca…” la fifa fa 90″

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