Associazione mafiosa sui Nebrodi. 4 arresti nel clan dei Batanesi. NOMI, VIDEO

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venerdì 14 Dicembre 2018 - 08:34
estorsioni

MESSINA – Associazione per delinquere di tipo mafioso, tentata estorsione, porto illegale di armi aggravati dal metodo mafioso e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sono i reati contestati a quattro persone del clan dei "Batanesi", di Tortorici, arrestate stamani dai carabinieri di Messina, su ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Direzione distrettuale antimafia.

Si tratta del 40enne Antonino Conti Mica, originario di Biancavilla e residente a Tortorici, il 50enne Nicolino Gioitta, di Alcara Li Fusi, il 39enne Sebastiano Liuzzo Scorpo, originario di Sant'Agata Militello e residente a San Salvatore di Fitalia, il 53enne Francesco Liborio Mileti, di San Salvatore di Fitalia. Tutti e quattro sono al carcere di Gazzi, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

Il gruppo criminale era attivo nel quadrilatero compreso tra i comuni di Sant’Agata Militello, Alcara li Fusi, Galati Mamertino e Rocca di Caprileone nella gestione delle estorsioni, del traffico di stupefacenti, e nell’acquisizione del controllo di attività economiche e imprenditoriali, sfruttando la forza intimidatrice della mafia tortoriciana.

L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo di Messina e coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, scaturisce dall’operazione “Gotha” conclusa nel giugno 2011, ed ha documentato l’operatività criminale di un gruppo di soggetti che erano risultati intrattenere rapporti stabili con Salvatore Calcò Labruzzo, esponente di spicco del clan dei “mazzarroti”, che costituiva una propaggine della famiglia mafiosa dei “barcellonesi” nell’area di Mazzarrà Sant'Andrea.

Ha consentito di documentare la gestione di due estorsioni in danno di ditte impegnate nell’esecuzione di appalti pubblici di manutenzione stradale e di ristrutturazione del locale impianto sportivo di Rocca di Capri Leone, commesse mediante attentati incendiari eseguiti presso i cantieri, nonché la disponibilità di armi utilizzate per affermare il controllo criminale sul territorio. Sono state inoltre documentate una serie di condotte di traffico e spaccio di cocaina e marijuana, attribuite agli arrestati e a cinque ulteriori indagati a piede libero.

"Quest'associazione ha controllato il territorio indisturbata per molti anni – ha detto il procuratore Di Giorgio -, con estorsioni e traffico di stupefacenti anche pesanti, come cocaina, ha imposto con pressioni e minacce il suo dominio, diventando punto di riferimento per ogni problema". Il comandante provinciale dei carabinieri, Lorenzo Sabatino, punta l'attenzione, invece, sull'aiuto che può arrivare dalle vittime: "Serve collaborazione e la denuncia delle estorsioni, vicerversa le investigazioni sono in salita e con tempi lunghi".

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