"Nessun mistero, incendi dolosi". Procura chiude il cerchio sui Pezzino: padre e figlio nei guai. VIDEO

“Nessun mistero, incendi dolosi”. Procura chiude il cerchio sui Pezzino: padre e figlio nei guai. VIDEO

Veronica Crocitti

“Nessun mistero, incendi dolosi”. Procura chiude il cerchio sui Pezzino: padre e figlio nei guai. VIDEO

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giovedì 05 Marzo 2015 - 06:50

E' responsabile, secondo la Procura di Patti, di aver messo in scena i roghi "misteriosi" nella striscia di terra di Canneto di Caronia. Giuseppe Pezzino, giovane 26enne del posto, è finito stamani in manette. Indagato anche il padre Nino Pezzino, storico portavoce della contrada.

Avrebbe utilizzato un laser jet il giovane Giuseppe Pezzino per appiccare gli incendi che, tra lo scorso 14 luglio e lo scorso 8 ottobre, hanno riportato quella striscia di terra di Via del Mare, a Canneto di Caronia, tra le prime pagine delle cronache nazionali. Nessun “mistero”, nessun “esperimento militare” o “alieno”, dunque, alla base dei roghi che, per mesi, hanno interessato quelle cinque abitazioni di Canneto, bensì la mano di un giovane 26enne del posto, arrestato stamani, e della complicità del padre Nino Pezzino, 55enne, storico portavoce della contrada.

La Procura di Patti, su questo, non ha alcun dubbio. A sostegno dell’ordinanza firmata dal Gip Ugo Domenico Molina vi sono intercettazioni, immagini, video e fotogrammi che, secondo l’accusa, non possono non dimostrare come, alla base di ogni incendio, vi sia stata la mano dolosa del ragazzo. Le indagini coordinate dal Procuratore Capo Rosa Raffa prendono avvio lo scorso luglio quando, dopo aver analizzato i primi episodi, i militari dell’Arma della Stazione locale decisero di perimetrare quell’area con una serie di telecamere nascoste. Quasi 40 gli episodi presi in considerazione che, negli ultimi mesi, hanno letteralmente distrutto le cinque abitazioni di via del Mare, almeno 15 gli incendi che gli inquirenti contestano al giovane Giuseppe Pezzino, accusato di averli provocati con un aggeggio, probabilmente un laser jet che, però, non è mai stato trovato.

IL MOTIVO. La domanda è: perché? Secondo la Procura, il motivo è esclusivamente economico. I due Pezzino, padre e figlio, avrebbero messo in scena i roghi con l’unico scopo di far crescere il livello d’attenzione mediatica sui fatti e sulla zona. E questo si evince anche attraverso alcune intercettazioni telefoniche che confermerebbero la “pressione” esercitata sul Sindaco di Caronia proprio per far sì che venisse emanata un’ordinanza di sgombero delle abitazioni e, contestualmente, venisse dichiarato lo stato di emergenza. In tal modo, infatti, si sarebbero potuti ottenere indennizzi, risarcimenti, contributi di assistenza o nuove abitazioni da parte della Presidenza della Regione Siciliana – Dipartimento della Protezione Civile.

“Nel corso delle perquisizioni – ha dichiarato la Raffa – non sono stati trovati specifici apparecchi che Pezzino avrebbe potuto utilizzare per appiccare il fuoco, solo accendini. Però, in alcune conversazioni si fa riferimento ad un aggeggio quale il laser jet”. I video che riprendono alcuni degli episodi che si sono manifestati tra luglio ed ottobre, secondo gli inquirenti, non farebbero che confermare tale ipotesi.

MODUS OPERANDI. All’inizio c’è sempre un gruppo di persone, anche giornalisti, che si lascia condurre tra i vari oggetti e le abitazioni bruciate. Approfittando della distrazione generale, Pezzino inizia allora a fare da spola tra le persone e il posto esatto dove, di lì a poco, si verifica il “misterioso” incendio. L’utilizzo del laser jet gli permette di attivare il meccanismo qualche minuto prima che, di fatto, l’incendio ha luogo. Così, quando il fumo inizia ad espandersi, il ragazzo è già ben posizionato tra le altre persone, con un alibi di ferro.

“In questo modo – ha continuato la Raffa – il giovane si rendeva esecutore materiale degli incendi ma, al contempo, riusciva a passare dinnanzi agli occhi dei visitatori come assolutamente estraneo ai fatti. Riusciva ad ingannare tutti, in un caso anche una giornalista accorsa sui luoghi per indagare sui misteriosi incendi di Caronia”.

Il PRESIDIO. Tutto questo avveniva nonostante già dallo scorso 20 luglio, i volontari della Protezione Civile regionale avessero attivato un dispositivo di vigilanza fissa h24 con funzione di prevenzione e soccorso. Diversi gli episodi richiamati nell’ordinanza, tra cui anche il caso dello scorso 24 settembre quando prese fuoco l’interno del pick-up dell’Unione dei Nebrodi. Dal video delle telecamere nascoste dai carabinieri, emerge chiaramente come padre e figlio, poco prima del rogo, si avvicinano al mezzo e poi si allontanano prima che la loro azione produca gli effetti desiderati.

GLI INCENDI DEL 2004. Nessun dubbio, dunque, secondo la Procura di Patti, sulla matrice dolosa dei misteriosi roghi di Caronia, almeno per ciò che riguarda i fenomeni del 2014. Le indagini e le accuse, infatti, si concentrano solo sugli episodi che si sono verificati tra lo scorso luglio e lo scorso ottobre. Anche gli accertamenti fatti dai Vigili del Fuoco sembrano confermare la compatibilità con una spiegazione di tipo doloso, ossia di un intervento umano con il laser jet. Rimangono, però, ancora senza risposta gli incendi del 2004, anno in cui la frazione di Canneto è balzata agli onori della cronaca proprio per il mistero che si nascondeva dietro i fenomeni di autocombustione. Incendi per cui, allora, vennero concessi meno di 5mila euro di indennizzi a famiglia.

Ma non si esclude, almeno secondo gli inquirenti, che vi siano dei collegamenti tra la tecnica di combustione volontaria messa in atto da Giuseppe Pezzino per gli ultimi episodi e gli incendi degli scorsi anni. Già dieci anni fa, dopo il via vai di geologi, ricercatori, fisici, universitari, dirigenti della Protezione Civile, Arpa e politici, la Procura di Mistretta aprì un’inchiesta contro ignoti, infine archiviata nel 2008. La conclusione dei consulenti, anche in quel caso, fu comunque che si trattava di “mano umana”. Certezza a cui, qualche mese dopo, giunse anche il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) che bollò gli episodi come roghi dolosi. (Veronica Crocitti)

8 commenti

  1. MessineseMedio 5 Marzo 2015 09:41

    E quanti soldi e tempo ha dovuto sborsare la comunita’ italiana per “studiare” questi roghi DOLOSI? Galera e lavori forzati sono pure pochi per i responsabili.

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  2. MessineseMedio 5 Marzo 2015 09:41

    E quanti soldi e tempo ha dovuto sborsare la comunita’ italiana per “studiare” questi roghi DOLOSI? Galera e lavori forzati sono pure pochi per i responsabili.

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  3. “esperimenti militari”.
    Sì, e mettiamoci pure le scie chimiche ed i chips elettronici sotto la pelle.
    Geroge.

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  4. “esperimenti militari”.
    Sì, e mettiamoci pure le scie chimiche ed i chips elettronici sotto la pelle.
    Geroge.

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  5. George ti sei dimenticato i cerchi nei campi di grano ,tutti eventi ad uso e costume degli allocchi di turno. E’ inutile la realtà non piace a nessuno, preferiamo l’idiozia del mistero, dell’evento inspiegabile, piuttosto che la spiegazione più ovvia e semplice.

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  6. George ti sei dimenticato i cerchi nei campi di grano ,tutti eventi ad uso e costume degli allocchi di turno. E’ inutile la realtà non piace a nessuno, preferiamo l’idiozia del mistero, dell’evento inspiegabile, piuttosto che la spiegazione più ovvia e semplice.

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  7. Giuseppe Secondo 6 Marzo 2015 05:40

    due sole parole: ma va?

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  8. Giuseppe Secondo 6 Marzo 2015 05:40

    due sole parole: ma va?

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