Casalnuovo D’Africo (RC). Sorpresi nel Parco con armi clandestine. Tre arresti

Casalnuovo D’Africo (RC). Sorpresi nel Parco con armi clandestine. Tre arresti

Dario Rondinella

Casalnuovo D’Africo (RC). Sorpresi nel Parco con armi clandestine. Tre arresti

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venerdì 18 Dicembre 2020 - 09:58

I carabinieri hanno sorpreso i tre giovani della zona, in possesso di altrettanti fucili con matricola abrasa, e circa 60 munizioni.

A Casalnuovo d’Africo, i Carabinieri hanno arrestato Morello Leone, 33enne di Palizzi, Sgrò Giuseppe, 30enne di Montebello Jonico e Spanò Francesco, 30enne di Palizzi, per detenzione abusiva di armi e munizioni, ricettazione e ingresso illegale all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte.

A farne le spese, purtroppo, sempre l’Aspromonte, che viene preso di mira da tutti coloro che non rispettano le regole. Se da un lato, infatti, molti sportivi appartengono a gruppi di caccia organizzati e seguono le procedure, ne esistono molti altri che, in barba alle regole, non rispettano alcune delle norme più elementari, cacciando nei periodi non consentiti, in luoghi vietati, con armi clandestine e colpendo anche specie protette.

È il motivo per cui i Carabinieri della Compagnia di Bianco e i militari dello Squadrone eliportato dei Cacciatori di Calabria hanno avviato un attento monitoraggio delle aree aspromontane più isolate; quelle dove, secondo i militari dell’Arma, è più facile che alcuni gruppi di cacciatori “abusivi” e non registrati si ritrovino per cacciare di frodo.

Ecco, quindi, che non sorprendono i risultati del controllo di sabato scorso: i Cacciatori, esperti conoscitori d’area, si sono mimetizzati tra la vegetazione nella zona di Casalnuovo d’Africo, in pieno Parco Nazionale dell’Aspromonte e, al termine di un appostamento, hanno sorpreso i tre giovani della zona, in possesso di altrettanti fucili con matricola abrasa, e circa 60 munizioni.

Niente da fare quindi per i tre cacciatori improvvisati, che di fronte all’evidenza non hanno potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità e consegnare le armi. I tre, sono finiti al carcere Arghillà di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria

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