Scaletta. Alluvione 2009, ancora interrotta la strada per il cimitero: M5S interroga il Ministro

Scaletta. Alluvione 2009, ancora interrotta la strada per il cimitero: M5S interroga il Ministro

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Scaletta. Alluvione 2009, ancora interrotta la strada per il cimitero: M5S interroga il Ministro

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venerdì 18 Novembre 2016 - 07:25

Il PortaVoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva: “E’ assurdo credere che, dopo 5 anni, il territorio di Messina sia mortificato dall’inefficienza burocratica e amministrativa"

“A distanza di 5 anni dalla tragica alluvione di Giampilieri, quella che il 1° ottobre 2009 provocò la morte di 37 cittadini messinesi, la strada che da Scaletta Zanclea conduce al cimitero comunale è ancora interrotta. E questo nonostante il ripristino rientrasse a pieno negli interventi di messa in sicurezza post-alluvione previsti dal Piano della Protezione Civile Regionale”. E’ diretta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti l’interrogazione presentata dal PortaVoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, per sapere come mai il Comune di Scaletta risulti ancora oggi sprovvisto del collegamento stradale con il proprio cimitero comunale.

“E’ assurdo credere che, dopo 5 anni, il territorio di Messina sia mortificato dall’inefficienza burocratica e amministrativa – ha continuato D’Uva – e che i cittadini di Scaletta siano privati del pieno diritto di commemorare i propri defunti. L’unica strada pedonale esistente, infatti, risulta anch’essa precaria e senza le adeguate condizioni di agibilità”. Da recenti dichiarazioni del responsabile del Servizio Regionale della Protezione Civile di Messina, Bruno Manfrè, si evincerebbe addirittura un intoppo nell’assegnazione della gara d’appalto. In un’intervista rilasciata a SkyTg24, Manfrè sosteneva che “appalti eccessivamente ribassati hanno poi rallentato la ricostruzione. La gara è stata infatti vinta in un primo momento da una ditta che ha fatto un’offerta troppo bassa. E non possiamo rischiare che si risparmi sulla sicurezza dei cittadini”. “Una situazione gravissima – ha concluso D’Uva – a cui il Ministero deve porre fine affiché non siano ancora una volta i cittadini a pagarne le spese”.

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