"Traferimento negato a Poste italiane", appello di 5mila dipendenti

“Traferimento negato a Poste italiane”, appello di 5mila dipendenti

“Traferimento negato a Poste italiane”, appello di 5mila dipendenti

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sabato 27 Ottobre 2018 - 06:05

Nella sola Sicilia sono circa 800ad aver fatto domanda per tornare nelle propria terra

Padri e madri costretti da anni a lavorare lontano dai propri figli, dalla propria famiglia e dalla propria terra. Figli che hanno genitori bisognosi di assistenza e non possono prestargli le dovute cure, perché distanti centinaia di chilometri. Mogli o mariti che chiedono un avvicinamento al proprio coniuge facente parte delle forze dell’ordine. Ce ne sono tante di queste situazioni, denunciate dai circa 5mila lavoratori che fanno parte della graduatoria di Mobilità nazionale. Molti si dicono disperati, con situazioni familiari drammatiche. Su 5000 dipendenti a livello nazionale si parla di soli 400 trasferimenti, e su circa 800 dipendenti siciliani solo 22 riusciranno a tornare a casa. Anche questa è una problematica sociale, soprattutto in un momento in cui tanti giovani sembrano voler andare via dalla Sicilia.

Per tanti giovani che vogliono andare via ci sono invece i lavoratori di Poste italiane che hanno famiglie ancora in Sicilia e vorrebbero solo riavvicinarsi a loro.

Ci sono poi tanti casi gravi dipendenti con legge 104 che hanno un familiare che dovrebbero assistere, ma anche in questo caso non si vedono riconoscere un legittimo trasferimento. “Sono anni – scrivono in una lettera i rappresentanti del Comitato lavoratori postali in attesa di mobilità volontaria inviata alle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil (e per conoscenza al ministero del Lavoro) – che ci promettete che tutti prima o poi saranno trasferiti; sono anni che fate tessere sindacali promettendo trasferimenti che poi, di fatto, non avvengono. Questa volta con l’accordo sulle Politiche attive avevate l’occasione di mantenere quelle promesse, di regalare un po’ di serenità a questi lavoratori che, anche da più di 10 anni, fanno enormi sacrifici. Dopo decine di incontri, di verbali, di riunione serrate, avete partorito un topolino: 206 trasferimenti per i portalettere e 206 trasferimenti per gli operatori di sportello, più qualche altro movimento per gli specialisti.

Tutto questo – si legge ancora nella missiva – a fronte di più di 5000 domande di trasferimento che attendono in un cassetto da anni. Tante categorie di lavoratori, poi, addirittura non vengono neanche considerate nel processo di mobilità, come se non appartenessimo tutti alla stessa azienda.

Mentre pensate a stabilizzare nuovo personale, con numeri ben diversi da quelli riservati ai trasferimenti, non siete neanche stati in grado di riservare un sacrosanto diritto di precedenza per far attivare ed esaurire per prima la mobilità nelle province interessate da queste stabilizzazioni.

Personale neo assunto che va ad occupare il posto sotto casa mentre, chi da anni fa sacrifici e spera in un trasferimento, deve vedersi escluso”.

Ora ad un paio di giorni dall’inizio della Mobilità che sarebbe dovuta partire dopo il 15 settembre “arriva un verbale dove con una procedura del tutto nuova, tanto per complicare ancora di più la vita a quei pochi fortunati, bisognerà accedere tramite un fantomatico applicativo per poter selezionare gli uffici, in ordine di preferenza all’interno della provincia richiesta in fase di trasferimento.

Oltretutto vengono unificate le graduatorie tra part-time e full-time, creando ancora più confusione tra i lavoratori”.

Un commento

  1. MessineseAttenta 27 Ottobre 2018 16:33

    Demagogia da quattro soldi.
    Il trasferimento è una aspirazione, non un diritto!!!
    Come si può chiedere che 5.000 (!!!!!!!) domande di trasferimento siano accolte?
    Il 99% dei postali è meridionale e di questi la gran parte sono siciliani (grazie, Pippineddu…..).
    Se fossero accolte tutte le domande, gli uffici della Sicilia scoppierebbero e quelli del Nord dovrebbero chiudere per mancanza di personale.
    Pippineddu non c’è più.
    Si accontentino di prendere uno stipendio, negato a chi ne aveva pienamente diritto e che fu danneggiato dalle raccomandazioni!!!
    Se vi va bene, lavorate e state zitti.
    Altrimenti, lasciate il posto sicuro, chè di campagne e pascoli abbandonati la Sicilia ne è piena!!!!!!!!
    Basta con i privilegi!!!!!!!

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