La visita della Commissione Ambiente e lo psicodramma della valle del Mela

La visita della Commissione Ambiente e lo psicodramma della valle del Mela

Giovanni Passalacqua

La visita della Commissione Ambiente e lo psicodramma della valle del Mela

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martedì 15 Settembre 2015 - 15:15

Un’intensa attività della torcia RAM ha rievocato le paure vissute durante l’incendio dello scorso 27 settembre, come un riflesso condizionato. Ma ieri è stata la giornata dell’ennesima visita istituzionale, dell’ennesimo dibattito, delle ennesime promesse

Solo qualche ora ha impedito alla Commissione Ambiente del Senato, in visita ieri nella valle del Mela, di vedere la spettacolare fiamma prodotta dalla torcia della RAM. Uno spettacolo, tuttavia, non gradito agli abitanti della valle. A causare l’anomala attività è stata l’attivazione del sistema di sicurezza in seguito ad alcuni problemi alla rete vapore; ma, di fronte allo psicodramma ambientale – scatenato dal famigerato incendio del 27 settembre 2014 – le rassicurazioni servono a poco.

La visita della Commissione Ambiente
L’annunciatissima visita della Commissione Ambiente del Senato si è divisa in più fasi: la prima tappa è stata proprio la visita alla RAM; successivamente, i membri della Commissione si sono spostati al Comune di Milazzo, dove sono stati ascoltati amministratori e associazioni ambientaliste. Ha suscitato molto fastidio l’assenza di rappresentanti della Regione; il senatore Bruno Mancuso, promotore della visita, ha annunciato che gli stessi saranno convocati in audizione.
Al centro delle audizioni tutti i temi ambientali della valle: l’impatto sul territorio della RAM, e quello potenziale della combustione del CSS; le conseguenze dell’elettrodotto Terna; lo stato dei depuratori della Provincia e lo stato di attuazione delle bonifiche previste dal SIN e dall’AERCA. Il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, ha anche proposto l’utilizzo di una norma, l’art. 113 della Finanziaria nazionale del 2001, che prevede che il Governo nazionale, d’intesa con la Conferenza Unificata Stato-regioni, definisca le compartecipazioni ai tributi erariali con finalità ambientale per quei Comuni sede di impianti di raffinazione.

L’anomala attività della torcia
La notte ha portato invece l’intenso sfiaccolamento della torcia, che ha messo sull’attenti i cittadini. Numerose le segnalazioni ai Vigili del Fuoco, che hanno fornito rassicurazioni; si è attivato anche il sindaco Formica, e la stessa RAM ha rapidamente comunicato le cause dell’anomalia. Ora, tuttavia, ci si interroga sulle emissioni prodotte dalla torcia, e sulle loro conseguenze; a questo proveranno a rispondere i dati raccolti dalle diverse centraline poste sul territorio – quella montata dall’associazione ADASC ad Archi, i cui dati sono disponibili online, non risulta però attiva.

La questione CSS
Il tema più attuale nella valle è però quello della paventata riconversione della centrale Edipower di Archi. Il dibattito in corso, più che sulle posizioni nei confronti del CSS, già chiarite da molti comuni – compreso San Filippo del Mela – con delibere di giunta o di consiglio, è legato alla effettiva realizzazione del progetto. Se infatti i più sono convinti che l’inceneritore si farà, altri lo ritengono invece uno specchietto per le allodole, utilizzato da A2A – proprietaria della centrale – per nascondere l’intenzione di chiudere l’impianto. A favore dei primi ci sono le numerose indiscrezioni di stampa e l’attività dell’azienda milanese, che nei giorni scorsi è stata ascoltata dalla commissione Ambiente di Milazzo; un terzo elemento lo segnala il deputato M5S Alessio Villarosa: “Appare singolare la dicitura stampata nell’invito inviato agli ospiti dalla Commissione Ambiente del Senato, riportante la frase “costruendo inceneritore”, sia per l’utilizzo, comunque realistico, del termine “inceneritore”, ma soprattutto per la parola “costruendo”, come a voler intendere che la conversione in CSS sia solo una questione di tempo e nonostante tutti abbiano confermato la totale assenza di un qualunque iter autorizzativo avviato dal Ministero dell’Ambiente”.
Ma proprio Villarosa ha svelato una delle anomalie della vicenda: l’assenza di qualunque progetto depositato nelle sedi opportune, in attesa delle autorizzazioni previste dalla legge. Argomento cardine, insieme alla mancanza di qualunque investimento economico approvato dal Cda aziendale, degli scettici. L’attenzione sulla vicenda resta comunque alta, e si presta facilmente a strumentalizzazioni e personalismi – ne è un esempio il grottesco manifesto affisso illegalmente da alcuni anonimi nella notte (vedi gallery); ma, a parte ciò, la valle sembra compatta nel rifiutare l’ennesimo impianto inquinante sul territorio. E il 27 settembre è già stata organizzata una manifestazione per ribadirlo.

Rettifica: Peppe Maimone, presidente ADASC, comunica che la centralina di Archi è attiva, e che domani sarà consultato il tecnico per le verifiche del caso.

Giovanni Passalacqua

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