"Big Eyes" di Tim Burton. La storia di una grande menzogna

“Big Eyes” di Tim Burton. La storia di una grande menzogna

Lavinia Consolato

“Big Eyes” di Tim Burton. La storia di una grande menzogna

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domenica 04 Gennaio 2015 - 00:48

Tratto da una storia vera, Tim Burton gira un film completamente nuovo: la storia di una grande menzogna, ambientato tra gli anni '50 e '60.

Margaret (Amy Adams) si trasferisce con la figlia a San Francisco e si sposa con il pittore Walter Keane (Christopher Waltz). Anche lei dipinge, sempre bambine e bambini solitari, a volte con cuccioli, dall’aria triste, soprannominati “i trovatelli”, caratterizzati da grandi occhi (“come frittelle” dice Walter).
Malauguratamente dopo il matrimonio, decide di firmare i quadri col cognome del marito, Keane, il quale millanta di aver vissuto a Parigi, le cui strade sono l’unico soggetto dei suoi quadri.
In realtà Walter è un agente immobiliare e dimostra subito il suo fiuto per gli affari quando la gente e la critica comincia ad apprezzare il lavoro della moglie, spacciandolo per proprio.
Margaret decide di sostenere la bugia e in fretta Walter riesce a creare un impero dei grandi occhi, sostenuto da un giornalista.

La grande bugia nasce fondamentalmente dall’invidia di Walter, che non ha talento artistico, ma solo per gli affari, esprimendosi come un uomo attaccato solo ai soldi e non al valore delle emozioni. La sua scusa è che l’arte femminile non vende; il maschilismo non è una sorpresa ovviamente: tutti sanno quanto poche siano le donne artiste nella storia fino ad oggi, nel campo della regia. Poche e incomprese, penso per esempio a Diane Arbus.
Le bugie diventano sempre più ridicole, tristemente ridicole per Margaret, che intraprende un nuovo stile firmato col suo nome, mentre il marito la sfrutta, chiedendole di creare opere come una schiava; opere apprezzate da artisti come AndyWarhol, ma anche disprezzate e anche ferocemente da un critico del New York Times (Terence Stamp).
Dopo dieci anni, essere scappata alle Hawaii, aver chiesto il divorzio, Margaret decide di svelare la bugia: si apre un processo, assolutamente grottesco che avrà per unica prova la creazione di un dipinto nell’aula del tribunale.

Dimenticate Johnny Depp ed Helena Bonham Carter truccati e vestiti in modi stravaganti: di grottesco c’è solo la figura di Walter Keane e le sue bugie. Burton ha saputo dar prova di saper fare anche film normali e di non cedere all’abitudine, restando fedele alla storia vera della pittrice, tutt’ora in vita.

VOTO: 6/10
Per leggere la scheda del film, consultate il sito: www.comingsoon-bigeyes.it

Lavinia Consolato

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