A proposito di cambiamento climatico e dell'inverno venturo...

A proposito di cambiamento climatico e dell’inverno venturo…

Daniele Ingemi

A proposito di cambiamento climatico e dell’inverno venturo…

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martedì 06 Novembre 2018 - 11:12

Quanto sta avvenendo in questi giorni sull'Artico rischia di condizionare, in negativo, l'arrivo della futura stagione invernale anche sul nostro territorio

Nonostante l’arrivo dell’autunno e della grande oscurità che caratterizza il lungo periodo invernale sul mar Glaciale Artico si continuano a registrare incredibili anomalie termiche positive. In questi giorni lungo quasi tutto il mar Glaciale Artico, con la sola eccezione della Groenlandia, sono state registrate temperature, a 2 metri, fino a +8°C, localmente anche +10°C, rispetto la tradizionale media climatica. Stiamo parlando di valori che ormai da mesi si mantengono ben oltre le medie climatiche del periodo, con scarti davvero notevoli, specie in prossimità dell’Arcipelago Artico russo e sull’area canadese. Insomma, nonostante l’inverno si avvicina sull’Artico continua, e purtroppo continuerà a fare molto caldo per il periodo. Ormai da settimane e mesi siamo di fronte ad anomalie termiche positive veramente impressionanti. Anomalie che rischiano, così, di condizionare in negativo il proseguo della stagione, visto che solitamente proprio in questo periodo dell’anno si dovrebbe cominciare a fabbricare quel “cuscino di aria gelida” che nel corso della stagione invernale origina le ondate di freddo che si riversano sulle medie latitudini. Una costante che purtroppo abbiamo visto molto spesso negli ultimi anni.

Gli inverni sempre più caldi che hanno caratterizzato gli ultimi anni, caratterizzati da lunghissimi periodi con temperature sopra le medie e da brevi ondate di freddo, che possono causare intensi eventi nevosi di durata limitata, derivano proprio da queste anomalie, ormai da molto tempo ben radicate sulle latitudini artiche. Questo intenso riscaldamento che ormai da tempo interessa l’Artico, oltre alle gravissime ripercussioni sul delicato ecosistema della zona artica, rischia di produrre significative conseguenze, anche geopolitiche. La graduale fusione dei ghiacci marini artici sta spingendo molti Stati ad approfittarsi della situazione per accaparrarsi tutte quelle risorse naturali ancora disponibili. La presenza di navi rompighiaccio di Corea del Sud, Svezia, Germania, Stati Uniti e Cina è sempre più frequente nella regione polare e l’obiettivo è quello di aprire nuove rotte commerciali per facilitare il commercio internazionale e cercare nuove risorse energetiche. Ma questo potrebbe andare contro gli interessi degli Stati che si affacciano naturalmente sull’Artico, da sempre geograficamente avvantaggiata nelle rotte che passano per il Polo Nord. Lo scorso settembre, durante una riunione, il ministro della difesa russo, Shoigu, aveva affermato che questa recente attenzione per le risorse naturali dell’Artico potrebbe far crescere la tensione nell’area, creando i presupposti per un conflitto fra vari Paesi.

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