La storia di Pupa, giovane pitbull ritrovata dissanguata su un marciapiede, salvata e adottata

La storia di Pupa, giovane pitbull ritrovata dissanguata su un marciapiede, salvata e adottata

Veronica Crocitti

La storia di Pupa, giovane pitbull ritrovata dissanguata su un marciapiede, salvata e adottata

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mercoledì 12 Marzo 2014 - 16:42

Giuseppe De Brasi è il volontario che si è preso cura di lei fin dal momento in cui ha varcato quella soglia del pronto soccorso, è come se tra loro fosse scoccata una scintilla. Anche il nome, Pupa, è stata una scelta di Giuseppe, in ricordo di un suo altro cane morto di vecchiaia a dicembre.

“Adesso ha una famiglia, corre tra i colli, beata, insieme agli altri suoi amici a quattro zampe”. E’ una storia di crudeltà che si trasforma in amore quella di Pupa, la giovane pitbull salvata in extremis da una morte certa che oggi ha trovato nella clinica Maesano qualcuno disposto ad adottarla, crescerla, accudirla.
Lei, che soli due mesi fa stava per morire dissanguata in mezzo alla strada, dilaniata da ferite e contusioni. Lei, un pitbull cresciuto ed allevato con l’unico obiettivo di combattere selvaggiamente contro gli altri cani. Soldi, scommesse, giri d’affari clandestini.
Quel 16 gennaio, Pupa aveva perso la sua battaglia ed era stata lasciata a morire su un marciapiede del Viale Italia. Se non fosse stato per la generosità di una signora passata lì per caso e l’intervento della sezione Decoro coordinata dal comandante Biagio Santagati, in quel marciapiede, il “feroce pitbull da combattimento” sarebbe davvero morto.
Quel giorno è stata una corsa contro il tempo. Il viaggio in auto verso la clinica veterinaria Maesano, la constatazione che più parti del suo corpo erano state letteralmente dilaniate dai morsi di altri cani, la preparazione della sala operatoria, l’intervento dei dottori Francesco e Carmela e poi la certezza di avercela fatta, di averla salvata.
Nei trenta giorni successivi di degenza, la stessa clinica si è attivata per cercarle una famiglia disposta ad accoglierla. Tante le richieste, ma alla fine è stata la stessa Pupa a scegliere il suo padrone. Giuseppe De Brasi è il volontario che si è preso cura di lei fin dal momento in cui ha varcato quella soglia del pronto soccorso, è come se tra loro fosse scoccata una scintilla.
Anche il nome, Pupa, è stata una scelta di Giuseppe, in ricordo di un suo altro cane morto di vecchiaia a dicembre.
Ed eccolo, il “terribile e feroce pitbull” che di terribile sembra aver soltanto avuto il passato che qualche “uomo” aveva deciso di imporgli. E adesso, quel che conta è solo il lieto fine.
Veronica Crocitti

3 commenti

  1. angeliforever 12 Marzo 2014 19:22

    Adesso bisognerebbe trovare i bastardi o il bastardo che ha abbandonato il cane sanguinante e morente. occhio per occhio!

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  2. Complimenti al Sig. Giuseppe!!!
    I cani non sono feroci, lo è solo la mano che li educa

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  3. SaltaLaMacchia 13 Marzo 2014 10:46

    Certe cose i messinesi le sanno fare bene.
    Corse di cavalli, di motorini, sciarre tra uomini donne e cani.
    L’ignoranza regna sovrana. Come nelle migliori favelas.

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