Barcellona, Nania torna in piazza: “Oltre la presunta superiorità culturale della sinistra”

Barcellona, Nania torna in piazza: “Oltre la presunta superiorità culturale della sinistra”

Giovanni Passalacqua

Barcellona, Nania torna in piazza: “Oltre la presunta superiorità culturale della sinistra”

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lunedì 29 Giugno 2015 - 09:09

L'ex senatore ha parlato per quasi due ore, affrontando gli argomenti più svariati: dalle influenze di facebook sul dibattito politico al rimpasto di giunta, passando per gli immancabili attacchi a MTC e alla sua squadra.

Quello di Domenico Nania è stato un comizio lunghissimo, come sua abitudine; un bignami della storia politica della città, dagli anni del fascismo ai giorni nostri. È la sua versione, quella che ha raccontato a pochi, ma stoici uditori, rimasti ad ascoltare l’appassionata orazione fino alla fine. L’orazione di uno “che la politica ce l’ha dentro come una malattia morbosa”. Un personaggio controverso, l’ex senatore della repubblica, ma che non può lasciare indifferenti.

Il contesto
“Questa campagna elettorale è stata speciale per me” – ha esordito Nania, – “non sono più il protagonista assoluto. Prima, seppur soltanto in tempo di elezioni, ero io a organizzare le liste, litigare per scegliere il candidato, organizzare il programma. Sono sempre stato riottoso e incompetente sui temi amministrativi, e per questo non mi sono mai occupato direttamente dell’amministrazione della città; mi sento un uomo politico, politico dentro. Oggi invece osservo dall’esterno la corrente, e questo mi ha aiutato a capire, in maniera più obiettiva, la direzione di questa corrente. E tante cose sono cambiate”. Anche in queste elezioni, in realtà, l’ex senatore si è fatto sentire: la lista a lui riferita, Direzione Futuro, ha eletto tre consiglieri – tra cui il figlio Alessandro – e ha ricevuto una nomina assessoriale, quella di Gianluca Sidoti. “Che non sarà assessore per tutti e cinque gli anni, così come non lo saranno i consiglieri” – precisa Nania – “perchè vogliamo che anche i primi non eletti delle liste possano dare il loro contributo. Un esperimento di turnover che potrebbe giovare all’azione del nostro movimento”.

La “nuova” piazza
Nania comincia poi la sua lunga analisi sociologica. I temi sono tantissimi, dalle radici della cultura barcellonese all’evoluzione della politica con l’avvento dei social network. E proprio quest’ultimo sembra ormai il mezzo prediletto dal senatore: “Io mi sono formato, politicamente e umanamente, nelle piazze; ho fatto più comizi di chiunque altro nella provincia di Messina, e sempre nelle piazze mi sono scontrato furiosamente nelle discussioni sui massimi sistemi che coinvolgevano me e i miei altrettanto appassionati interlocutori, fossero essi comunisti, socialisti o democristiani. Quel luogo, tuttavia, non esiste più. E bisogna prendere atto del fatto che quel mondo si è spostato su facebook. Il social network, tuttavia, rispecchia perfettamente quegli scontri e quella dialettica: che bello leggere, invece di qualche termine inglese, la splendida e concisa definizione di “bannera i cannavazzu” per quelle persone che hanno abbandonato le loro origini!”.

Il “deserto civile”
Il concetto di lealtà, insieme a quelli di patria e famiglia, sono particolarmente ricorrenti nel discorso di Nania. Che, per smentire tutti quelli che lo ritengono – e lo hanno ritenuto – il dominus di Barcellona, ripercorre tutta la storia politica della città, analizzandone persino le radici culturali. Emergono così i veri temi del comizio del senatore, che attacca i suoi rivali proprio sul terreno culturale: un giro larghissimo, che segue però un filo ben preciso. Al centro di questo giro Maria Teresa Collica, che sarà il vero obiettivo di tutto il comizio. “Nei primi anni del duemila, MTC” – come il senatore suole nominare l’ex sindaco – “scrisse, a proposito della Corda Fratres, che era una delle poche associazioni culturali a predicare nel “deserto civile” di Barcellona”. La Corda Fratres è una delle associazioni culturali più longeve della città, e dalle sue fila sono usciti nomi illustri della cultura, e della politica, barcellonesi. Tra cui la stessa Collica. “Pensate un po’” – spiega Nania, dopo aver elencato una per una tutte le espressioni culturali e sportive presenti allora in città, – “tutto questo brulicare di associazionismo, per MTC, non è altro che un “deserto civile”. È proprio questa presunta superiorità morale e culturale dei nostri avversari che rigettiamo; nella nostra città, anche ai tempi di mio cugino Candeloro, c’è sempre stato un grande fermento culturale. Il problema è saper identificare, e distinguere, le varie subculture e controculture che lo caratterizzano”.

La controcultura mafiosa
“Barcellona viene da tempo descritta come la Corleone della provincia messinese” – spiega ancora Nania, – “e così la ritraggono i suoi stessi ex amministratori. Dimostrando di essere incapaci di distinguere tra quella che è la cultura dominante e quelle che sono le subculture o le controculture. I barcellonesi hanno sempre lottato contro la controcultura mafiosa, certamente minoritaria in città. C’è poi da dire che la criminalità diventa mafia quando conquista il potere: e le responsabilità della conquista del potere, in Sicilia, da parte delle mafie è da ricondurre agli angloamericani, che ne approfittarono per gestire l’isola negli anni della seconda guerra mondiale, e agli indipendentisti siciliani. Da lì ha preso forza il fenomeno mafioso. Nostro compito è proteggere la società dalla controcultura mafiosa, e allora emergerà la vera antimafia, quella priva di colore politico”.

L’attualità
Tra una lectio e un’altra, non mancano certo gli attacchi, a volte frontali. Come quelli lanciati a David Bongiovanni, “sindaco di fatto dell’ex amministrazione. Uno che ha utilizzato la tutela del comune per pagare una bolletta del telefono stratosferica”. E uno di quelli che ha accusato il sindaco Materia di esser parte della “vecchia politica”, insieme ai suoi alleati. “Ma cosa vuol dire vecchia politica?” – continua il senatore – “Non esiste una vecchia politica: esistono i politici, che non sono vecchi, ma onesti e competenti oppure arrampicatori e opportunisti. Il punto è che bisogna giudicare nel merito ogni uomo politico, e non la politica tutta, che non è un calcolo razionale di costi e vantaggi; è una passione, un servizio, e come tale va interpretata”. Logica conseguenza di questo corollario è che “volersi spendere per la propria città non significa volere una poltrona. Gianluca” – l’assessore Sidoti, ndr – “va giudicato alla fine, in base al suo operato; ma non ha avuto una “poltrona”, bensì la possibilità di operare per il bene comune. E lui “poltrone” non è mai stato, perché chi davvero vuole il bene della città non sta fermo in ufficio”. Così come non c’è stato nessun tradimento degli elettori da parte del sindaco Materia: “Se la legge parla di designazioni indicative, e non di nomine, ci sarà un motivo; le designazioni spesso cadono in momenti in cui non c’è chiarezza sugli equilibri di una coalizione, né sugli stessi designati. Se poi subentrano nuovi equilibri, o se qualcuno si defila nel momento decisivo della campagna elettorale, senza dare alcun apporto, allora perché non si dev’essere liberi di correggere le designazioni? Questo è lo spirito della legge. D’altra parte, sulle schede elettorali i nomi erano quelli dei candidati, non dei loro assessori”.

Prospettive future
Nania sembra dunque soddisfatto, e cita tantissimi altri argomenti nel suo discorso. Cita ad esempio le accuse di appartenenza a una loggia massonica, che il senatore pronuncia sempre con ironia; cita i 200 milioni di euro arrivati in una città che non lo ha mai amato – almeno a giudicare dalle preferenze ricevute, che secondo il senatore sono sempre state le poche migliaia provenienti dall’area di Alleanza nazionale; e, ancora, rivendica l’appartenenza a destra di Roberto Materia, presente al comizio. Che si chiude sui temi dell’immigrazione e della famiglia: “Ho recentemente sentito parlare di generazione Balotelli. Una definizione che a me non convince: non dobbiamo lasciare che gli immigrati si sostituiscano a noi; dobbiamo far si che essi convivano accanto a noi, integrandosi nella nostra cultura e accettando le nostre leggi. Dobbiamo accogliere, gestendo però l’accoglienza; dobbiamo contaminarci, ma senza dimenticare le nostre radici: la religione cattolica, la patria, la famiglia. Una famiglia che, lo ricordo, non è composta da due persone. Due persone sono una coppia, e possono fare ciò che vogliono; una famiglia è composta da almeno tre persone, e la terza va tutelata e garantita nel miglior modo possibile, perché sarà quella persona a garantire la continuità della nostra specie”.

Giovanni Passalacuqa

6 commenti

  1. facce nuove, manca Buzzanca

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  2. facce nuove, manca Buzzanca

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  3. Nicolò D'Agostino 29 Giugno 2015 16:50

    Caro Nania, se fosse vero che Tu sei quello che dici di essere, sapresti che l’alternativa nei sistemi politici è tra centro conservatore e sinistra progressista. La realtà italiana di un centro moderato che guardava a destra, per bonificare l’anomalia storica della destra italiana, si è trasformata in babele, dove colui che diceva di essere il punto di riferimento dei moderati, mentre se ne andava a donne, consegnava nelle vostre mani un’area culturale che Voi avete devastato, distruggendola. La realtà moderata é “per”, non è mai “contro”. Voi, col vostro strumentale anticomunismo avete esasperato la gente. Abbi l’umiltà di comprendere che quell’aria di sognatore che ti traspare è quella di un illuso fuori dal tempo e dalla storia.

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  4. Nicolò D'Agostino 29 Giugno 2015 16:50

    Caro Nania, se fosse vero che Tu sei quello che dici di essere, sapresti che l’alternativa nei sistemi politici è tra centro conservatore e sinistra progressista. La realtà italiana di un centro moderato che guardava a destra, per bonificare l’anomalia storica della destra italiana, si è trasformata in babele, dove colui che diceva di essere il punto di riferimento dei moderati, mentre se ne andava a donne, consegnava nelle vostre mani un’area culturale che Voi avete devastato, distruggendola. La realtà moderata é “per”, non è mai “contro”. Voi, col vostro strumentale anticomunismo avete esasperato la gente. Abbi l’umiltà di comprendere che quell’aria di sognatore che ti traspare è quella di un illuso fuori dal tempo e dalla storia.

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  5. GRANDE NANIA , ti perdono tutto , hai sbagliato parecchio , ti sei intestardito su mezze cartucce , però resti sempre un grande uomo di DESTRA

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  6. GRANDE NANIA , ti perdono tutto , hai sbagliato parecchio , ti sei intestardito su mezze cartucce , però resti sempre un grande uomo di DESTRA

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