Per il Cortile Teatro Festival, l'attore ha messo in primo piano a modo suo "il vero problema di questo Paese"
MESSINA – “Il (vero) problema di questo Paese” – Trattazione tragicomica delle emergenze italiane. Dopo la accattivante preview beneaugurale del 21 luglio in quel della Lega Navale messinese, la 14sima Rassegna del “Cortile Teatro Festival”, sottotitolata “Com’è profondo il mare” ha avuto quale primo appuntamento il giorno 1 agosto, nella suggestiva Cantina Giostra Reitano, presso la Tenuta Rasocolmo (contrada Piano Torre), un frizzante incontro letterario di presentazione del testo, edito da Solferino, inserito nella collana “Connessioni”, di Makkox (pseudonimo di Marco Dambrosio) e Valerio Aprea, alla presenza di quest’ultimo artista.
La responsabile della libreria Mondadori, Viviana Montalto, ha presenziato incaricandosi della rituale distribuzione di copie del volume – adempimento curato a fine serata – che ha riscosso gradimento indiscusso fra il folto pubblico, in ragione della pregressa chiacchierata con il coautore, in dialogo con il direttore artistico della kermesse estiva, Roberto Zorn Bonaventura, e con Alfredo Reni, (che attraverso pertinenti domande gli hanno consentito di non lesinarsi nel disvelare il suo universo per la gioia degli astanti). E ci ha fatto godere della sua creatività, della innata empatica capacità di interazione con gli intervenuti. Il tutto attraversando compositi registri, dalla sagace comicità densa di intelligente ironia, alla componente di approfondimento delle irte problematiche che ai nostri giorni emergono con sempre maggiore frequenza, quale specchio della società odierna. Si è letteralmente donato ai fruitori, il magnetico protagonista della serata culturale di indiscusso spessore, stabilendo da subito connessioni con ciascuno degli astanti, in un’autentica condivisione della sua maestria, mai formale “tout court”.



La filmografia del romano Valerio Aprea , noto ai più in ispecie quale attore cinematografico e televisivo, è stata susseguente ai felici esordi teatrali. E la sua carriera ha così preso le mosse ed è originata con brillanti risultati, dal 92 al 2006, in ragione della identitaria fisicità, del suo essere sempre convincente e totalmente immerso nei differenti ruoli sui palcoscenici, con studio minuzioso di gestualità e mimica e della parola, favorito in ciò dall’aver conseguito diploma in recitazione presso il Conservatorio Teatrale G.B. Diotajuti.
Molto attivo anche in ambito cinematografico ove, dal 2009, a seguito della laurea in Storia del cinema, ha preso parte ad una congerie di opere, raggiungendo esiti di poliedrica versatilità, racchiusi ad oggi in 16 anni di interpretazioni di valore. Anche per il 2025, il suo carnet attoriale si arricchirà di nuovi pregevoli contenuti, cfr. il lungometraggio “Tutta colpa del rock” in uscita il 28 Agosto. Fra i titoli più significanti cito, e non in ordine cronologico, La Serie “Boris” -stagione 4, quella “A casa tutti bene”, il popolare “Smetto quando voglio” e le altre note commedie” Ogni maledetto natale”, “Moglie e marito” e “La prima pietra”, e il film drammatico “La profezia dell’armadillo”. Anche le sue performance per la televisione sono state degne di rilievo, basti citare la sua partecipazione a “Propaganda live” su La7 condotta da Diego Bianchi, in arte Zoro.
Si è detto fin qui, tributandone le lodi, di Aprea con valenza attoriale; il volume in trattazione ha messo però il focus altresì sulla sua abilità di autore, pur se lo stesso artista si è a lungo schermito, quasi negando di poter possedere anche tale dote, convinto come è che ciascuno dovrebbe individuare uno specialistico settore ove campeggiare.
Lo ha però smentito l’arguzia, (oltre che nel narrarsi attraverso l’intervista, ma anche e soprattutto in esito alla propria diretta abilità di interconnettersi con il pubblico) mostrata durante la perfetta lettura drammatizzata di alcuni dei monologhi, nati per la TV e poi trasposti su carta in 34 capitoli dello script, che ha fatto risaltare anche la sua bravura autoriale, in compartecipazione con Marco Dambrosio. A quest’ultimo Aprea ha ascritto innegabili qualità, che hanno consentito al duo encomiabili risultanze in ambito saggistico letterario, in quanto portatori di un sentire similare: con il novello coautore lo spettacolo “Lapocalisse” andrà in tournèe nel nostro Paese a breve.
I gustosi aneddoti narrati alla sua maniera hanno prodotto coinvolgimento reale dei numerosissimi spettatori, anche attraverso momenti interattivi durante i quali i più interessati hanno voluto meglio indagare aspetti della personalità istrionica di Aprea, soffermandosi anche sulla valenza degli scritti interpretati.
Non mi soffermerò oltre sui brani prescelti, tutti gradevolissimi e, pur nella leggerezza apparente dei toni, pregni di densi contenuti.
L’omaggio sentito e continuativo di V. Aprea al compianto Mattia Torre, già suo autore di elezione, ha generato momenti di commozione nel ricordo del grande artista prematuramente scomparso con il quale il nostro protagonista aveva già costituito una coppia di forte impatto, come per il monologo “Gola”, in uno umoristico e di feroce satira di costume e sociale.
A seguire, per chi ha preferito fermarsi per il momento conviviale, la Cantina Giostra Reitano ha offerto cena o apericena di innegabile qualità con vini di produzione locale.
All’interno foto di Pippo Donato
